Kubo e Zucchina, bimbini di plastilina
Una delle più famose fiabe cinematografiche di tutti i tempi racconta dell’epico scontro tra il campione dei pesi massimi di pugilato Apollo Creed contro un emerito sconosciuto soffocato in una vita di stenti: Rocky Balboa. A quarant’anni esatti da quello storico duello cinematografico un altro scontro tra un Davide e Golia approda casualmente nei cinema di tutto il mondo. È quello tra il ricchissimo, spettacolare, hollywoodiano Kubo e la Spada Magica di Travis Knight contro l’europeo, intimo, autoriale La mia Vita da Zucchina di Claude Barras. Certo, la disfida non avviene all’interno dello stesso film e si tratta di un combattimento impari, che si svolge al ritmo di biglietti strappati in sale cinematografiche differenti, con una distribuzione a dir poco sproporzionata. A livello economico il primo vincerà per ovvie ragioni sul secondo, ma questo non può certamente inficiare il valore dell’uno o dell’altro contendente e, se le cose andranno nel verso giusto, troveremo Kubo e Zucchina insieme la notte degli oscar. Questo sarebbe veramente il finale di una bellissima fiaba.
Prima di tutto, i due film
confermato la fortunata ascesa dell’animazione stop-motion e si
aggiungono a una serie numerosa di titoli che hanno sdoganato
definitivamente questa tecnica, portandola al grande pubblico e
affiancandola al 3D e all’animazione disegnata. Dimostrano anche
che è possibile raccontare storie diverse, originali, profonde,
intrise di valori e di grande poesia, senza doversi barricare
necessariamente dietro la scomoda dicitura di “film per bambini”.
Rappresentano la vittoria della fantasia sulla mera e ridondante
rappresentazione di una realtà ormai stanca e abusata, di cui
paradossalmente ne divengono una metafora vittoriosa, in grado di
trasmettere un messaggio profondo e universalmente
comprensibile.
Le differenze tra Kubo e Zucchina
Kubo e La spada Magica è un colossal, che ha utilizzato tecniche e risorse all’avanguardia e che ha portato la stop-motion, grazie anche alla sapiente commistione con le tecniche digitali, a livelli finora mai visti. Il suo costo totale è stato di 60.000.000 di dollari. La mia vita da Zucchina invece è un film assai più intimo, che abbraccia un’istanza d’autore tipicamente europea, francese per la precisione. Il suo budget è considerevolmente più contenuto, ovvero 6.500.000 di euro, anche se rilevante, rapportato alla media utilizzata nella produzione dei film nel nostro continente. Ed è lampante che una differenza così sostanziale influisce certamente sul risultato, soprattutto dal punto di vista della grandiosità e della spettacolarità. Ma i due film sono talmente puri e condotti con così grande intelligenza espressiva e produttiva, da riuscire a fare tesoro dei propri limiti e delle proprie fortune.
Kubo e la Spada Magica racconta una
storia epica, al tempo dei samurai nell’antico Giappone,
un’avventura straordinaria piena di personaggi strabilianti, ma in
nessuna sequenza si avverte il pericolo della spettacolarità
gratuita, fine a se stessa, di quella messa in scena pomposa e
spesso ridondante, che purtroppo sempre più spesso si ritrova nei
prodotti commerciali d’oltreoceano. Tutto è parte di un sofisticato
meccanismo narrativo e misurato. Il budget altissimo è al
servizio della fantasia, per la gioia degli spettatori d’ogni età.
La mia Vita da Zucchina invece dipinge con rara
sensibilità la storia di un bambino alle prese con le difficoltà
della vita in una casa famiglia, dove viene accolto dopo la morte
della madre. La semplicità e la poesia divengono qui la scelta
vincente, coinvolgendo e senza far mai sentire la necessità di
meccanismi visivi spettacolari.
Due storie di bambini dunque, Kubo e Zucchina, così lontani, ma così vicini, tanto da poter essere idealmente fratelli, alle prese con le difficoltà di una vita difficile e irta di ostacoli che impareranno ad affrontare lentamente, fotogramma dopo fotogramma.
Su quel ring di quarant’anni fa, Rocky perdeva ai punti con Apollo. Oggi Kubo e Zucchina alzano i guantoni insieme e vincono abbracciandosi, con tutta la loro dirompente, irresistibile diversità.