The Bourne Identity: la spiegazione del finale del film

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The Bourne Identity è il film del 2002 diretto da Doug Liman e tratto dall’omonimo romanzo di Robert Ludlum, un thriller che combina spionaggio, identità spezzate e cospirazioni internazionali. Pur prendendo le mosse dal libro, la pellicola modifica molti elementi, aggiornando il contesto della Guerra Fredda con una trama più attuale e un taglio realistico e moderno. Il risultato è un action spy-movie più intimo e psicologico rispetto ai classici film con agenti segreti, incentrato meno sui gadget e più sul corpo, sulla memoria e sulla fuga.

Il protagonista, interpretato da Matt Damon, è un assassino della CIA con perdita di memoria che cerca di ricostruire la propria identità mentre un’intera organizzazione lo vuole morto. Il film ha segnato una svolta nella carriera dell’attore: fino ad allora conosciuto soprattutto per ruoli drammatici e autoriali, Damon si afferma come nuovo action hero credibile, realistico e umano, lontano dagli stereotipi muscolari dei primi anni Duemila. La regia asciutta, le spettacolari scene di combattimento ravvicinato e gli inseguimenti minimalisti ma ad altissima tensione hanno ridefinito il genere, influenzando anche la saga di James Bond nel successivo rilancio.

Il successo del film ha portato alla nascita di un vero e proprio franchise, con The Bourne Supremacy, The Bourne Ultimatum – Il ritorno dello sciacallo, The Bourne Legacy e Jason Bourne, ampliando il mondo narrativo e approfondendo le origini del programma Treadstone. The Bourne Identity non è solo il primo capitolo: è la base di un universo fatto di complotti, manipolazioni e identità frantumate, in cui ogni film espande i tasselli narrativi lasciati in sospeso. Nel resto dell’articolo proporremo una spiegazione del finale, analizzando come anticipa i capitoli successivi e come getta le fondamenta della trasformazione definitiva di Jason Bourne.

The Bourne Identity cast

La trama di The Bourne Identity

La vicenda del film si apre al largo del mar Mediterraneo, dove un peschereccio italiano recupera un giovane uomo in mare. Questi è privo di sensi e appare gravemente ferito alla schiena. Quando l’uomo si risveglia, afferma di non ricordare nulla della propria identità né del proprio passato. L’unico elemento che può aiutarlo a scoprire qualcosa di più, è un microchip contenente un conto bancario. Ripresosi dalle ferite, l’uomo si dirige allora alla volta di Zurigo, scoprendo piano piano cose inaspettate di sé, come una grandissima capacità nelle arti marziali. Arrivato nella città Svizzera, questi riesce ad individuare una cassetta di sicurezza legata al conto presente sul microchip.

All’interno di questa ritrova una serie di passaporti riportanti nomi diversi ma sempre con la sua foto. Una patente francese, invece, gli indica il suo vero nome: Jason Bourne. Mentre fa queste prime scoperte, l’uomo si ritrova inseguito dalle forze dell’ordine. Costretto a scappare, trova aiuto in Marie, che si offre di farlo arrivare a Parigi in cambio di denaro. Bourne, ammesso che questo sia il suo vero nome, è infatti convinto che nella città francese troverà ulteriori risposte al suo mistero. Il viaggio per arrivarvi sarà tuttavia ricco di ostacoli, rappresentati in particolare da una serie di sicari appartenenti alla misteriosa organizzazione Treadstone.

La spiegazione del finale del film

Nel terzo atto di The Bourne Identity, la verità sul passato di Jason inizia finalmente a emergere. Dopo gli eventi nella campagna francese, Bourne decide di affrontare direttamente chi lo sta inseguendo. Ingannando Conklin con una telefonata, lo attira a un incontro a Parigi, ma scopre che l’uomo non è solo e capisce che si tratta di una trappola. Grazie a un localizzatore piazzato di nascosto sull’auto di Conklin, Bourne rintraccia il rifugio del programma Treadstone e vi si introduce con grande abilità. Qui tiene Conklin e Nicky Parsons sotto tiro e pretende risposte, determinato a scoprire chi è e perché sia stato trasformato in un assassino.

La verità arriva in un’ondata di flashback che svelano la missione fallita sullo yacht di Wombosi e ciò che l’ha resa un trauma incancellabile. Bourne aveva avuto la possibilità di eliminare il dittatore, ma la presenza dei figli dell’uomo lo aveva bloccato. Per portare a termine l’assassinio avrebbe dovuto uccidere anche loro, e questo lo ha portato a fuggire, venendo colpito durante l’evasione e perdendo la memoria. Capito tutto, Bourne decide di chiudere con Treadstone: annuncia le sue dimissioni e avverte Conklin di non cercarlo più. Ne segue un lungo scontro armato che gli permette di scappare, mentre Conklin, uscendo dal rifugio, viene ucciso da un altro agente su ordine dei suoi superiori.

Franka Potente e Matt Damon in The Bourne Identity

La spiegazione del finale mostra come l’intera vicenda confluisca in un unico tema centrale: la lotta per la propria identità. Jason scopre di essere stato costruito come arma perfetta, condizionato a uccidere senza scrupoli, eppure il suo rifiuto di assassinare Wombosi davanti ai bambini dimostra che dentro di lui resiste un nucleo morale. Il film non si chiude con un trionfo o una resa, ma con la certezza che Bourne non è più l’uomo programmato dal governo: è un individuo che ha scelto di non obbedire, anche a costo della propria vita. Questo finale porta a compimento anche il tema della memoria. L’amnesia non è solo un espediente narrativo, ma il simbolo della cancellazione dell’identità che un’organizzazione può imporre.

Recuperando il ricordo più doloroso, Bourne riconquista finalmente se stesso. La violenza del programma che lo ha creato viene smascherata e la sua fuga non è più quella di un criminale, ma quella di un uomo che vuole tornare umano. Il messaggio che rimane è chiaro: al centro di The Bourne Identity non ci sono solo inseguimenti e spionaggio, ma la domanda su cosa renda una persona davvero tale. Bourne è stato addestrato a uccidere, ma l’istinto di proteggere una famiglia innocente lo salva. L’umanità è ciò che lo distingue da coloro che lo hanno manipolato e permette allo spettatore di empatizzare con lui, trasformandolo da assassino in antieroe.

Come il finale di The Bourne Identity prepara i sequel

Infine, il finale prepara il terreno per The Bourne Supremacy e The Bourne Ultimatum – Il ritorno dello sciacallo. La distruzione di Treadstone non cancella le conseguenze dei suoi segreti: altri programmi sono già in movimento, come l’operazione Blackbriar. Bourne e Marie sembrano al sicuro, ma la CIA non dimentica né perdona. Il ricongiungimento su Mykonos segna una tregua, non una fine. I sequel mostreranno come la sua ribellione scatenerà una caccia ancora più feroce, trasformandolo nel nemico pubblico di un intero sistema di sorveglianza globale.

Gianmaria Cataldo
Gianmaria Cataldo
Laureato con lode in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza e iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio come giornalista pubblicista. Dal 2018 collabora con Cinefilos.it, assumendo nel 2023 il ruolo di Caporedattore. È autore di saggi critici sul cinema pubblicati dalla casa editrice Bakemono Lab.
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