Dante Ferretti racconta la sua vita tra Pasolini, Fellini e Scorsese al Pesaro Film Festival

Lo scenografo italiano premio Oscar racconta la sua vita

Dante Ferretti

Una vita dedicata al cinema quella che Dante Ferretti racconta al Pesaro Film Festival dove insieme a David Miliozzi presenta la prima autobiografia Immaginare prima. Le mie due nascite, il cinema, gli Oscar. Scritta in occasione dei suoi 80 anni, il tre volte premio Oscar porta il lettore dietro le quinte della sua vita lavorativa tra Macerata e Hollywood nel segno di Cinecittà che porta sempre nel cuore.

 

Quando avevo un anno e mezzo a Macerata, dove sono nato, è stata bombardata una caserma. Casa mia è crollata e sono rimasto bloccato sotto le macerie e mi sono salvato perché mi è caduto addosso un mobile. Mia madre mi ha cercato insieme a una sua amica e a un certo punto hanno sentito qualche rumore, hanno alzato il mobile e mi hanno trovato. Appena le ho viste ho detto Ciak. Almeno è quello che mi è stato raccontato. In qualche maniera è tutto collegato”.

Il lungo viaggio verso la maturità 

Prima di lavorare con registi come Pasolini, Fellini, Rossellini, Petri, Dante Ferretti racconta la sua lunga carriera scolastica non certo promettente. “Ho superato la maturità senza che nessuno ci credesse. Tutti mi guardavano sbalorditi. Dopo anni in cui venivo sempre rimandato a settembre ho superato la maturità con il massimo dei voti. Prima del diploma ho detto a mio padre che sarei voluto andare a studiare scenografia a Roma all’Accademia delle Belle Arti, mio padre mi disse ‘Così vieni rimandato pure lì’”. 

Una vita segnata dalle coincidenze

L’incontro con Luigi Scaccianoce è stata sicuramente una svolta nella carriera di Dante Ferretti. Fin da ragazzo ha lavorato come aiuto scenografo e ricorda con minuzia tutti i nomi e i momenti passati con ognuno dei registi con cui ha lavorato. Ricorda il rispetto di Pier Paolo Pasolini, l’esuberanza di Martin Scorsese e la complicità con Federico Fellini.

Pasolini aveva le idee più brillanti e io lo seguivo. Gli stavo bene per questo, perché lo assecondavo. Nonostante gli 11 film insieme ci siamo sempre dati del lei”. Ferretti ricorda con chiarezza i giorni della settimana quando venne chiamato da Rossellini che ha fatto da intermediario per Medea, il film di Pasolini.

Ero appena tornato da Ponza, mi chiama un mio amico per andare al mare. Era domenica. Io non volevo andare ma alla fine mi sono lasciato convincere. Quando mi venne a prendere mi sono ricordato che non avevo preso il costume quindi sono risalito a casa. Squilla il telefono. Era Rossellini. ‘Dantino’, mi dice, ‘sono con Pasolini in Cappadocia, ti vuole per girare Medea’. Sono partito per Istanbul il giorno dopo senza idea di cosa fare. Loro non avevano girato neanche un metro di pellicola, stavano aspettando me”.

Sono sei, invece, i film che Dante Ferretti ha girato con Federico Fellini, ma ce n’è voluta di strada. Dopo le prime collaborazioni come aiuto scenografo sotto la guida di Scaccianoce, ad un certo punto la collaborazione tra il regista e lo scenografo si interrompe. Anni dopo Fellini e Ferretti si rincontrano: “Lui voleva ancora lavorare con me. Gli dissi ‘Vediamoci tra dieci anni quando avrò più esperienza’”.

Come ha convinto Scorsese

Hugo CabretCon L’età dell’innocenza si inaugura il sodalizio tra Dante Ferretti e Martin Scorsese. Poi arrivano gli Oscar, Hugo Cabret – che per l’occasione è stato proiettato al Pesaro Film Festival.

“È stato Fellini a presentarmi Martin Scorsese, la prima volta, era durante il matrimonio con Isabella Rossellini. Da lì abbiamo iniziato a collaborare. Ricordo ancora come l’ho convinto a girare Gangs Of New York qui a Cinecittà. Gli ho spiegato che per le ambientazioni che aveva in mente lui Cinecittà era perfetta. Venne a Roma con il suo aereo privato e gli ho fatto girare i teatri, le vie. Quando ha visto i modellini si è convinto. Gangs of New York è girata interamente a Cinecittà”.

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