Dopo The Bad Batch, prosegue il nuovo viaggio seriale dell’universo di Star Wars con Star Wars: Visions. Visioni, questi sono i bravi racconti animati che propone la serie, visioni di mondi, di personaggi, di espansioni del mondo di George Lucas, liberi da qualsiasi vincolo e canone.
Lucasfilm Animation incontra l’oriente
Il progetto vede coinvolti nella produzione la Lucasfilm Animation e sei studi d’animazione giapponesi: Kamikaze Douga, Twin Engine, Trigger, Kinema Citrus, Production I.G. e Science Saru, e si struttura in una serie antologica in cui i nove episodi sono nove storie a se stanti, nove cortometraggi animati con lo stile dell’anime. Il primo incontro ufficiale tra immaginario e cultura giapponese con il mondo di Star Wars, dopo che per tanti anni e in tante interviste George Lucas ha sempre raccontato del grande debito che la sua opera con Star Wars ha avuto negli anni per la cultura dell’estremo oriente, quell’immaginario e in particolare il cinema di Akira Kurosawa.
Ma torniamo al titolo scelto per questa raccolta: visione, ovvero visioni. Ed è proprio questo che sono questo nove racconti: nove visioni differenti dell’universo di Star Wars che, partendo da elementi comuni, condivisi e conosciuti, hanno espanso e contaminato in maniera quasi sempre efficace e potente un territorio noto e sacro.
Star Wars: Visions come What If
La mente non può non viaggiare in direzione di What If, l’altra serie antologica Disney+ sotto l’ombrello di Marvel Studios, che offre realtà alternative del Marvel Cinematic Universe. Anche lì si tratta di episodi indipendenti e auto-conclusivi, che esplorano possibilità. Ma se da una parte c’è una unità visiva e stilistica che permette allo spettatore di concentrarsi sulla storia, Star Wars: Visions aggiunge ai suoi elementi di interesse la molteplicità di stili, segni e rappresentazioni. Questo due esperimenti seriali, in un panorama derivativo e strutturato, costituiscono un’ottima via di mezzo, un compromesso che mostra dove si può può osare e inventare pur rimanendo in un territorio sicuro per l’industria.
Il leit motive che unifica tutti gli episodi di Star Wars: Visions è il simbolo principe della saga di George Lucas, ovvero la spada laser. Di molti colori e forme, l’arma Jedi (e Sith) subisce un restyling importante in quasi tutti gli episodi, si trasforma, si moltiplica si allunga ed è sempre protagonista di un duello spettacolare. Ed è certo che Star Wars parla di Forza e Lato Oscuro, di prescelti e di equilibrio nel cosmo, è altrettanto certo che senza una spada laser e quel caratteristico ronzio elettrico, non esiste niente che si possa associare alla saga stessa.
La nuova serie, che espande l’universo di Star Wars e amplia il catalogo Disney+, potrebbe però anche servire da ponte tra due monti che non si sono mai incontrati prima, nonostante condividano un solido terreno comune: i fandom di anime e di Star Wars potrebbero raggiungere, grazie a Visions, uno scambio culturale importante. Peccato però che nessuna delle storie proposte spinga davvero sull’acceleratore della creatività e che tutte abbiano poi scelto di rimanere in un territorio narrativamente sicuro.