In A Bigger Splash nel piccolo lembo di mare che separa la Tunisia dalla Sicilia vi è un’isola molto particolare, simbolo eterno di contrasti e contraddizioni, Pantelleria. Rinomata località turistica incontaminata caratterizzata da un territorio suggestivo, piccole spiagge uniche al mondo, e allo stesso tempo meta preferita di numerosi barconi del Mediterraneo, colmi di migranti in cerca di un futuro.
In A Bigger Splash Marianne Lane, leggenda del rock che si sta rimettendo da una delicata operazione chirurgica alle corde vocali, passa il suo tempo a prendere il sole e ad adorare il suo uomo Paul, fotografo e direttore della fotografia, finché ogni equilibrio viene sconvolto dall’arrivo di Harry e sua figlia. Un produttore discografico eccentrico e vulcanico, come l’isola stessa del resto, che vanta di aver dato vita a diversi album dei Rolling Stones e prova ancora dei sentimenti per Marianne, vecchia fiamma affatto estinta. Esattamente come accade per i suddetti migranti (nel film tema trattato in modo abbastanza banale), che piombano in territorio italiano da tutt’altro continente, Harry devasta l’ecosistema della coppia cambiando ogni aspetto della quotidianità , alimentando nervosismi soffocati e annosi pruriti.
Un senso di libertà e anarchia
Girato e soprattutto montato con uno spiccato stile anni settanta, con tagli repentini e zoomate ardite, A Bigger Splash mira a trasmettere un senso di libertà e anarchia, almeno durante la prima parte, a suon di rock d’annata e nudi integrali. Nella seconda tutto si trasforma in una pessima fiction all’italiana, con momenti patetici, sommari, e personaggi scritti a metà . Poca colpa hanno però Tilda Swinton, Dakota Johnson, Matthias Schoenaerts e un appesantito Corrado Guzzanti, in veste di outsider; ancor meno Ralph Fiennes, che gioca da vero mattatore, divertendosi e divertendo. I problemi sembrano essere a monte, oltre la sceneggiatura, oltre la produzione: nell’idea.
A Bigger Splash nasce infatti come remake di La piscine di Jacques Deray, probabilmente uno dei film più sexy della storia del cinema con protagonisti Alain Delon e Romy Schneider. Chi sentiva il bisogno di un lavoro del genere, oltre StudioCanal che ha promosso il progetto? Di qualcosa così tratteggiata, abbozzata, dignitosa solo per metà , della quale ci viene davvero difficile capire il senso. Tocca accontentarsi delle atmosfere, delle curve della Johnson e degli occhi della Swinton, dei pettorali di Schoenaerts, di Mick Jagger e del talento estremo di Fiennes. Del profumo solo immaginato della ricotta calda, appena fatta, e dello scirocco, tutte cose straordinarie ma che non dovrebbero trovarsi in queste pagine. Ci sarebbe piaciuto parlare di cinema, ma oggi ci risulta non pervenuto.

