The Deep Dark: la spiegazione del finale del film

-

Il film horror francese The Deep Dark (2023), diretto da Mathieu Turi, si inserisce in una tradizione cinematografica che ha visto la Francia produrre opere di genere capaci di coniugare tensione psicologica e atmosfere cupe. Questo film si distingue per la sua ambientazione claustrofobica e l’elemento sovrannaturale, richiamando alla mente pellicole come The Descent (2005) di Neil Marshall e As Above, So Below (2014), ma con un’impronta più marcatamente francese, caratterizzata da un ritmo teso e una narrazione concentrata sui personaggi.

Ambientato nel 1956 nel nord della Francia, The Deep Dark segue un gruppo di minatori che, durante una missione sotterranea, scoprono una cripta antica e risvegliano una creatura mostruosa. Il film esplora temi come la paura dell’ignoto, la lotta per la sopravvivenza e la tensione tra la modernità e le leggende ancestrali. Turi, noto per il suo precedente lavoro Meander (2020), continua dunque a esplorare il tema della claustrofobia, ma in questo caso lo arricchisce con elementi horror lovecraftiani, creando un’atmosfera di terrore psicologico e fisico.

Il film ha ricevuto recensioni contrastanti: se da un lato è stato apprezzato per la sua capacità di creare suspense e per l’originalità della trama, dall’altro è stato criticato per la mancanza di profondità nei personaggi e per alcune scelte narrative che non hanno pienamente soddisfatto le aspettative. Nonostante ciò, The Deep Dark ha ottenuto riconoscimenti in festival internazionali, tra cui il Fantastic Fest, dove è stato premiato come miglior film horror. Nel resto dell’articolo, si fornirà una spiegazione dettagliata del finale del film e del suo significato simbolico.

Amir El Kacem in The Deep Dark

La trama di The Deep Dark

Il film è ambientato nel Nord della Francia nel 1956. Amir (Amir El Kacem), un giovane immigrato marocchino in cerca di fortuna, viene assunto come manovale in una miniera di carbone. Incaricato di unirsi a una squadra esperta guidata da Roland Neuville (Samuel Le Bihan), Amir partecipa a una missione insolita. Deve accompagnare il misterioso Professor Berthier (Jean-Hugues Anglade) a oltre mille metri di profondità per eseguire delle rilevazioni geologiche. Ma qualcosa nel comportamento del professore non convince la squadra. Berthier insiste per scavare in un punto preciso della miniera, ignorando ogni protocollo di sicurezza. Quando una frana improvvisa li intrappola nel sottosuolo, i minatori cercano disperatamente una via di fuga.

Durante l’esplorazione, si imbattono però in una grotta antichissima: la cripta dei Dannati di Saint Louis, teatro di un misterioso crollo avvenuto esattamente cento anni prima, che aveva sepolto vivi decine di uomini. Tra resti umani, iscrizioni oscure e reliquie dimenticate, la squadra scopre un sarcofago sigillato appartenente a una civiltà arcaica. Spinti dalla curiosità, alcuni membri profanano la tomba, risvegliando una creatura primordiale, assetata di sangue, decisa a tornare a regnare sulla superficie. Intrappolati nei cunicoli bui e senza possibilità di comunicare con l’esterno, i minatori devono affrontare non solo le insidie del sottosuolo, ma anche la furia sovrannaturale che hanno inconsapevolmente scatenato.

La spiegazione del finale del film

Nel terzo atto di The Deep Dark, la tensione raggiunge il suo apice quando Amir e il gruppo di minatori sopravvissuti affrontano le conseguenze delle loro scelte e dell’avidità che li ha spinti a cercare il tesoro nascosto. Dopo aver scoperto la cripta custodita da Moknorot, la creatura mostruosa legata alla leggenda della miniera, il gruppo si trova intrappolato tra crolli, passaggi labirintici e trappole ancestrali. La creatura, risvegliata dalla profanazione della tomba, inizia a eliminare i minatori uno ad uno, generando una serie di inseguimenti claustrofobici e mortali all’interno dei tunnel, con la paura e il senso di colpa che crescono in modo palpabile.

Il climax del film si sviluppa con Amir e i suoi compagni costretti a fare scelte drastiche: seguire percorsi sconosciuti o affrontare direttamente Moknorot. L’esplorazione della cripta rivela camere sacrificali e simboli misteriosi, lasciando intravedere l’arrivo imminente di un’entità ancora più grande, un “Grande Antico” alla maniera lovecraftiana. Berthier, il professore, spinto dalla sua ossessione per il tesoro e dal desiderio di controllo, si lascia sorprendere dalla creatura, trovando una morte cruenta. Intanto, Amir deve affrontare un gioco mortale in cui la sopravvivenza passa attraverso l’ingegno, la collaborazione e il sacrificio, mentre la creatura continua a seminare terrore tra i superstiti.

The Deep Dark cast film

Il finale del film vede Amir e Roland affrontare Moknorot in un confronto diretto, utilizzando il detonatore lasciato a disposizione come ultima risorsa per fermare la creatura. Nonostante le numerose perdite tra i compagni, i due protagonisti riescono a sacrificarsi, facendo esplodere la miniera e distruggendo il mostro. Questa conclusione chiude la narrazione principale con una risoluzione fisica e simbolica, in cui l’avidità, la curiosità e la sete di potere vengono punite, mentre il coraggio e il sacrificio emergono come valori centrali. L’epilogo sottolinea il costo umano di affrontare l’ignoto e il sovrannaturale.

Il finale mette dunque in luce come The Deep Dark completi i temi principali del film: la claustrofobia, la lotta per la sopravvivenza e il confronto tra l’uomo e l’ignoto. La morte dei protagonisti e dei minatori meno cauti rappresenta la punizione per l’avidità e per la mancanza di rispetto verso forze antiche e incomprensibili. La scelta di far sopravvivere Amir fino all’ultimo momento utile, pur sacrificandosi, riflette il tema della redenzione personale attraverso il coraggio e la collaborazione. L’orrore diventa quindi anche morale, oltre che fisico, e sottolinea la tensione psicologica costruita lungo tutto il film.

Infine, The Deep Dark lascia al pubblico un messaggio complesso: la curiosità e il desiderio di possesso senza rispetto per le regole e per l’ambiente possono portare a conseguenze devastanti, mentre il coraggio, l’ingegno e il sacrificio personale emergono come strumenti di salvezza, anche a costo della vita. La narrazione enfatizza come l’uomo debba misurarsi con forze che lo sovrastano, rispettando la memoria storica e le leggende che custodiscono insegnamenti antichi. In questo senso, il film unisce l’horror fisico a una riflessione più profonda sulle responsabilità individuali e collettive.

Scopri anche il finale di:

Gianmaria Cataldo
Gianmaria Cataldo
Laureato con lode in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza e iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio come giornalista pubblicista. Dal 2018 collabora con Cinefilos.it, assumendo nel 2023 il ruolo di Caporedattore. È autore di saggi critici sul cinema pubblicati dalla casa editrice Bakemono Lab.
- Pubblicità -
 

ALTRE STORIE

- Pubblicità -