300 – L’alba di un impero: recensione del film

300 - L'alba di un impero

Diretto da Noam Murro e scritto da Kurt Johnstad e Zack Snyder, che produce anche, arriva al cinema 300 – L’alba di un impero, sequel ideale di 300 di Zack Snyder ma che in realtà racconta degli eventi che sono avvenuti per la maggior parte in parallelo con la lotta delle Termopili dove furono sconfitti i 300 spartani di Leonida.

 

300 – L’alba di un impero ha per protagonista l’ateniese Temistocle (Sullivan Stapleton), eroe della battaglia di Maratona, che si trova a far fronte alla temibile flotta persiana, guidata dalla sanguinaria Artemisia (Eva Green), generale dell’esercito di Serse e assetata di vendetta contro i greci. Gli ateniesi in particolare, non vogliono sottostare al giogo persiano, non vogliono inginocchiarsi e vogliono conservare la loro democrazia, ma quanto costerà loro questo desiderio?

Murro ci racconta, con grande destrezza, una storia principalmente ambientata in mare, in mezzo straordinarie e scenografiche battaglie navali tra il colosso persiano e le misere flotte ateniesi, che non sono in grado di preoccupare Artemisia. A differenza del suo predecessore, 300 – L’alba di un impero presenta una sceneggiatura farraginosa, dove non si riesce a decidere da che parte schierarsi (sembrano non averlo deciso nemmeno gli sceneggiatori) e tra un Temistocle uomo comune e una Artemisia con unghie affilatissime e uno sguardo ancora più affilato, il primo sembra soccombere. Ebbene, il protagonista, che dovrebbe essere il prode eroe insieme al quale lo spettatore ride, piange e esulta (come con il Leonida di Gerard Butler) qui cede il passo alla carismatica condottiera persiana, merito di un personaggio meglio tratteggiato e di un’attrice che in qualunque contesto rimane straordinaria. Gli effetti speciali si fanno più truculenti, il sangue scorre a fiumi, anzi a onde, e i morti sono innumerevoli. La spettacolarità è garantita dall’ambientazione marittima delle battaglie e il divertimento nasce spesso soprattutto dall’ironia volontaria, o dall’imbarazzo che si manifesta in momenti inevitabili e inevitabilmente poco riusciti.

300 - L'alba di un impero

Tornano in questo film per piccoli ruoli il re persiano Serse (Rodrigo Santoro), la regina Gorgo (Lena Headey) e il prode Dilios (David Wenham), che collegano la storia a quella del film precedente, oltre a due piccoli cameo di Butler e addirittura di Michael Fassbender che torna ad indossare per un attimo il cremisi spartano.

300 – L’alba di un impero è un film al di sotto del suo predecessore, ma resta un buon prodotto di intrattenimento, che si perde a volte nella ridondanza di alcune situazioni e nell’ossessiva ricorrenza alla voce fuori campo, ma che regala qualche ora di divertimento senza pretese sul grande schermo.

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Chiara Guida
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Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
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