Tom Hardy parla di Locke, al cinema dall’1 maggio

Locke

Tutti parlano di lui, e a ragione. Locke è il film del momento: visto in anteprima all’ultimo Festival di Venezia, il film diretto da Steven Knight e interpretato da Tom Hardy è un vero piccolo gioiello, che si fonda completamente sulla regia accurata e un protagonista stratosferico.

 

Ecco cosa Tom Hardy ha raccontato a Variety del film che sarebbe dovuto essere un cortometraggio.

-Da dove è nata l’idea?

“Steven (Knight) stava testando delle riprese esterne a veicoli in movimento, e ha pensato che fossero ipnotiche e bellissime.”

-Come sei stato scelto?

“Stavamo parlando d’altro, e poi è venuta fuori l’idea per la storia di un uomo ordinario chef a un viaggio che inizia con lui che ha tutto, e finisce in un niente. Era un cortometraggio che è diventato poi un lungo di 90 pagine.”

-L’avresti fatto se si fosse trattato di un corto?

“Farei qualsiasi cosa per Steven ad essere onesti. Ero stuzzicato dalla premessa. Non per essere grezzo, ma l’ho visto come un film di studenti fatto da professionisti. Eravamo insieme per creare qualcosa in pochissimo tempo, e avevamo una sceneggiatura molto solida. Ed è venuto fuori questo film.”

-Sandra Bullock ha detto che quando ha lavorato a Gravity si è sentita sola. Ti sei sentito isolato tu?

“Non proprio. Ero con tutti I miei amici. Avevo un’intera squadra a circondarmi.”

-Avevate paura che non avrebbe funzionato?

“Non potevamo fallire.”

-Perchè?

“E’ uno sforzo creativo. La sceneggiatura è così difficile. Il dialogo si muove tra il sequitur e non-sequitur. C’è una traiettoria. I personaggi e le relazioni sono così diverse, c’è tanto di mio. Non potevi sbagliare oltre a non sforzarti. Sai cosa voglio dire? Non si tratta del successo economico del film. Se nessuno lo ha registrato, l’abbiamo visto in una stanza, ho avuto questa sceneggiatura. Siamo usciti dicendo che era una cosa fottutamente divertente. Davvero buona da fare. La domanda è relativa allo svolgimento. Al pubblico sarebbe piaciuto tanto quanto a noi è piaciuto farlo?”

-Avevate un grosso budget?

“Come quello di Bronson, piccolo. Meno di 2 milioni, il che vuol dire che le persone ti lasciano lavorare di più in libertà.”

-Hai avuto distrazioni?

“Naturalmente. Ricevevo telefonate quando lo decideva Steve. Stavo seduto in macchina e aspettavo, e la telefonata arrivava e sapevo cos’era. Ma non sapevo quando sarebbe arrivata. Avevo la febbre, per davvero, e avevo bisogno del mio Dayquil. Stavamo riprendendo e io avevo bisogno della mia medicina, così l’ho presa, mentre la ripresa continuava. Tutta la roba con il fazzoletto nel polsino, che è una cosa da mamma e papà, avere una scorta di fazzoletti da qualche parte. Sono cose che nella vita succedono, esistono, perchè non usarle?”

-Dopo aver interpretato Bane ne Il Cavaliere Oscuro il Ritorno, faresti un altro cinecomic?

“Sì, certo.”

-Ti è stato offerto?

“No.”

-Interpreterai anche Elton John in un prossimo biopic. Ci sono scene d’amore nel film?

“Con Elton John? No, perché lo interpreto.”

-Sai cosa intendo. Elton ha scene d’amore?

“Non ti posso dire niente del film. E’ uno sguardo davvero interessante su di lui. E’ una specie di Billy Elliot che incontra Terry Gilliam.”

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