Hors Saison: recensione del film di Stéphane Brizé #Venezia80

Stéphane Brizé porta il suo film in concorso a Venezia 80, con Guillaume Canet e Alba Rohrwacher protagonisti.

Hors Saison, una scena del film

Ultimo film del concorso ufficiale di Venezia 80, Hors Saison di Stéphane Brizé è il nuovo progetto del regista francese sull’audacia e sulla paura di fallire, di non essere all’altezza delle sfide cui la vita ci pone davanti. Un film su una storia che sta per finire, un momento in cui preferiamo rischiare  piuttosto che impedirci di dire o fare qualcosa e in cui un uomo e una donna ritrovatisi dopo tanti anni devono fare spazio a ciò che è essenziale. Due caratteri che, finalmente, si dicono la verità, per rimanere gli stessi, forse migliorandosi assieme.

Hors Saison: fuori stagione, ma insieme

La trama del film di Brizé ruota attorno a Mathieu (Guillaume Canet), che vive a Parigi, e ad Alice (Alba Rohrwacher) residente in una piccola località di mare nella Francia occidentale. Lui è un famoso attore in procinto di compiere cinquant’anni, lei un’insegnante di piano sulla quarantina, innamoratisi quindici anni prima e successivamente separati. Ora, il tempo è passato: ciascuno ha preso la propria strada e le ferite si sono lentamente rimarginate. Almeno fino a quando Mathieu va in una spa per cercare di superare la malinconia che lo attanaglia, e si imbatte in Alice.

I personaggi di Hors Saison sono mossi da un sentimento comune ai caratteri che Brizé analizza neu suoi film: la disillusione. Sono personaggi che credevano in qualcosa, avevano una certa idea dell’uomo e del mondo, che poi è mutata a seguito di un tradimento o di un abbandono, tanto nel contesto lavorativo quanto in quello famigliare.

Hors Saison (2023)

Un dialogo sofferente, ma anche ironico

L’esperienza della pandemia, con tutte le conseguenze che ne sono scaturite, fa da sfondo all’arco dei personaggi di Hors Saison. Un isolamento che ha obbligato tutti noi a “mettere in pausa” le nostre azioni, destabilizzante perchè ci ha messo di fronte alla precarietà dell’esistenza, un sentimento intercettato anche da Mathieu e Alice. Un hotel morbosamente calmo, una città di mare fuori stagione le cui strade sono praticamente vuote, diventano il luogo privilegiato per il ricordo interiore dei nostri personaggi. La scrittura di Brizé si sofferma sui momenti in cui rimuginiamo sulle scelte che non abbiamo mai fatto, o che abbiamo fatto male, sugli incontri che abbiamo mancato o che abbiamo sfruttato male, sulle porte che non abbiamo mai aperto.

In maniera molto intelligente, il regista francese prende le distanze dalla sofferenza sociale e dagli struggimenti interiori dei due personaggi tramite il filtro dell’ironia. Giocando sulla discrepanza tra il suo stato d’animo e la spa asettica in cui si trova, sul fatto che è un attore famoso e deve apparire sempre felice, Mathieu si interroga, dubita di se stesso, ha le stesse preoccupazioni e prova la stessa vertigine di chiunque altro, anche se non sembrerebbe autorizzato a farlo. D’altra parte, il fatto che gli altri siano così convinti che lui sia felice grazie al suo successo – un’idea che lui stesso è costretto a promuovere – aggiunge un ulteriore strato di ironia al suo malessere.

Dall’altra parte, Alice, il personaggio di Alba Rohrwacher, non è mai stata in grado di realizzare ciò che desiderava di più nella sua vita professionale, tuttavia non è diventata acida o mordace. Conserva il suo segreto dentro di sé, contemporaneamente la sua bellezza e la sua tragedia. Ha rinunciato ai suoi sogni, mascherando la sua angoscia  dietro un sorriso educato, rifiugiandosi in un’altra vita con un uomo che la ama e non le farà mai male: sta proteggendo se stessa. Tuttavia, quando conosce Mathieu, è come se la solitudine fosse stata finalmente spezzata e senta il bisogno di condividere la scena con qualcuno, pur in maniera atipica: Hors Saison non è un film in cui si litiga, piuttosto i cui personaggi avvertono il tempo che passa e che non cercano di sedursi a vicenda. Sono due persone che non hanno cercato di ritrovarsi, che sono felici di rivedersi quando se ne presenta l’occasione e che non nutrono odio l’uno per l’altro.

La narrazione di Brizé è tesa anche perché lo spettatore sa qualcosa del dolore di entrambi senza che se lo mostrino a vicenda. Hors Saison è un film di evocazioni più che di spiegazioni in cui, allo stesso tempo, tutto deve essere sempre chiaro tra i personaggi, lasciando spazi vuoti per l’immaginazione dello spettatore.

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