The Six Triple Eight: la straordinaria storia vera dietro il film Netflix

-

The Six Triple Eight porta finalmente su Netflix una delle storie meno raccontate ma più incisive della Seconda Guerra Mondiale: quella del 6888th Central Postal Directory Battalion, il primo e unico battaglione femminile interamente composto da donne afroamericane dell’U.S. Army. Il film scritto e diretto da Tyler Perry – con Kerry Washington nei panni della comandante Charity Adams – restituisce dignità e visibilità a un gruppo di soldatesse che ha combattuto su tre fronti: la guerra, la segregazione e il sessismo. La loro missione era apparentemente semplice: smaltire milioni di lettere e pacchi accumulati in Europa, restituendo ai soldati il legame più prezioso e fragile con la vita oltre il fronte. Ma la posta, in realtà, era solo la superficie di una battaglia molto più grande.

Nel corso del film emerge chiaramente come il motto del battaglione, “No mail, no morale”, fosse molto più di una frase simbolica: era la consapevolezza che quelle donne non stavano solo ordinando missive, ma alimentando la speranza di milioni di militari in un momento storico devastante. La storia reale, oggi riportata alla ribalta grazie al film Netflix, racconta di una missione portata avanti in condizioni disumane, contro pregiudizi radicati e senza il riconoscimento che avrebbero meritato. The Six Triple Eight diventa così un racconto di emancipazione, resistenza e memoria storica.

L’origine del battaglione: quando alle donne non era permesso servire nell’Esercito

Per comprendere la portata storica del Six Triple Eight bisogna tornare al 1942, quando le donne non erano ancora ammesse a supportare ufficialmente l’Esercito statunitense. Solo dopo l’attacco di Pearl Harbor, con la crescente necessità di personale, venne creato il Women’s Army Auxiliary Corps, poi trasformato nel Women’s Army Corps (WAC). Tra le migliaia di donne che risposero alla chiamata figurava una ventitreenne insegnante della Carolina del Sud: Charity Adams.

La giovane Adams, attratta dalle promesse di leadership e carriera, non poteva immaginare che sarebbe diventata la prima donna afroamericana a ricoprire il grado di ufficiale nell’Esercito degli Stati Uniti e la comandante del neonato 6888th Battalion. Il reparto nacque nel dicembre 1944 per risolvere un problema enorme: milioni di lettere e pacchi diretti ai 7 milioni di soldati americani in Europa erano rimasti bloccati in depositi sovraffollati, causando un drastico calo del morale.

La squadra era composta principalmente da donne afroamericane, con alcune soldatesse ispaniche e caraibiche, di età compresa tra i 17 e i 52 anni. Prima di partire per l’Europa, dovettero affrontare addestramento militare, uso delle maschere antigas e, soprattutto, il peso della segregazione: fontane separate, alloggi separati, commenti sessisti e razzisti da parte dei superiori maschi. Ma Adams mantenne saldo il gruppo, trasformando l’unità in una forza coesa e determinata a dimostrare il proprio valore.

La missione in Europa: magazzini gelidi, cibo marcio, blackout e turni massacranti

Il battaglione raggiunse l’Europa il 14 febbraio 1945, sbarcando a Glasgow e raggiungendo Birmingham, dove si trovavano i sei giganteschi magazzini pieni di posta non consegnata. Le condizioni erano terribili: pacchi marciti, cibo deteriorato, ratti, freddo pungente, nessun riscaldamento. Le donne lavoravano in blackout, con le finestre oscurate per evitare di attirare l’attenzione dei bombardieri tedeschi. Il gelo e la scarsa illuminazione causarono malesseri, stanchezza cronica e problemi agli occhi.

A tutto questo si aggiungevano le discriminazioni delle organizzazioni americane presenti in Europa. Il caso più eclatante fu quello della Croce Rossa, che rifiutò di ospitare le soldatesse afroamericane negli stessi hotel riservati agli altri membri del WAC. Adams reagì boicottando apertamente l’iniziativa, un gesto di resistenza che dimostrò quanto il battaglione fosse determinato a non accettare passivamente le ingiustizie.

Nonostante tutto, il Six Triple Eight non si fermò. Le donne lavorarono a turni di otto ore, sette giorni su sette, e in soli tre mesi smaltirono più di 17 milioni di lettere – la metà del tempo previsto. A missione conclusa furono inviate a Rouen, in Francia, dove in cinque mesi eliminarono l’arretrato di posta accumulato in tre anni.

Il ritorno negli Stati Uniti e il mancato riconoscimento: una ferita lunga ottant’anni

La guerra finì nel 1945, e nel febbraio 1946 il battaglione venne ufficialmente sciolto al rientro a Fort Dix. Nessuna cerimonia, nessuna parata, nessun ringraziamento. Le donne del Six Triple Eight scomparvero rapidamente dalla memoria collettiva, schiacciate dal razzismo dell’epoca, che negò loro perfino un riconoscimento simbolico per aver sostenuto milioni di soldati.

Solo nel marzo 2022, quasi ottant’anni dopo, il presidente Joe Biden conferì al 6888th Battalion la Congressional Gold Medal. Un gesto tardivo ma significativo, che ha permesso alla storia di emergere dal silenzio. Come sottolineato dagli archivisti americani, la mancanza di riconoscimento rispecchiò in pieno il trattamento riservato a molti veterani afroamericani dell’epoca: indifferenza, ostilità, cancellazione.

Charity Adams Earley: una vita dedicata al servizio e alla leadership

Dopo la guerra, Charity Adams – che in seguito prese il cognome Earley – continuò la sua missione di servizio pubblico. Divenne tenente colonnello, il grado più alto possibile nel WAC, proseguì gli studi grazie al GI Bill e ricevette incarichi prestigiosi in ambito educativo e organizzativo. Negli anni Cinquanta si stabilì a Dayton, Ohio, dove fondò programmi di formazione per la leadership afroamericana e ricoprì ruoli di responsabilità nella Croce Rossa locale. Morì nel 2002, lasciando un’eredità che oggi viene finalmente riconosciuta grazie al film di Tyler Perry.

L’eredità del Six Triple Eight e il valore del film Netflix

Oggi sopravvivono solo pochissime veterane del battaglione, ma il loro impatto è finalmente celebrato attraverso cinema, musei e programmi educativi. The Six Triple Eight non è soltanto un film storico: è un atto di giustizia verso un gruppo di donne che, tra razzismo, guerra e pregiudizi, riuscirono a dimostrare che il coraggio non ha genere né colore. Il film restituisce voce a una storia rimasta a lungo nell’ombra, permettendo a nuove generazioni di conoscere il contributo decisivo delle donne afroamericane alla vittoria degli Alleati.

Redazione
Redazione
La redazione di Cinefilos.it è formata da un gruppo variegato di appassionati di cinema. Tra studenti, critici, giornalisti e aspiranti scrittori, il nostro gruppo cresce ogni giorno, per offrire ai lettori novità, curiosità e informazione sul mondo della settima arte.
- Pubblicità -

ALTRE STORIE

- Pubblicità -