Dual – Il clone: la spiegazione del finale del film

-

Nei film di Riley Stearns, l’emozione è un bene usato con parsimonia. L’umorismo spietato è il tono emotivo costante utilizzato in tutto il film, mentre esplora le interazioni umane e le loro sfumature in tutta la loro goffa alacrità. In Dual – Il clone, Stearns prende una premessa essenzialmente fantascientifica e ne esplora l’interno, sia il nucleo emotivo della protagonista che la presenza emotiva del mondo intorno a lei, che interagisce grazie alla sua presenza e a quella del suo clone, e come il mondo decide di accettare l’esistenza di una sola di loro. Il finale lascia poi in sospeso alcuni dubbi, che cerchiamo di chiarire in questo approfondimento.

La trama di Dual – Il clone

Il film è ambientato in un futuro prossimo e racconta la storia di Sarah (Karen Gillan), una donna che scopre di essere una malata terminale. Dopo la diagnosi, Sarah decide di procedere con una clonazione di se stessa, così da non causare un grande dolore alla sua famiglia in seguito alla sua morte. Una volta che il clone è stato creato, la donna insegna all’altra sé a comportarsi come lei o, meglio, a essere lei. Quando, però, Sarah si riprende, guarendo miracolosamente, si rende conto che ora che la sua vita non è più a rischio, non ha bisogno del suo clone. È così che cerca di liberarsi dell’altra, ma inutilmente.

 

Infatti, nella società del futuro non possono co-esistere a lungo un umano e il suo clone. Uno dei due deve essere eliminato e viene decretato che a continuare a vivere sarà quello che vincerà un duello all’ultimo sangue. Determinata a sconfiggere il suo doppio, Sarah inizia a prendere lezioni da Trent (Aaron Paul), noto per essere uno specialista delle lotte tra replicanti. Ha dunque per lei inizio un duro addestramento necessario alla sua sopravvivenza. Con lo scontro sempre più vicino, Sarah dovrà dunque lottare per affermarsi come l’unica versione possibile di sé.

Karen Gillan e Andrei Alén in Dual - Il clone
Karen Gillan e Andrei Alén in Dual – Il clone © RLJE Films

La spiegazione del finale del film

Verso il finale del film, Sarah insegue il suo clone fino a un parco giochi. Qui, però, le due si siedono l’una accanto a l’altra e finalmente parlano della loro vita. Il clone afferma che capisce finalmente perché Sarah era depressa e successivamente la porta ad un gruppo di sostegno, dove i sopravvissuti ai duelli tra cloni confessano i loro sentimenti di sindrome dell’impostore e senso di colpa. Secondo le regole del gruppo, i sopravvissuti scrivono una lettera alla loro controparte uccisa, descrivendo i loro sentimenti in quel momento. Il clone di Sarah scrive una lettera eloquente in cui si assume tutte le colpe e accusa quel sistema crudele che non permette a entrambe le versioni di una persona di esistere.

Di conseguenza, entrambe progettano di fuggire dal confine e di vivere una vita libera dalle costrizioni imposte. Il mattino seguente, dopo aver guidato fino alla periferia della città, Sarah e il suo clone initraprendono un’escursione in una foresta. Nel bel mezzo dell’escursione, però, Sarah si rende conto che il suo clone l’ha ingannata e, nella sua natura fiduciosa, ha bevuto l’acqua dalla bottiglia del suo doppio, che era stata avvelenata. La scena si sposta poi nel parco giochi dove avrebbe dovuto svolgersi il duello. Vediamo “Sarah” zoppicare nel parco giochi e dirigersi verso l’arbitro, che la informa che il suo “clone” è fuggito, dando automaticamente forfait al duello.

Viene quindi condotta un’indagine che consiste nel chiedere alla sua famiglia se credono che quella “Sarah” sia davvero l’originale, e la famiglia risponde affermativamente, perché ha già dimostrato in passato di preferire il clone più dell’originale. Così, questa nuova versione di Sarah è libera di prendere completamente in mano la sua vita. Tuttavia, ben presto si ritrova presto a sua volta depressa perché la vita che condivide con Peter e la madre la abbatte come era successo all’originale. Il film si conclude dunque con lei che, emotivamente distrutta, capisce di essersi ritrovata costretta a vivere una vita che non ha mai scelto.

Aaron Paul in Dual - Il clone
Aaron Paul in Dual – Il clone © RLJE Films

Ci sono tuttavia anche teorie che credono che sia stata la vera Sarah a sopravvivere e non il clone. Queste teorie non spiegano come possa essere sopravvissuta dopo essere stata avvelenata, ma si ritiene che Sarah abbia ingannato le persone che la circondavano, tornando in società spacciandosi però per il suo clone. Secondo questa teoria, avrebbe fatto quindi credere alla madre che lei è il clone, da cui lo stratagemma delle lenti a contatto. Alla fine del film, dunque, la si vedrebbe piangere perché non solo si rende conto di essere tornata alla sua vita, ma anche che sua madre ama il sosia e non lei. Tuttavia, è molto più probabile la versione in cui sia il clone a sopravvivere.

Si comprende come Dual – Il clone presenti diverse somiglianze con gli episodi di Black Mirror, mostrando un mondo in cui il progresso della tecnologia e della fantascienza viene utilizzato per usi che vanno oltre le norme tradizionali della progressione umana. Qui, la prospettiva della clonazione, pur sembrando un’idea promettente sulla carta, viene percepita e mostrata come un metodo molto più contorto per evitare il confronto con sentimenti fondamentali come il dolore. Invece di accettare e cercare di superare la perdita di un individuo, questo futuro preferisce accettare una versione clonata dello stesso individuo.

E il regista mostra sottilmente che la situazione non è così rosea come la pubblicità intende rappresentare, poiché anche il fondatore dell’azienda che ha sperimentato la tecnologia è stato un clone per 12 anni. Tuttavia, nel finale della pubblicità, lo vediamo avvicinarsi per un bacio con la moglie, che lo allontana sottilmente. Come contrappunto, vediamo che la Sarah originale viene messa da parte per un modello più nuovo e forse molto più “pulito”, il che è un risultato accettabile per la sua famiglia, ma progressivamente il clone sviluppa quella stessa fase di depressione e insoddisfazione che aveva afflitto la Sarah originale.

Aaron Paul e Karen Gillan in Dual - Il clone
Aaron Paul e Karen Gillan in Dual – Il clone © RLJE Films

È un pensiero che fa riflettere: l’incapacità di Sarah di affrontare la sua depressione e il venir meno del rapporto con la sua famiglia hanno contribuito alla creazione del clone. La presenza del clone aggrava la sua depressione. Si potrebbe sostenere che Sarah sia stata più felice quando si è allenata per più di un anno o quando ha ripreso le lezioni di danza hip-hop, perché le ricordavano una versione di sé che credeva di aver perso. Ma prima che potesse prendere atto di questa consapevolezza e continuare questo ragionamento, è stata avvelenata dal suo clone, che voleva conquistare la sua singolare identità.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Dual – Il clone grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 24 gennaio alle ore 21:20 sul canale 20 Mediaset.

Gianmaria Cataldo
Gianmaria Cataldo
Laureato con lode in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza e iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio come giornalista pubblicista. Dal 2018 collabora con Cinefilos.it, assumendo nel 2023 il ruolo di Caporedattore. È autore di saggi critici sul cinema pubblicati dalla casa editrice Bakemono Lab.
- Pubblicità -

ALTRE STORIE

- Pubblicità -