Falling Into Place: recensione del film di e con Aylin Tezel

Un melodramma che racconta l’amore millennials tra Kira e Ian che si conoscono in Scozia sull’Isola di Skye per poi ritrovarsi a Londra.

Falling Into Place

L’attrice tedesca con origini turche Aylin Tezel debutta alla regia con Falling Into Place una storia d’amore tra millennials. Un film che è la perfetta fusione tra Prima dell’alba di Richard Linklater ma con le paturnie e i numerosi problemi esistenziali che tormentano i tipici protagonisti usciti invece dalla penna di Sally Rooney. Falling Into Place racconta infatti di Kira e Ian che si incontrano fuori da un locale in Scozia e trascorrono insieme due giorni per poi perdersi di vista per sempre, ma forse non è così e il destino alla fine gli riserverà una seconda possibilità.

 

La trama di Falling Into Place

All’inizio del film Falling Into Place i protagonisti Kira, interpretata dalla stessa regista Aylin Tezel, e Ian, l’attore scozzese Chris Fulton, vengono mostrati prima di conoscersi. La giovane donna arriva da sola nella sua stanza d’albergo sull’Isola di Skye per poi dirigersi verso un pub, dove beve una birra con un ragazzo che però si comporta in modo poco educato con lei. Ian invece è un uomo originario del posto, in visita dai i suoi anziani genitori, che per la serata in compagnia di vecchi amici si ritrova anche lui nel locale dove ci sta anche la protagonista femminile. I due si conoscono fuori dal locale, il primo a parlare è Ian che si accede elegantemente una sigaretta e inizia una conversazione con Kira che ne rimane affascinata, fin da subito, dal giovane.

Tra i protagonisti scatta una scintilla dove si trovano a ballare e saltare per le strade della cittadina turistica divertendosi come dei bambini. All’alba del mattino successivo si siedono in riva ad un lago e parlano di argomenti seri ma anche dell’amore e del sesso. La nuova conoscenza è eccitante e intrigante, ma entrambi hanno un passato e una relazione con un altro partner. Kira è legata al suo ex Aiden, di cui è disposta per tornare con lui di cambiare e perdere se stessa, invece Ian ha una fidanzata che vuole un figlio. La protagonista dopo questa dichiarazione davanti ad una tazza di caffè in un bar vuole andarsene ma il bel Ian riesce a convincerla a seguirlo prima in farmacia e poi a casa dei suoi genitori, perchè suo papà è malato e ha bisogno di medicine ma anche di cure. Qui la ragazza conosce la madre e il padre del giovane e scopre anche l’esistenza di una sorella non presente e in cura psichiatrica in una clinica.

Alla fine Kira trascorre la seconda notte nella sua camera dell’hotel a letto con Ian, che però la mattina successiva, scompare senza lasciare niente. I due protagonisti quindi tornano alle loro vite, come nulla fosse, a Londra dove Ian, cantautore di scarso successo, torna a vivere dalla sua compagna Emily e Kira a lavorare come designer e assistente alla scenografia per una produzione teatrale londinese. I mesi passano ma i protagonisti continuano a pensare l’uno all’altro e Kira, che è anche una pittrice, inizia a dipingere quadri che rappresentano Ian e i loro momenti insieme in Scozia. I due si ritrovano durante l’inaugurazione della mostra della giovane artista protagonista e Falling Into Place si conclude con un lungo bacio al tramonto in una via non ben definita di Londra.

Un altro lungometraggio sulle vite melodrammatiche dei Millennials

Questo melodramma è un altro film che rappresenta benissimo le relazioni amorose tra i complicati millennials. L’attrice al suo debutto dietro la macchina da presa è influenzata molto dalla regia che abbiamo imparato a conoscere con la visione di tutti quei film indipendenti ma sopratutto guardando le trasposizioni dei romanzi generazionali di Parlarne tra amici e Persone normali. Kira ha molto in comune con Marianne della miniserie Normal people, infatti le due ragazze prima di trovare la persona giusta e capace di capirle vivono relazioni umilianti che le fanno solo soffrire.

Aylin Tezel riesce a portare sullo schermo con sottile crudezza un’interpretazione che mette in risalto sia il livello recitativo che quello nella regia, ma senza demolire la performance del co-protagonista Chris Fulton. Il problema principale del film è la durata e l’incostanza della parte ambienta a Londra, troppo drammatica, che sembra allungare un storia che già tutti possono immaginare dopo che si capisce che entrambi vivono a Londra.

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