The Bourne Legacy: recensione del film con Jeremy Renner

The Bourne Legacy

The Bourne Legacy – Certo, per i nostalgici doc sarà un duro colpo non ritrovare Matt Damon nei panni di Jason Bourne, l’agente segreto del programma Treadstone che 10 anni fa diede il via alla popolarissima saga di spionaggio diretta da Liman e Greengrass. Ma bisogna dire che la prova di Jeremy Renner, già applaudito in The Hurt Locker, non delude e tiene alta la tensione per tutti i 135 minuti di The Bourne Legacy.

 

Stavolta a tenere le redini della regia c’è lo sceneggiatore della serie Tony Gilroy, che da vita ad Aaron Cross, una delle 6 spie geneticamente modificate di Outcome – nuovo programma di intelligence che, attraverso l’alterazione sperimentale di due cromosomi, addestra le sue cavie a svolgere missioni isolate ad altissimo rischio. Ma poi il direttore dell’agenzia segreta NRAG Eric Byer (Edward Norton), si rende conto che il gioco è andato oltre e che la caduta di Treadstone minaccia anche la sopravvivenza di Outcome: unica soluzione, uccidere gli agenti del programma e gli scienziati che avevano partecipato al progetto. Tra questi troviamo la fascinosa Dottoressa Marta Shearing (il premio Oscar Rachel Weisz), preposta al monitoraggio costante dei superguerrieri nei laboratori segreti dell’azienda farmaceutica Candent, nel Maryland. Salvata in extremis dallo stesso Aaron, lo aiuterà a mantenersi in vita volando con lui sino alle Filippine in una interminabile caccia all’uomo (e alla donna).

The Bourne Legacy recensione del film con Jeremy Renner

La nuova creazione di Gilroy si presenta come naturale “eredità” (in inglese, appunto, “legacy”) dei primi tre capitoli della saga: le ambientazioni insolite, le corse mozzafiato, le acrobazie del protagonista e il ritmo rimangono intatti. Viene sacrificato quell’alone di mistero che circondava la figura di Bourne, inizialmente ignaro della propria identità: qui il supereroe Cross sa perfettamente chi sia e perché la CIA abbia deciso di farlo fuori.

Detto ciò, The Bourne Legacy coinvolge e si appoggia sapientemente all’empatia creatasi tra Cross e la biologa Shearing, entrambi “tormentati” dalle scelte fatte in passato e uniti dal desiderio di ricominciare da capo. Ottima, come sempre, la prova della Weisz, perfettamente a suo agio in questo action movie dagli echi psicologici. Forse, Gilroy ha calcato un po’ troppo la mano nelle sequenze degli inseguimenti, di durata eccessiva e, alla lunga, noiose. Ma è comunque riuscito a bilanciare l’azione con lo spionaggio, le botte con l’intrigo, in un prodotto che affianca alle new entries Edward Norton e Rachel Weisz i veterani della saga Joan Allen, Albert Finney (che interpreta il direttore medico di Treadstone Albert Hirsch) e David Strathairn.

The Bourne Legacy sarà nelle nostre sale dal  7 settembre.

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Ilaria Tabet
Laureata alla specialistica Dams di RomaTre in "Studi storici, critici e teorici sul cinema e gli audiovisivi", ho frequentato il Master di giornalismo della Fondazione Internazionale Lelio Basso. Successivamente, ho svolto uno stage presso la redazione del quotidiano "Il Riformista" (con il quale collaboro saltuariamente), nel settore cultura e spettacolo. Scrivere è la mia passione, oltre al cinema, mi interesso soprattutto di letteratura, teatro e musica, di cui scrivo anche attraverso il mio blog:  www.proveculturali.wordpress.com. Alcuni dei miei film preferiti: "Hollywood party", "Schindler's list", "Non ci resta che piangere", "Il Postino", "Cyrano de Bergerac", "Amadeus"...ma l'elenco potrebbe andare avanti ancora per molto!