Easy Rider: tutto quello che non sai sul film con Jack Nicholson

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Easy Rider è uno di quei film che ha segnato una tappa importante della storia del cinema mondiale. Diretto nel 1969 da Dennis Hopper, ha segnato l’inizio della New Hollywood e è stata una pietra miliare del genere road movie.

 

Scritto da Hopper e Peter Fonda, interpretato da loro due e da Jack Nicholson, il film racconta una nuova gioventù piena di ideali e interessi diversi dalla generazione precedente, che vive secondo i valori della libertà di pensiero e dell’anticonformismo.

Ecco, allora, tutto quello che non sapevate di Easy Rider.

Easy Rider: streaming

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Easy Rider è uno dei film che ha fatto la storia del cinema. Chi volesse rivederlo oppure volesse approcciarvisi per la prima volta con questo capolavoro degli anni ’60, è possibile trovare Easy Rider in streaming sulla piattaforma digitale di Chili, disponibile anche in streaming ita.

Easy rider: film

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Easy Rider è stato considerato, e continua ancora ad esserlo, un film simbolo della nascita della New Hollywood. Il film racconta un’epoca nuova, un contesto sociale e culturale differente, fatto di voglia di evasione, di controtendenza e di anticonvenzionalità. Easy Rider è uno dei primi road movie, in grado di aprire la strada a questo genere, raccontando i modi di vivere dei tardi anni ’60.

Realizzato nel 1969, diretto da Dennis Hopper, sceneggiato da Peter Fonda, Hopper e Terry Southern e interpretato da Hopper, Fonda e Jack Nicholson, il film racconta la storia di Wyatt “Capitan America” e Bill che decidono di attraversare il paese da ovest a est in sella alle loro motociclette acquistate con il guadagno derivato dal trasporto di cocaina dal Messico agli Usa. I personaggi, durante il loro viaggio, incontreranno sulla strada tante persone diverse, con vivranno esperienze di diverso tipo.

Inizialmente incontrano un hippy, poi fanno la conoscenza di un giovane avvocato, George, durante gli arresti per aver partecipato ad una parata motociclistica non autorizzata. Il terzo ragazzo si unisce a loro, per perdersi insieme in altri eventi posti sul tragitto. Se l’idea di realizzare questo film è venuta a Peter Fonda dopo aver visto una foto che lo ritraeva insieme a Bruce Dern sulle proprie motociclette, egli stesso è stato co-autore della sceneggiatura insieme a Dennis Hopper: questa non era stata realizzata in maniera del tutto completa e la maggior parte delle battute vennero improvvisate sul set durante le riprese, specie mentre gli attori erano davvero sotto l’effetto della marijuana.

Easy Rider: significato

Easy Rider è un film ricco di simbologie e più volte si è cercato di attribuirgli diversi significati, in special modo concernenti il finale. Il film richiamò un pubblico diverso al cinema, un cinema che ai tempi stava soffrendo a causa della crisi delle società di produzione. Ecco che il film di Hopper vira verso l’innovazione, concentrandosi sull’cambiamento che ultimamente stava diventando il nodo cruciale dell’America moderna, un mondo giovanile che desiderava un mondo culturale e sociale diverso.

Easy Rider cavalcò in  pieno una strada già aperta da Il Laureato di Mike Nichols con Dustin Hoffman, film che anticipò la rivolta giovanile del 1968. Easy Rider è il primo film che mostra il possesso di droga e ne fa vedere anche il consumo della stessa: un consumo di marijuana che fanno i protagonisti stessi del film e che è stato fatto anche dagli attori durante le riprese. Il taglio con il cinema del passato è netto, il film di Hopper ha aiutato a recidere un cordone ombelicale che stava strozzando il mondo del cinema: ma il film di Hopper, conosciuto anche con il titolo di Easy Rider – Libertà e paura, non porta con sé solo questo significato.

Questo film è il simbolo della libertà di agire e di pensiero, una pellicola in cui tutto quello che viene mostrato è parte integrante (come i paesaggi) di una viaggio verso la controcultura, indicato anche nel tragitto che va da ovest ad est e non, come consuetudine, in senso inverso. Il significato vero e forse più profondo del film lo si trova nel finale, quando i due protagonisti vengono uccisi, sulle loro moto, da due razzisti.

Non c’è spiegazione, non modo di capire il perché, senza avere risposte, ma solo domande e riflessioni. La morte violenta non è altro che il prezzo da pagare da parte di una società che cerca di andare contro a quella precedente, nel voler esprimere i propri pensieri, il proprio essere, senza paura di essere giudicati, suscitando, allo stesso tempo, paura nella vecchia generazione. Potrà essere questo un vero e sconvolgente inizio per la nuova società americana o durerà molto poco, il tempo di un respiro, il tempo di un viaggio?

Colonna Sonora Easy Rider

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In Easy Rider la colonna sonora è parte determinante del film, diventando un vero e proprio commento sonoro mai visto prima. Anche se leggenda vuole che inizialmente non fosse prevista una colonna sonora di così tale portata per accompagnare il film, e che Hopper volesse concentrarsi su una serie di suoi brani preferiti dell’epoca, in ogni caso i brani selezionati per il film, di cui in seguito ne è stata realizzata una raccolta, riassumono e amplificano gli ideali di anticonformismo e libertà che guardavano verso un cambiamento del mondo allora contemporaneo in maniera radicale.

I brani utilizzati e più famosi del film sono Born to be Wild, un pezzo che si può posizionare nella preistoria dell’heavy metal e che ricorda molto anche il rombo di una possente motocicletta. Insomma, per la colonna sonora vennero usate canzoni diventate significative per quegli anni: The Pusher e Born to be Wild dei Steppenwolf, The Weight degli Smith, Wasn’t Born to Follow dei The Byrds, If You Want to Be a Bird di Holy Modal Rounders, Don’t Bogart Me dei Fraternity of Man, If 6 Was 9 di The Jimi Hendrix Experience, Kyrie Eleison/Mardi Gras dei The Eletric Prunes e It’s Alright, Ma (I’m Only Bleeding) e Ballad of Easy Rider di Roger McGuinn.

Fonti: IMDb, screenprism, allmusic

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