Gabriele Salvatores presenta Italy in a Day: “L’Italia è un paese che soffre con dignità”

Italy in a Day“L’Italia che viene fuori da questi video è un Paese ferito, è un Paese che soffre con dignità e che non ha chiuso le finestre verso il futuro. C’è un senso di tenerezza verso la vita, verso l’umanità, che ho trovato positiva.” A parlare è Gabriele Salvatores che al Festival di Venezia 2014 ha presentato Fuori Concorso il suo Italy in a Day – Un giorno da italiani, progetto ideato da Ridley Scott e adottoato per l’Italia da Salvatores. Il prodotto finale è un film realizzato dagli italiani che hanno raccontato le loro giornate, le loro paure, le loro storie, la loro vita. Il regista si è quindi trovato a dover mettere ordine in mezzo a quasi 45mila video. Il risultato è un film sui generis, che non è di fiction ma non si può nemmeno considerare un documentario (o un mocumentario).

 

“Quello che avete visto è quello che abbiamo ricevuto, ho dovuto fare qualche scelta ma in proporzione è esattamente quello che c’è. Su 45mila non più di 3, 400 video avevano forti connotazioni sociali. Nei video ci sono tanti poveri, mentre non ci sono ricchi. Questa è una cosa interessante: come mai nessun professionista affermato ha sentito la necessità di mandare un proprio filmato?”

I video sono montati in ordine cronologico, dalla mezzanotte alla mezzanotte successiva del 26 ottobre 2013, e la struttura narrativa ‘oraria’ è stata realizzata mettendo insieme i filmati arrivati, tutti che rappresentano quotidianità spensierate o comuni, nonostante sia molto presente una dimensione di difficoltà che incombe su tutti e sull’Italia stessa.

“Se io fossi un politico italiano oggi – ha continuato Salvatores – sarei più colpito dalla quotidianità dei video che da certe discussioni o risse che vediamo in tv. Perchè la protesta sociale oggettiva e fondamentale è sotto gli occhi di tutti. La voglia di mantenere la dignità o di desideri che non siano solo quelli legati al cellulare nuovo, che passa attraverso queste persone semplici è bella, mi toccherebbe di più, mi sentirei responsabile, come mi sono sentito responsabile della scelta dei video e delle storie che ho deciso di raccontare. Sarebbero delle persone di cui dovrei occuparmi.”

 

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