L’esorcista – Il credente, uscito nel 2023, nasce con l’ambizione di riportare in vita il mito del capolavoro del 1973, considerato uno dei film più influenti della storia dell’horror. Il nuovo capitolo si presenta come sequel diretto dell’originale, ignorando gli altri episodi della saga e riallacciando la storia al fascino inquieto del primo film. Sin dalle premesse si percepisce la volontà di ricreare un’atmosfera più realistica e adulta, capace di parlare alle paure contemporanee senza rinunciare al richiamo sacrale e perturbante tipico dell’opera di Friedkin.
Alla regia c’è David Gordon Green, già autore della recente trilogia sequel di “Halloween“, e la sua firma si riconosce nel tentativo di mescolare dramma familiare e orrore soprannaturale. La novità principale è la presenza non di una sola vittima della possessione, ma di due ragazze coinvolte in un evento demoniaco condiviso, elemento che amplia la portata rituale e simbolica della storia. Allo stesso tempo, il film prova a costruire un nuovo percorso narrativo, inserendo volti inediti e riportando in scena personaggi storici che legano direttamente questo capitolo al mito originale.
Il progetto avrebbe dovuto essere il primo tassello di una nuova trilogia, ma il responso critico e commerciale inferiore alle aspettative ha bloccato i piani iniziali. Rimane così un film che tenta di aggiornare la leggenda dell’Esorcista al presente, con nuovi temi e una struttura più corale, cercando di parlare di fede, colpa, trauma e perdita. Nel resto dell’articolo approfondiremo la storia vera che ha ispirato questo e il film del 1973, analizzando come il caso reale sia diventato uno dei racconti più spaventosi e controversi dell’immaginario moderno.
La trama di L’esorcista – Il credente
Il film racconta la storia di Victor Fielding (Leslie Odom Jr.), rimasto vedovo dopo che sua moglie è morta durante un terremoto ad Haiti, avvenuto dodici anni prima. L’uomo ha così cresciuto la figlia, Angela (Lidya Jewett), completamente da solo. Un giorno Angela insieme alla sua amica Katherine (Olivia Marcum) scompare misteriosamente nel bosco, per riapparire tre giorni dopo senza alcuna memoria di cosa sia accaduto. Da questo momento in poi si scateneranno una serie di oscuri eventi che porteranno Victor faccia a faccia con il male, nella sua forma più terribile.
In preda alla disperazione e all terrore, l’uomo si mette alla ricerca dell’unica persona ancora in vita che abbia avuto già a che fare con qualcosa di simile, ovvero Chris MacNeil (Ellen Burstyn). Quando la donna lo raggiungerà, si ritroverà a doversi confrontare con un male che conosce bene, avendolo visto esercitato sul corpo di sua figlia. Ma liberarsi del demonio, stavolta, sarà ancora più pericoloso e terribile e tutti saranno a chiamati a compiere scelte e sacrifici strazianti.
Il film è tratto da una storia vera?
Il film del 2023 L’esorcista – Il credente trae ispirazione da fenomeni reali di presunta possessione demoniaca, ma non è tratto da un singolo caso documentato. Come infatti riporta un articolo di People, nel film si afferma che “tutti gli elementi che abbiamo messo in Believer sono molto autentici e basati su queste esperienze che le persone hanno vissuto” (citazione dell’esperto Christopher Chacon). Questa frase sottolinea che il materiale narrativo attinge a più testimonianze di possessione, piuttosto che a un caso storico riconosciuto.
Le vicende delle due ragazze possedute – Angela e Katherine – e del padre Victor che cerca aiuto da Chris MacNeil, sono frutto di una combinazione creativa di racconti reali di possessione, suggestioni voodoo e rituali esorcistici, ma non corrispondono ad alcun caso pubblico specifico e completamente verificato. L’articolo fa chiaramente intendere che, pur riconoscendo la realtà del fenomeno, la pellicola opera una libera rielaborazione e non pretende di offrire un documentario. In tal senso, il film si inserisce nella tradizione horror che mescola verità e finzione, creando tensione e inquietudine attraverso un amalgama di testimonianze.
Pertanto, rispondendo alla domanda: sì, il film è tratto da alcune storie vere, nel senso che attinge a casi reali di presunta possessione, ma no, non è basato su un unico fatto storico riconosciuto come “quello del film”. L’intento dichiarato del regista David Gordon Green è confezionare un moderno racconto di terrore che si fondi su elementi reali – rituali, fenomeni inspiegabili, testimonianze di esperti – ma lo fa con licenza creativa, intrecciando più esperienze e costruendo personaggi e situazioni di finzione. In questo modo, il film diventa un’opera ibrida: parte “ispirata da” e parte elaborazione narrativa libera, concepita per spaventare e riflettere più che documentare con rigore storico.
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