Venezia 78: Jane Campion mette l’accento sul cinema diretto da donne

Jane Campion
Foto di Luigi de Pompeis © Cinefilos.it

Tra i nomi di grande spessore che sono maggiormente attesi al Lido, per Venezia 78, quello di Jane Campion è sicuramente uno dei più illustri. Regista donna che ha raggiunto la fama e il riconoscimento mondiale molto prima che questo venisse incoraggiato, la regista ha parlato proprio della figura della regista donna, durante la conferenza stampa di presentazione di Il Potere del Cane, il suo ultimo film, prodotto da Netflix, con Benedict Cumberbatch, nella sezione in Concorso del Festival.

 

“Tutto quello che posso dire è che da quando è nato il movimento #MeToo, sento un cambiamento sostanziale nel tempo. È come se fosse caduto il muro di Berlino”. Campion ha citato Chloe Zhao (Nomadland) che, dopo aver vinto il Leone d’Oro lo scorso anno, ha vinto l’Oscar per la regia ad aprile e Julia Ducournau (Titane) che ha vinto la Palma d’oro a Cannes a luglio come esempi di progresso nel mondo del cinema per narratrici.

“Penso che le ragazze stiano andando molto bene. La grande perdita per tutti è che non ci sono abbastanza voci femminili”. Sottolineando che in tv il cambiamento è invece molto più rapido, in questo momento, tanto che lei stessa, già nel 2013, ha diretto la serie tv australiana Top of the Lake.

Campion ha detto che Netflix le ha dato il budget più grande di cui abbia mai disposto per il suo Il potere del Cane, film che ha deciso di girare, dopo aver letto il romanzo storico di Thomas Savage, del quale è appunto un adattamento. “In genere, non finisco quasi mai i romanzi in questo periodo, ma in questo mi sono completamente immersa”, ha detto Campion. “Nelle settimane successive, scene e temi del libro continuavano a tornarmi in mente, quindi non potevo dimenticarlo”.

Nel film, Benedict Cumberbatch interpreta Phil Burbank, un crudele proprietario di un ranch che non sopporta la nuova moglie di suo fratello, Rose (Kirsten Dunst). Cumberbatch si è trovato così a interpretare un personaggio che è saldamente radicato nei tropi della mascolinità tossica. “Penso che per me, la tossicità è un prodotto della sua cultura, della sua educazione, delle sue circostanze. Non è niente che sia concluso a tutti gli effetti. Viene fuori dalle circostanze. Quindi posso capirlo. Posso esaminarlo e apprezzarlo. Non perdonarlo, ma comprenderlo”.

Kirsten Dunst ha parlato di com’è stato creare un personaggio per Jane Campion: “C’è sicuramente una sensualità nei film di Jane: fai una sciarpa intorno al collo di qualcuno, dove crei qualcosa di magico”, ha detto Dunst. “C’è una sensibilità e una crudeltà nei suoi personaggi. Come una donna che osserva i suoi personaggi femminili nel corso degli anni, mi sembrano tutte delle vere donne”.

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