Prey: l’incontro con Dan Trachtenberg, regista del prequel di Predator

Prey film 2022

È passato un po’ di tempo da quando è uscito il suo primo film, 10 Cloverfield Lane, e ora Dan Trachtenberg è pronto a tornare con un progetto davvero insolito ed interessante, che si colloca in uno dei franchise più amati al mondo, che abbiamo ereditato dai prolifici anni ’80: Prey è infatti il presule di Predator, e vede il temibile cacciatore diventare la preda di una dotata guerriera Comanche, 300 anni fa.

 

In occasione della conferenza stampa del film, Dan Trachtenberg ha spiegato come mai proprio adesso è tornato alla regia e come mai proprio con Prey. Come spesso accade a Hollywood, quando alcuni progetti hanno un tempo di gestazione estremamente lungo, Prey rientra proprio in quel gruppo di progetti. L’idea era arrivata poco dopo l’uscita di 10 Cloverfield Lane nel 2016 e dopo un anno aveva cominciato a sviluppare il film. Tuttavia tutto si è concretizzato all’inizio del 2020, e in quel momento tutto il mondo si è fermato.

Un sacco di elementi hanno contribuito al ritardo del film – ha spiegato il regista – ma l’idea alla base è stata quella di realizzare un film che fosse guidato dall’azione. Volevamo che il film fosse emozionante e che avesse un grande cuore, e questo è stato possibile perché abbiamo reso una ragazza che non viene presa in considerazione, non considerata una minaccia, un’emarginata e abbiamo inserito questo personaggio all’interno di uno scenario puramente action. È diventato un film in cui l’eroe è proprio quello che non ti aspetti.”

Ma la scelta di immergersi nel mondo di Predator con questo prequel è nata, per Trachtenberg, da un’esperienza personale. A quanto pare, da piccolo i suoi genitori gli proibivano di guardare film violenti e lui non era riuscito a vedere il primo Predator, a differenza dei suoi compagni di classe, che gli raccontarono per filo e per segno la storia. Al piccolo Dan rimase impressa una scena particolare di quel racconto: uno scout nativo americano che combatteva contro il Predator sotto la pioggia. “Quando poi ho visto il film – ha spiegato Trachtenberg – quella scena non c’era! E così ho sentito il desiderio di girarla io. Il film è il risultato di un sacco di elementi e di influenze.”

Il film si concentra intorno al personaggio di Naru, una giovane Comanche che sogna di diventare cacciatrice, ma essendo donna viene destinata ad altre mansioni. Questo non le impedisce di allenarsi con ascia e arco e frecce, capacità che le torneranno molto utili nella sua avventura. A interpretarla Amber Midthunder, che dopo molti ruoli secondari al cinema e in tv, qui è la protagonista assoluta. “La mia prima audizione per il film l’ho fatta prima della pandemia, poi il progetto è come sparito. Quando mi hanno richiamata, non avevo capito subito cosa fosse. Mi hanno detto che avrei dovuto rifare l’audizione e mi è venuto da piangere, ero nervosissima perché sapevo che era un film ambientato in un franchise così importante.” Nonostante la tensione, Midthunder ha gestito benissimo il suo personaggio e soprattutto le scene d’azione, di cui il film è pieno e che ha comportato un allenamento intensivo in un campo dedicato.

Al suo fianco, nei panni del fratello Taabe, c’è l’esordiente Dakota Beavers, che non immaginava di finire a fare l’attore, ma che si è rivelato la scelta giusta per questo guerriero e cacciatore che deve riconoscere la superiorità della sorella, almeno dal punto di vista della tattica. “Era la mia prima volta ma tutti sono stati molto gentili con me, e molto pazienti. Ho imparato un mucchio di cose per questo film e credo che tra tutte, la stil che userò di più sarà andare a cavallo. Prima di ottenere questo ruolo, avevo visto solo il primo film della saga, e poi ho visto tutti gli altri. Ho capito subito che non si scherzava e che avevo molte cose da fare.”

Dal punto di vista della produzione, l’apporto di Jhane Myers è stato fondamentale. La produttrice Comanche è famosa a Hollywood per la sua dedizione e ila sua cura nei dettagli della rappresentazione della sua cultura, e in Prey non poteva esserci persona migliore per fare sì che i Comanche di 300 anni fa, protagonisti della storia, fossero rappresentati con il giusto grado di verità, sia dal punto di vista estetico, degli usi e dei costumi, che dal punto di vista linguistico. “Il film è ambientato in un periodo di cui non abbiamo molte foto e quindi pochissimi riferimenti, ma ci siamo affidati all’arte figurativa dell’epoca e soprattutto siamo riusciti ad avere un margine creativo.” E il risultato è rimarchevole.

Prey arriva il 5 agosto su Disney+ nel catalogo Star.

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