
Presentato al Toronto Film Festival 2015, Hardcore!, primo lungometraggio del regista russo Ilya Naishuller, è un action movie derivato dal suo corto musicale “Bad Motherf*cker”, video del gruppo punk Biting Elbows.
Come in un videogames, si spengono le luci in sala e si parte con la visuale in soggettiva (realizzata grazie all’aiuto di una telecamera GoPro montata su di un casco appositamente progettato), catapultandoci nella personalissima (e vertiginosa) ottica del protagonista. Il film è spacciato come capostipite di una nuovo genere cinematografico, sedicente innovatore di una tecnica registica che, in verità, di nuovo non ha proprio nulla.
L’uso della ripresa in
soggettiva infatti risale ai noir anni ’40, ma raggiunse grande
diffusione quando, negli anni ’70, registi come
Argento e Carpenter ne
dimostrarono la massima efficienza nell’ambito del genere
thriller.
L’azione non si basa su grandi motivazioni, né rende edotto lo spettatore del perché un personaggio agisca in un determinato modo e quale sia la sua storia passata.
Chi sia esattamente Henry e perché il suo corpo sia stato in gran parte sostituito da pezzi robotici, non è dato sapere. Una bella dottoressa, con le fattezze di Haley Bennet, riscostruisce ex novo il suo cyberg marito e viene rapita. La missione del protagonista sarà quella di lottare contro un esercito di cattivi per ritrovare l’amata, in un susseguirsi di “livelli” di videoludica memoria.
L’intento, divertito e divertente (a suo modo) di Hardcore! è quello di strizzare l’occhio principalmente a tutta quella generazione di nerd che, cresciuta a suon di piattaforme interattive, possa riconoscervi le citazioni di grandi classici virtuali: da Call of Duty a Quake, passando per quel Doom la cui trasposizione cinematografica aveva fatto storcere il naso agli intenditori come ai neofiti.
Gratuitamente violento, il film non ha tuttavia il coraggio di essere cattivo fino in fondo. E l’unico personaggio ben riuscito risulta essere quello del “buono” e camaleontico Sharlto Copley. Mentre al povero Tim Roth è riservato un cameo di pochi secondi.
Il ritmo incalzante delle
scene d’azione, rapportate per altro ad una colonna sonora
martellante e chiassosa (con l’ennesima riproposizione di
Bohemian Rhapsody dei
Queen), rende ancora più stancante la visione di
Hardcore! che, se si fosse limitato alla
fantascienza cyberg cui comunque si ispira, sarebbe stato forse
meno pretenzioso. Solo per veri appassionati di videogames.