Quentin Tarantino è uno dei registi più completi che operano nel cinema da diverso tempo. Uno di quelli con la capacità di tenere dentro una sala un pubblico molto eteorgeneo, poiché regala sempre storie stratificate, capaci di essere decodificate a livelli, in base al tipo di spettatore che si è. Ogni sua pellicola contiene perciò una trama – nella maggior parte dei casi – definita e completa, piena di omaggi e reference ai grandi generi, come il western o le arti marziali. Ciò non vuol dire però che le sue opere non siano esenti da misteri o piccole lacune. È capitato, in alcuni suoi film, che qualche personaggio venisse lasciato in sospeso, oppure qualche dettaglio del racconto non trovasse soluzione o svelamento. Considerato poi che il regista non fa sequel (Kill Bill è un’eccezione), ci sono alcune narrazioni rimaste indefinite, le quali contribuiscono ad alimentare teorie e domande dei fan. Di seguito, tutti i misteri che non verranno mai risolti.
Il periodo di Vincent e Vic Vega ad Amsterdam
Per quelli che non lo sapessero, alcuni film di Quentin Tarantino hanno fra loro dei collegamenti. Quello che potrebbe considerarsi il più famoso riguarda Vic Vega, alias Mr. Blonde di Le iene (primo lungometraggio del regista) e Vincent Vega di Pulp Fiction. Mentre dirigeva Bastardi senza gloria, a Tarantino venne l’idea di produrre una pellicola che avesse come protagonisti proprio i due fratelli, intitolata Double V Vega, la quale doveva fungere da crossover/spin-off tra i due film sopracitati. La storia avrebbe seguito i Vega nel loro periodo trascorso ad Amsterdam, di cui si ha un accenno proprio in Pulp Fiction. In una scena, infatti, Vincent dice di essere appena tornato dalla città olandese, nella quale stava facendo qualcosa per il suo capo, Marsellus Wallace. Purtroppo, però, Double V Vega fu cancellato dal regista, indi per cui quel periodo rimane un mistero.
Hugo Stiglitz: perché i nazisti non lo riconoscono?
Uno dei film più soddisfacenti di Quentin Tarantino non può che essere Bastardi senza gloria. Il regista, come sempre d’altronde, fornisce una sua versione sul periodo del nazismo, quasi come se fosse un “what if…”, portando sullo schermo una folle squadra di sicari con l’obiettivo di uccidere quanti più nazisti possibili. Essa è capitanata da Aldo Raine, il quale ad un certo punto recluta un ex soldato dell’esercito tedesco, Hugo Stiglitz. Del suo background sappiamo che Stiglitz ha ucciso 13 ufficiali della Gestapo, ma invece di essere ucciso a sua volta, viene rispedito a Berlino e imprigionato come esempio per gli altri soldati. Il volto di Stiglitz, perciò, appare su tutti i giornali e questo lo rende, in un certo senso, famoso. Soprattutto per i tedeschi. Perciò risulta abbastanza strano il fatto che non venga riconosciuto da nessuno quando entra nella taverna Wicki e Hicox per incontrare Bridget von Hammersmark, dato che è piena di soldati nazisti.
La figlia di Vernita Green si vendicherà?
Quentin Tarantino ama il mash-up di generi e gli omaggi al grande cinema, e tutti i film ne sono prova. Kill Bill: Vol.1 (ma anche il Vol. 2) è l’esempio perfetto. Il regista gioca molto sia con il western, regalando inquadrature memorabili, che con il Kung Fu, di cui la protagonista, Black Mamba, ne conosce ogni mossa. Al centro delle due pellicole c’è una donna, chiamata anche La Sposa, in cerca di vendetta contro coloro che volevano ucciderla il giorno delle nozze. È questo il motore della storia, che spinge Black Mamba a intraprendere un viaggio alla ricerca “dei suoi sicari”. La prima con cui si confronta è Vernita, con la quale inizia una lotta a suon di coltelli, interrotta ad un certo punto dalla figlia della prima, Nikki. Vernita cerca in quell’occasione di uccidere la Sposa con una pistola nascosta nei cereali, salvo poi venire uccisa da quest’ultima che, proprio davanti alla figlia, le ficca un coltello nel petto. Nikki, perciò, è testimone dell’atroce atto commesso, tanto che ad un certo punto Black Mamba le si avvicina dicendole che, quando sarà cresciuta, quasi certamente vorrà vendicarsi della morte della madre. Se Kill Bill Vol. 3 avesse visto la luce, una delle sue linee narrative sarebbe potuta essere questa, ma non essendo mai stato realizzato non si saprà mai.
