Diretto nel 2011 da Gavin O’Connor, Warrior si colloca perfettamente all’interno della filmografia del regista, per il modo in cui fonde azione e dramma con un’intensa componente emotiva. Già noto per Miracle (2004), basato sulla vera storia della squadra di hockey statunitense, e per Pride and Glory (2008), O’Connor ha spesso raccontato storie di uomini in conflitto – con il mondo, con la famiglia, con se stessi. Con questo film, firma una delle sue opere più riuscite, capace di coniugare l’energia di un film sportivo con la profondità di un dramma familiare. A sostenere il tutto, un cast potente guidato da Tom Hardy, Joel Edgerton e Nick Nolte, quest’ultimo poi candidato all’Oscar per il suo ruolo.
Il film racconta la storia di due fratelli separati da anni – Tommy e Brendan – che si ritrovano a gareggiare nello stesso torneo di arti marziali miste, lo “Sparta”, ognuno per motivi personali e profondamente diversi. Intorno a loro, la figura del padre alcolizzato in cerca di redenzione e una serie di dinamiche familiari spezzate, cariche di dolore e rabbia repressa. Ma Warrior non è soltanto una storia di lotta fisica: è un racconto di riconciliazione, perdono e sacrificio, costruito con una sensibilità che lo eleva al di sopra del tipico film sportivo.
Temi come la seconda possibilità, la redenzione e il peso delle scelte personali sono centrali nell’evoluzione dei personaggi. Il contesto sportivo dell’MMA diventa così la metafora perfetta per affrontare i conflitti interiori dei protagonisti. Proprio per la sua intensità e il suo realismo emotivo, molti spettatori si chiedono: Warrior è tratto da una storia vera? Nei prossimi paragrafi risponderemo a questa domanda, analizzando le fonti d’ispirazione del film e il suo legame con eventi reali.
Warrior è basato su una storia vera?
La risposta è che no, Warrior non è basato su una storia vera. La sceneggiatura – scritta da Gavin O’Connor, Anthony Tambakis e Cliff Dorfman – è interamente inventata e concepita originariamente per il film. Secondo il co-sceneggiatore e regista O’Connor, il film è però nato da “qualcosa” della sua vita personale. “Credo che l’idea o la comprensione del perdono fosse qualcosa che stavo davvero cercando di afferrare, e quando dico questo non intendo solo le parole ma il vero perdono nel cuore”, ha dichiarato a GQ.
Oltre al tema del perdono, lo sfondo delle arti marziali miste deriva anche dalla vita personale di O’Connor. “Credo che contemporaneamente l’idea di esplorare le arti marziali miste come sfondo di un film mi allettasse perché sono un fan di questo sport, lo seguo da un po’ e non l’ho mai visto al cinema”, ha aggiunto. La storia di due fratelli allontanati si è poi aggiunta all’idea che O’Connor stava sviluppando. Per il regista, l’idea proponeva anche la questione di come “guarire e perdonare”, che ha influenzato i conflitti tra Tommy, Brendan e il loro padre.
La sfida successiva per O’Connor è stata quella di concepire il torneo e il conflitto di due fratelli che si battono in una gara a chi vince di più, il fulcro del dramma sportivo. “[…] ho preso spunto dai tornei Pride e K1 in Giappone, dove si svolgono i tornei Grand Prix. Ma questi ragazzi [Tommy e Brendan] sono in rotta di collisione tra loro, e poi quando devono entrare nella gabbia per il campionato mondiale dei pesi medi, per chi fai il tifo? E questa per me è stata una sfida interessante come regista, perché non ricordo di aver mai visto una cosa del genere prima d’ora, in cui ti viene chiesto di scegliere“, ha dichiarato a GQ.
Anche se il film è di fantasia, si possono fare dei paralleli tra i personaggi e le figure reali. La vita dell’ex campione dei pesi medi UFC Rich “Ace” Franklin, che era un insegnante di scuola superiore, assomiglia alla vita di Brendan come insegnante. Secondo quanto riportato, la vita del sergente dei Marines degli Stati Uniti Ewan G.P. Pennington ha invece parzialmente ispirato il passato di Tommy nel corpo dei Marines. Frank Grillo, che interpreta Frank Campana, si sarebbe ispirato all’allenatore di MMA Greg Jackson per concepire la sua performance.
L’“imbattibile” Koba nel film assomiglia invece a Fedor Emelianenko, un artista russo dei pesi massimi di arti marziali miste. Il personaggio del commentatore Bryan Callen ricorda il commentatore dell’UFC Joe Rogan. Sebbene la narrazione di Warrior sia effettivamente fittizia, nel film compaiono inoltre numerosi combattenti di MMA e personaggi degli sport da combattimento realmente esistiti, come Kurt Angle, Nate Marquardt, Anthony Johnson, Roan Carneiro, Yves Edwards, Amir Perets e Dan Caldwell. L’aggiunta di combattenti reali aumenta l’autenticità del film e lo avvicina quindi alla realtà.