La mossa del pinguino Claudio Amendola presenta il suo esordio da regista

La Mossa del PinguinoIncontro stampa per La mossa del pinguino, con cui Claudio Amendola esordisce alla regia con tra sport, divertimento e problemi di ogni giorno, affiancato da un cast di amici (Edoardo Leo, Antonello Fassari, Ricky Memphis, Francesca Inaudi, Ennio Fantastichini).

 

Com’è nato il progetto?

Claudio Amendola:Edoardo sapeva che stavo cercando una storia con cui debuttare. Quando ha letto questo soggetto (di Michele Alberico, Giulio Di Martino e Andrea Natella ndr) l’ha trovato giusto per me. lo me ne sono subito innamorato: parlava di sogno, sport e amicizia, i temi che volevo affrontare. Abbiamo lavorato per renderlo più simile alla nostra idea di cinema”.

Edoardo Leo:Conosco il progetto dal 2005. Amavo il personaggio di Bruno e volevo qualcuno che mi dirigesse. Siccome è una storia delicata, di sport, d’amore, con elementi molto intimi, conoscendo il lato più “sentimentale” di Claudio, pensavo fosse la  persona giusta”. E a proposito dei film sui precari: “Oggi se ti propongono un film, è sempre la storia di un precario, ma noi spesso abbiamo trovato i film sui precari poco aderenti. C’era sempre un piagnucolare eccessivo, o il dramma. Volevamo raccontare dei disagiati, con molti problemi, ma non necessariamente infelici per questo”.

Come nasce il desiderio della regia?

C. A.:La parte tecnica di questo mestiere mi ha entusiasmato da subito. Gli anni davanti alla macchina da presa sono stati quasi un tirocinio per arrivare pronto a questo momento”.

Quanto c’è di vostro nei personaggi?

E. L.: “Volevo spiegare alle donne perché un uomo, se lo inviti a un matrimonio a 100 metri da casa non ci viene, ma se si deve alzare alle 4:30 per andare a giocare a calcetto il 3 gennaio, ci va. Il motivo è che abbiamo questa parte anche molto ingenua e per certi versi stupida, che però è una caratteristica di una generazione (quella mia e di Claudio). Quell’ingenuità ha in sé una poesia”.

Com’è stato dirigere degli amici?

C. A.:Proporre loro il film è stato un colpo gobbo. Neno l’ho scritto su Antonello. Ricky non poteva non partecipare al mio esordio, con lui ho fatto le cose più belle della mia carriera; poi volevo una perla nel cast e ho provato a chiedere a Ennio di partecipare”.

Un commento all’Oscar italiano

C. A.:Speriamo faccia molto bene al nostro cinema. Sono molto contento del riconoscimento. Ho amato al 50%  il film, ma capisco che sia un film che vince l’Oscar”.

Cosa vi è piaciuto del lavoro e dei vostri personaggi?

Ennio Fantastichini:Mi ha colpito l’idea dell’abbandonarsi a un sogno in un paese che sembra abbia rinunciato ai suoi, e una visione dello sport non prettamente competitiva. Poi, finalmente, nessuno vive in un loft di 400 mq, ma c’è un forte legame con la nostra attuale contingenza”.

Antonello Fassari:Il mio è uno di quei personaggi che una volta stavano nelle bische, tipico degli anni ’70, un sopravvissuto. La cosa  pesante del film è stato il curling, a cui siamo arrivati assolutamente impreparati”.

In sala dal 6 marzo in 200 copie.

La mossa del pinguino

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