Che fine fa Elle Driver?
Passiamo a Kill Bill Vol. 2 e prendiamo in analisi il combattimento fra Elle Driver e Black Mamba. Proprio come nel caso di Vernita, anche lei è un suo bersaglio. Le due donne si affrontano nella roulotte di Budd, altro obiettivo della Sposa, e la sequenza costruita da Quentin Tarantino è più che fenomenale. Sappiamo che entrambe sono state addestrate da Pai Mei, indi per cui il loro scontro è uno dei più avvincenti ed emozionanti (quanto è suggestiva la scena in cui la Sposa le strappa l’altro occhio?). Vinta la battaglia, Black Mamba lascia la rivale nel dolore e nelle urla, e neanche da sola. Il serpente che Elle Driver ha usato per uccidere Budd è ancora lì, e potrebbe essere un pericolo anche per lei. Solo attraverso i titoli di coda ci viene data la conferma che il suo destino rimane sconosciuto, e non essendoci, come dicevamo, un Kill Bill Vol. 3, anche questo rimarrà un mistero.
Che fine fa Mr. Pink?
Riavvolgiamo il nastro e torniamo a Le iene. Fra i rapinatori che riescono a tornare al magazzino dopo la sparatoria iniziale c’è Mr. Pink (a cui dà pelle e voce Steve Buscemi) il quale, in seguito allo stallo messicano tra Eddie, Joe Cabot e Mr. White, in cui sembrano tutti morti, riesce a prendere i diamanti e scappare. Dopodiché si sente Mr. Pink avere un diverbio con la polizia fuori dal magazzino, tutto in fuori campo, ma lo spettatore alla fine non conoscerà il suo destino. Viene colpito? Arrestato? Muore? Il dubbio nascente ha fatto sì che si creasse una teoria secondo la quale Mr. Pink sarebbe il cameriere di Jack Rabbit Slim in Pulp Fiction, sempre interpretato da Buscemi.
Hans Landa riconosce Shosanna al ristorante?
La prima opening di Bastardi senza gloria può considerarsi una delle migliori fra i film di Quentin Tarantino. In una campagna francese, Hans Landa, dopo una conversazione spinosa con il proprietario, uccide una famiglia ebrea nascosta sotto le tavole di legno dell’abitazione. L’unica che riesce a scappare è Shosanna che, guardata da lontano dal colonnello tedesco, la si vede correre incontro alla libertà con le lacrime agli occhi. Dopo alcuni anni, la donna assume un’altra identità, prendendo il nome di Emmanuel Mimieux. Un giorno, corteggiata da un soldato nazista, Fredrick Zoller, si imbatte in Hans Landa quando il primo la porta in un ristorante per incontrare Joseph Goebbels, il quale vuole che il loro nuovo film venga proiettato in anteprima nel cinema di Shosanna, ereditato dagli zii. La tensione comincia a crescere quando ad un certo punto Landa inizia a fissarla nel bel mezzo di una conversazione, affermando subito dopo di aver dimenticato cosa stesse per domandare. Questo momento, insieme ad altri dettagli come, ad esempio, l’ordinazione del colonnello di un bicchiere di latte per la donna, hanno portato il pubblico a chiedersi se l’avesse o meno riconosciuta. Purtroppo, però, rimarrà sempre un mistero.
Cosa c’era nella valigetta di Pulp Fiction?
Concludiamo con il mistero forse più grosso e intrigante dei film di Quentin Tarantino, contenuto in Pulp Fiction: il contenuto della valigetta di Marsellus. Nelle due occasioni in cui viene aperta, da essa esce solo una luce arancione, e noi spettatori possiamo solo vedere le reazioni dei personaggi sullo schermo, che ne restano ipnotizzati. Purtroppo, però, il regista non ha mai rivelato cosa ci fosse al suo interno e, ancora una volta, questo ha dato modo di specularci sopra. Alcune teorie sostengono che ci fossero i gioielli della rapina de Le iene, altri invece hanno pensato che ci fosse Dio. Il regista, pur ammettendo che la valigetta fosse un MacGuffin, non è mai riuscito a spegnere la curiosità sul suo contenuto.