Miles Teller si è fatto conoscere dal grande pubblico per aver interpretato supereroi e giovani ambiziosi, e con il ritratto di Vinny Pazienza in Bleed – più forte del destino sembra realizzare una perfetta crasi trai suoi ruoli precedenti più famosi.
Il film, diretto da Ben Younger, racconta la storia di Vinny, pugile italoamericano famoso sia per le sue straordinarie vittorie sul ring che per la sua vita privata fatta di eccessi e stravaganze. Nel pieno della sua carriera rimane vittima di un terribile incidente automobilistico che rischierà di compromettere, in maniera irreversibile, l’uso delle gambe. Saranno la determinazione ed il coraggio del suo allenatore, Kevin Rooney, ad aiutarlo a rimettersi in piedi e a riprendere a combattere.
Miles Teller è il protagonista assoluto di Bleed – più forte del destino

L’approccio di Younger è quello di un cronista, il regista racconta il primi 45 minuti del film come fossero una cronistoria, per poi cambiare passo dopo la scena dell’incidente. Dopo la breve pausa, fisiologica, per far assorbire il colpo allo spettatore, il regista prosegue per la strada del racconto attraverso terzi. È massiccia nel film la presenza di televisori, giornali, interviste, in alcuni momenti persino filmati di repertorio. Sembra quasi che lo scopo di Younger sia quello di mettere lo spettatore dalla parte dell’uomo comune che, contemporaneo di Vinny, ha vissuto la sua storia attraverso servizi televisivi e notiziari.
Un biopic che non aggiunge
nulla al genere del film sportivo
All’indomani di Creed, un altro film sportivo sulla boxe sembra davvero superfluo, nonostante la potenza, mal sfruttata, del racconto che vede protagonista Teller nei panni del pugile italoamericano. Dopotutto l’attore aveva già interpretato il suo film involontariamente sportivo con Whiplash, e Bleed, nonostante l’impegno fisico profuso nel progetto, si rivela un mezzo passo falso per una carriera che invece si prospetta luminosa.


Un biopic che non aggiunge
nulla al genere del film sportivo