Benedetta: recensione del film di Paul Verhoeven

Benedetta è il nuovo film di Paul Verhoeven: un dramma storico settecentesco sulla storia vera della suora Benedetta Carlini.

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Il grande regista Paul Verhoeven, autore di RoboCop e Basic Instinct, torna sul grande schermo con il dramma storico Benedetta. Il film è del 2021, ma è arrivato nelle sale italiane solo il 2 marzo 2023. L’attrice belga Virginie Efira (Elle) è la suora al centro del film. In Benedetta troviamo anche il grande volto del cinema Charlotte RamplingLa caduta degli dei, Stardust Memories, Sotto la sabbiaDune.

 
 

Benedetta: la trama

Il film Benedetta è un dramma storico e biografico. La vicenda alla base è tratta dal saggio di Judith C. Brown Atti impuri – Vita di una monaca lesbica nell’Italia del Rinascimento. L’opera di Brown s’ispira alla vita di Benedetta Carlini, una suora che nel XVII secolo intraprende una storia d’amore omosessuale con un’altra donna del suo convento.

Benedetta cresce fin da bambina in un convento. Mossa da una grandissima devozione nei confronti della Vergine, la protagonista sembra inizialmente la più rigorosa di tutte le suore. È l’arrivo di Bartolomea, una donna che prende il voto per sfuggire ad un padre violento, a far crollare la rigida moralità di Benedetta. Da subito le due donne percepiscono una forte attrazione, qualcosa che nemmeno l’abito da suora può celare.

Un dramma storico per parlare di omosessualità

Paul Verhoeven film recensioneIl film è essenzialmente la trasposizione dei  sentimenti contrastanti provati dalla protagonista: in lei si alternano e si scontrano pulsioni, fede, istinti incontrollabili, sensi di colpa. L’ambientazione a livello storico e sociale contribuisce a rendere drammatica la storia, che è essenzialmente quella di una donna che scopre la propria omosessualità. Verhoeven, come in altri suoi film, anche in Benedetta lascia ampio spazio alla dimensione carnale più esplicita. Non mancano le scene di sesso che, per il luogo in cui è ambientato il film (un convento), qualcuno potrebbe definire blasfeme. Nonostante tutti gli elementi religiosi che contestualizzano il film, Benedetta si focalizza sulla dimensione sentimentale dei personaggi e sull’aspetto carnale e fisico delle passioni. Il contrasto è forte, non solo a livello narrativo.

Immagini e storia sono in sintonia

Benedetta è appunto un film fatto di contrasti. Castità e sesso, religione e immoralità, annullamento del corpo ed elogio al piacere. Un emporio molto vasto che viene enfatizzato sia dalla recitazione sia dalle immagini. I suoni e i dialoghi sono pieni di accenti espressivi e di volume. Purtroppo, l’enfatizzazione a volte esce dai limiti dell’apprezzabile e diventa molto televisiva, avvicinando i dialoghi (e i sospiri) a quelli delle soap opera. In effetti, il film è ricco di aspetti kitsch, non solo nelle parole e nei fatti.

I dualismi di forze vengono espressi anche dalle immagini: ciò che avviene fuori dal convento è invaso dalla luce e patinato. Al contrario, i chiari scuri, le ombre e le tenebre dominano gli spazi religiosi. In Benedetta, il luogo della luce divina viene completamente messo in discussione. Il convento è uno spazio oscuro per ciò che avviene al suo interno, per i personaggi immorali che lo caratterizzano, per la sporcizia che invade gli armadi e le suore.

Da Benedetta Carlini a Virginie Efira

Probabilmente, Virginie Efira non è la suora settecentesca che il pubblico si potrebbe aspettare. L’attrice belga naturalizzata francese è nota per le sue interpretazioni in film come Elle, Sybil e i più recenti La doppia vita di Madeleine Collins e I figli degli altriI lineamenti e i colori della protagonista rimandano ad una creatura angelica: l’incarnato, i capelli biondi e gli occhi azzurri sono legati all’aspetto religioso che il film riprende per smentirlo. La purezza che caratterizza la Benedetta Carlini bambina viene mantenuta nella donna adulta solo nell’aspetto fisico. Nel corso del film la morale della donna si corrompe e, man mano che la tentazione pervade mente e corpo di Benedetta, la sua bellezza non sembra cambiare. Efira porta con sé una estetica fin troppo patinata e irrealistica per il tempo e stride con il contesto. La recitazione è melodrammatica, sospirata o gridata a seconda delle situazioni, ma in ogni caso adatta a esprimere la folle fede di Benedetta Carlini.

Un parere riassuntivo su Benedetta

In conclusione, Benedetta è un film biografico che guarda al passato per mostrare l’omosessualità in un contesto di per sé discriminatorio, oggi ma ancor più nel passato. Gli elementi narrativi avvincenti sono punteggiati da aspetti registici in parte interessanti in parte ostentati. Sicuramente il lungometraggio merita una visione, se non altro perché mette in luce – con evidenti riferimenti al presente – le contraddizioni umane, i limiti religiosi e morali, troppo spesso barriere inutili che ostacolano la libera espressione dell’animo.

Sommario

Passione carnale e fede si mescolano in un film cupo e non privo di note kitsch. Benedetta fa luce su una storia realmente accaduta caricando atmosfere e personaggi di finzione quasi da soap-opera.

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