Delitto perfetto: la spiegazione del finale del film

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Delitto perfetto (1998), diretto da Andrew Davis, è il remake moderno di un classico del cinema: Dial M for Murder di Alfred Hitchcock. Pur mantenendo l’impianto narrativo del celebre film del 1954, questa versione aggiorna atmosfera, ritmo e dinamiche di coppia, trasformando un elegante giallo teatrale in un thriller più cupo e sensuale, tipico del cinema anni Novanta. Spostando l’azione in ambienti lussuosi, digitalizzati e intrisi di ambiguità morale, Delitto perfetto rilegge la storia dell’omicidio orchestrato con freddezza e calcolo, puntando su tensione psicologica e colpi di scena più aggressivi.

Nella filmografia di Michael Douglas, il film prosegue un percorso coerente con i suoi ruoli dell’epoca, segnati spesso da personaggi doppi, ambigui, dominati dall’ossessione e dalla gelosia. Dopo successi come Basic Instinct, Attrazione fatale e Un giorno di ordinaria follia, Douglas torna a incarnare un uomo di facciata impeccabile ma moralmente marcio, capace di trasformare un matrimonio perfetto in un piano omicida. Delitto perfetto si inserisce quindi nel filone dei thriller psicologici di fine anni Novanta con eleganza commerciale, puntando sul fascino dei protagonisti e su una tensione costruita nei dettagli.

Il film dialoga con altri titoli dello stesso decennio che hanno riportato in auge il thriller domestico e relazionale, come L’amore infedele, Il collezionista o The Game. Ciò che lo distingue è il gioco di ruoli tra vittima, carnefice e manipolatore, più spinto rispetto all’originale hitchcockiano. E proprio perché la storia è costruita attorno a inganni e piani che cambiano di continuo, il finale ha un peso decisivo nel reinterpretare la vicenda. Nel resto dell’articolo approfondiremo la spiegazione del finale del film e il significato del suo finale alternativo, meno noto ma rivelatore delle intenzioni narrative iniziali.

Gwyneth Paltrow, Michael Douglas e Viggo Mortensen in Delitto perfetto
Gwyneth Paltrow, Michael Douglas e Viggo Mortensen in Delitto perfetto

La trama di Delitto perfetto

Steven Taylor (Michael Douglas), magnate della finanza di New York, è scosso dalla scoperta della relazione segreta tra sua moglie Emily (Gwyneth Paltrow) e l’artista squattrinato David Shaw (Viggo Mortensen). L’infedeltà di sua moglie, tuttavia, potrebbe creare una condizione favorevole per Steven, che si trova in una seria crisi economica e vorrebbe appropriarsi dell’immenso patrimonio della donna. Grazie all’ausilio di un detective privato, Steven scopre così che David è in realtà un ex galeotto che finge interesse per le signore d’alta società, al fine di sottrarre loro denaro. L’uomo affronta il rivale e, in cambio del suo silenzio e di molti soldi, lo costringe a prendere parte all’omicidio di Emily.

La spiegazione del finale del film

Nel terzo atto di Delitto perfetto, il piano di Steven crolla sotto il peso dei suoi stessi inganni. L’assassino che irrompe in casa non è David, come previsto, ma un complice sconosciuto. Emily sopravvive, uccidendo l’aggressore, mentre Steven rientra e mette in scena l’apparente tentativo di rapina fallito. Il detective Karaman avvia le indagini, ma Steven sembra fuori pericolo fino a quando David non lo contatta. L’artista è ancora vivo e ha registrato la loro conversazione: un’arma perfetta per ricattarlo. La situazione sfugge di mano e l’uomo che credeva di controllare tutto diventa improvvisamente vittima del suo stesso piano.

Convinto di poter sistemare ogni cosa, Steven uccide David in un vagone privato di un treno, recupera i soldi e la pistola, e torna a casa per distruggere le prove. Tuttavia, non sa che David ha spedito una copia della registrazione direttamente a Emily. Quando Steven rientra, crede di essere finalmente al sicuro: nasconde il denaro e il nastro nella cassaforte, si fa una doccia e si prepara a recuperare il controllo. Ma Emily ha già aperto il pacco, ascoltato l’audio e compreso la verità. La resa dei conti avviene nel loro appartamento: Steven tenta di ucciderla pur di non lasciarla andare, ma Emily prende la pistola dal caveau e gli spara, uccidendolo.

Il finale porta a compimento i temi centrali del film: gelosia, tradimento e illusione del controllo. Steven è il perfetto marito devoto solo in apparenza, un manipolatore che considera il matrimonio un investimento finanziario. Il fallimento del suo piano non è solo una questione di coincidenze sfortunate, ma la conseguenza della sua arroganza: crede di poter prevedere tutto, ma sottovaluta le persone attorno a lui. Emily, invece, da vittima passiva e traditrice colta nella rete degli eventi, diventa la figura che ribalta la situazione, agendo per sopravvivere e liberarsi.

Michael Douglas e Viggo Mortensen in Delitto perfetto
Michael Douglas e Viggo Mortensen in Delitto perfetto

La spiegazione del finale chiarisce che non si tratta solo di un thriller con un colpo di scena, ma di una riflessione sull’avidità e sulla fragilità delle maschere sociali. Tutto ruota attorno al denaro, al potere e all’immagine pubblica: Steven non uccide per amore ferito, ma per paura di perdere il prestigio e la ricchezza. Il suicidio morale di un uomo disposto a distruggere ogni cosa pur di restare in controllo rende la sua fine inevitabile. Emily non esce innocente o immacolata, ma spezza il ciclo di manipolazioni a costo dell’ultimo gesto estremo.

Il messaggio finale del film suggerisce che la perfezione, in amore come nella vita pubblica, è un’illusione. Dietro la facciata elegante del matrimonio di Steven ed Emily si nasconde un rapporto corrotto da menzogne e interessi economici. La violenza non esplode all’improvviso: è già inscritta nel modo in cui i personaggi vivono, amano e ingannano. Il finale mostra che nessun piano è infallibile, e che la verità, anche se nascosta dietro sofisticati inganni, trova un modo per riemergere, costringendo ognuno a fare i conti con le proprie responsabilità.

Il finale alternativo del film

Esiste poi un finale alternativo, presentato con commenti opzionali nell’edizione originale in Blu-ray. In questa versione, Steven torna dopo aver trovato la chiave sostituita nel posto in cui l’aveva nascosta ed Emily lo affronta in cucina anziché nell’atrio. La scena si svolge con lo stesso dialogo, ma Steven non la aggredisce fisicamente. Le dice comunque che l’unico modo per lasciarlo è morire, e lei gli spara. Steven allora dice “Non la passerai liscia” prima di morire ed Emily si ferisce di proposito, facendo sembrare che si tratti di legittima difesa.

Gianmaria Cataldo
Gianmaria Cataldo
Laureato con lode in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza e iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio come giornalista pubblicista. Dal 2018 collabora con Cinefilos.it, assumendo nel 2023 il ruolo di Caporedattore. È autore di saggi critici sul cinema pubblicati dalla casa editrice Bakemono Lab.
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