Colpevole d’innocenza (Double Jeopardy) è un thriller giudiziario del 1999 con Ashley Judd e Tommy Lee Jones. Il trailer presenta il personaggio interpretato dalla Judd, Libby Parsons, una donna in prigione per un crimine che non ha commesso: l’inesistente omicidio di suo marito Nick.
Una delle compagne di cella di Libby le dà un consiglio legale interessante: se lo Stato sostiene che Libby abbia già ucciso suo marito, non può condannarla una seconda volta. Libby è libera di uccidere Nick quando uscirà di prigione e le autorità non potranno fare nulla al riguardo.
Come viene rappresentata la clausola del doppio giudizio nel film?
Dopo essere stata falsamente accusata e ingiustamente condannata per l’omicidio di Nick, Libby scopre che lui stava solo fingendo la sua morte. Quando finalmente viene rilasciata sulla parola, decide di cercare suo figlio e di regolare i conti con Nick. A un certo punto gli dice: “Potrei spararti in mezzo al Mardi Gras e loro non potrebbero toccarmi”.
Il doppio giudizio è reale?
Il divieto di doppio giudizio è reale. Il governo non può perseguire qualcuno più di una volta per lo stesso reato. Ma, in questo caso, se Libby uccidesse Nick una volta uscita di prigione, non sarebbe lo stesso omicidio che l’ha mandata in prigione in primo luogo. Certo, la vittima è la stessa, ma i presunti omicidi sarebbero avvenuti in momenti e luoghi diversi: non si tratta dello stesso reato.
Ci rivolgiamo a Hollywood per la fantasia, e la premessa giuridica alla base del film Double Jeopardy è proprio questo: una fantasia.
Si può essere accusati di omicidio senza un cadavere?
Un’altra questione legale che alcuni spettatori di Colpevole d’innocenza (Double Jeopardy) potrebbero porsi è se Libby avrebbe potuto essere condannata per omicidio in primo luogo se il corpo di Nick non fosse mai stato ritrovato. E anche se è difficile condannare qualcuno per omicidio senza un cadavere, è possibile. I pubblici ministeri utilizzano prove indiziarie, ad esempio il fatto che la vittima sia scomparsa da tempo e non abbia mai contattato i propri cari, per dimostrare che la vittima è morta.