Abel Ferrara parla di Padre Pio, il film con Shia Labeouf presentato a Venezia 79

A Venezia 79 Abel Ferrara ci ha raccontato della sua dedizione per la figura di Padre Pio e della produzione del suo nuovo film.

Abel Ferrara ha presentato in anteprima il suo nuovo film Padre Pio alle Giornate degli Autori della Mostra del Cinema di Venezia 2022. In conferenza stampa, ci ha raccontato cosa lo ha portato a voler riprendere nuovamente in mano la storia del personaggio, già affrontata nel documentario del 2016 Searching For Padre Pio, e a scegliere Shia LaBeouf come protagonista.

 

Cosa affascina così tanto Abel Ferrara di Padre Pio?  “Perché l’ho conosciuto la prima volta come un Santo e quindi mi è venuto spontaneo chiedermi, cosa rende una persona un santo. Io stavo lavorando a Napoli, e a Napoli è: o Marandona o Padre Pio. Quindi, mi sono chiesto chi fosse Padre Pio e quello che ho capito è che è prima di tutto una persona di compassione e servizio. Un uomo che non si è mai mosso dalla Puglia, che ha vissuto come in una gabbia, indossando abiti da monaco pesanti con temperature altissime e che si impegnava tutto il giorno ad ascoltare le confessioni degli altri: mio figlio è malato, i pomodori non crescono, ho fame. E lui trovava una soluzione a tutto. Questo l’ha reso universale senza mai muoversi nel mondo.”

É arrivato in Puglia senza possedere niente, su un asino. Ha costruito un ospitale da 35.000 euro in un posto in cui non c’era neanche l’acqua. Qualcosa di estremamente potente in un posto in cui non c’era nulla. Ha realizzato quello che voleva realizzare”. Come Pasolini, era anche un grande scrittore. Scriveva come Baudlaire. Ci ha aperto il suo cuore con la scrittura. Il film è basato quasi interamente sui suoi scritti. E su un evento che si, é misconosciuto, ma è successo c***o. Perché un film su di lui? Per questo. Le sue sono parole estremamente evocative. Non ci siamo inventati nulla, è tutto vero quello che trovate nel film“.

La domanda sulla tanto chiacchierata conversione di Shia LaBeouf è sorta spontanea: questa svolta personale ha coinciso con la produzione di Ferrara? “La sua conversione è qualcosa avvenuto prima di quando ci siamo conosciuti, qualcosa che faceva già parte in quel momento di una situazione di crisi che stava vivendo, come le stigmate e il massacro, che sono due eventi che accadono in contemporaneo. Prima non ci conoscevamo proprio, ci siamo trovati su zoom e questo è un miracolo in sé”.

Uno dei punti di forza di Padre Pio è sicuramente la colonna sonora: Abel Ferrara ha parlato approfonditamente del suo rapporto con il compositore Joe Delia, che va avanti da tantissimi anni:  “Come negli altri film con lui l’obiettivo principale era quello di realizzare qualcosa che potesse essere musicalmente tradizionale, come Nino Rota Morricone Cage, ma volevamo anche ottenere qualcosa di diverso e organico.” “Negli ultimi film avevamo 3 musicisti. Hanno realizzato le musiche ancora prima della sala montaggio, poi ci sono stati altri due pezzi importanti: il canto dei monaci, pezzi che hanno 500 anni. Shia l’ha imparato, gli altri monaci sono tutti monaci veri. Questi tre musicisti hanno preso i testi dei monaci e li hanno esplorati“.

La trama di Padre Pio di Abel Ferrara è ambientata durante la fine della Prima Guerra Mondiale, quando i giovani soldati italiani tornano a San Giovanni Rotondo, una terra povera, violenta, sulla quale la chiesa e i ricchi proprietari terrieri esercitaano un dominio incontrastato. Le famiglie sono disperate, gli uomini, seppur vittoriosi, appaiono distrutti.

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