Nonostante sia relativamente giovane, la sua prima apparizione risale infatti al 1991, Deadpool è senza dubbio tra gli eroi (super o anti, scegliete voi) più amati dai fan. Sarà per le sue maniere poco ortodosse, sarà per la sua abitudine di parlare con il lettore, sarà per il suo costume o per l’abilità di combattere con le katane, il Mercenario Chiacchierone piace e si piace. È chiaro quindi che un film completamente dedicato a lui desta paure e attese da parte di chi lo conosce bene.
A realizzare quest’impresa folle e inedita ci ha pensato Tim Miller, con un grande supporto da parte di Ryan Reynolds (che aveva un bel po’ di cose da farsi perdonare) e con l’aiuto economico della Fox, che ha messo a disposizione la modesta cifra (58 milioni circa) con cui è stata messa in piedi la baracca. Pensato come una storia di origini e realizzato con tanta passione da chi i fumetti li ha letti per gran parte della sua vita, Deadpool è tutto ciò che un fan hardcore può chiedere a un film.
La storia segue Wade Wilson, ex soldato congedato con disonore e ora mercenario al servizio della povera gente, nella sua vita piuttosto monotona, fino a che non avviene l’incontro con Vanessa (Morena Baccarin), una donna sexy e vivace, che finisce per far cadere nel miele lo spietato e anaffettivo cuore di Wade. Le grandi storie d’amore però hanno un finale tragico, e così sembra anche in questo caso, quando al nostro viene diagnosticato un tumore all’ultimo stadio. Disperato e senza via di scampo, Wade decide di aderire a un progetto misterioso che potrebbe salvargli la vita. Ma a che prezzo?
Nonostante la linearità della storia in sé, il racconto ci propone continui salti indietro e avanti nel tempo, intrecciando la storia di Wade con quella di Deadpool e cambiando toni e approccio a seconda del soggetto del momento. La scelta narrativa regala brio e ritmo al film che però si muove sul filo della noia quando il protagonista è “solo” Wade, perché invece Deadpool è sporco, cattivo, irriverente, spietato e sanguinario, ma anche buffo e divertente.
Sangue, sesso, buona musica e brutte parole, tutto contribuisce al vorticoso mix per questa fedele e articolata trasposizione. Senza tenere conto dello Studio, dei bambini, dei benpensanti, Deadpool arriva, spacca tutto e va via, lasciando lo spettatore stupito e divertito, grazie alle auto-citazioni, ai riferimenti all’universo esterno e interno ai fumetti, tutto mirato alla distruzione di quella scatola magica che è o dovrebbe essere il cinema.
Più che nel valore artistico o
cinematografico in sé, quasi nullo di fronte al fan-service più
spietato e vincente che si sia mai visto, la forza di
Deadpool risiede nello stravolgere le regole del
blockbuster, sicuro del fatto che nessun altro supereroe potrà mai
seguire il suo sentiero di oscenità, violenza e cattivo gusto.
Tranne in fatto di cibo, il cibo messicano è
delizioso.