Hypnotic: recensione dell’Hitchcock sotto steroidi di Robert Rodriguez – Cannes 76

Rimandato per più di venti anni, il film ha Ben Affleck come protagonista

Hypnotic recenisone

Nel 2002 l’aveva definita “una delle mie storie preferite“, ma in venti anni qualcosa potrebbe essere cambiato nella sceneggiatura di Hypnotic, che Robert Rodriguez ha presentato come Midnight Screening tra i Fuori Concorso del Festival di Cannes 2023. Sulla Croisette, il regista era già stato in concorso nel 2005 con il Sin City co-diretto con Frank Miller, e stavolta torna con un fanta-action realizzato tutto in famiglia (i cinque figli del regista hanno collaborato a colonna sonora, sceneggiatura, produzione, storyboards, animatiche e montaggio). Il protagonista è Ben Affleck, in un ruolo che ricorda quello da lui interpretato nel 2003 per John Woo.

 

Chi controlla il controllore?

In analisi, il detective Danny Rourke continua a lavorare sul trauma vissuto dopo che la figlia piccola è scomparsa mentre era al parco con lui, quando il lavoro lo trascina improvvisamente alla realtà. Una strana rapina in banca e un misterioso soggetto si frappongono sulla sua strada, costringendolo a una indagine che rischia di trascinarlo sempre più a fondo.

Cosa lo collega al più abile ipnotista del mondo? Come potrà essergli d’aiuto la sensitiva Diana Cruz, per quanto inquietantemente dotata? E’ davvero possibile che il progetto Domino e il pericoloso criminale abbiano a che fare con la sua storia e possano aiutarlo a ritrovare la bambina? Forse, ma solo mettendo in discussione le proprie convinzioni e tutto ciò che lo circonda.

Hypnotic: troppi twist, troppe storie

Che piaccia o meno, non si può negare che Rodriguez abbia sempre avuto un suo stile, mostrando spesso una buona dose di originalità nelle storie che raccontava sullo schermo… fino a oggi. Per quanto la mano del regista – sceneggiatore, produttore, montatore, scenografo, compositore e chi più ne ha più ne metta – faccia senz’altro capolino, qui e lì, la lunga genesi di questa intricata vicenda sembra averla nascosta.

Per altro sotto una coltre di riferimenti che se da una parte possono facilitare l’orientamento dello spettatore, dall’altra rendono la storia continuamente simile ad altre già viste, dal Nolan di Tenet o Inception ai vari Terminator, Nemico pubblico, Matrix, The Game, Edge of Tomorrow, oltre ovviamente al Paycheck citato inizialmente.

Niente da dire, ai fini del risultato, che sicuramente è quello di un buon film di genere, furbo il giusto, godibile e intrigante nell’intreccio, soprattutto per quando arriverà – anche da noi, probabilmente – su qualche piattaforma. Ma nel quale Rodriguez rimane sacrificato dietro siffatta compilation, in maniera analoga a quel che vediamo in uno dei (meta) finali della articolata ‘costruzione’ messa in scena.

Hypnotic è “un thriller di Hitchcock sotto steroidi“, come lo ha giustamente e giocosamente fotografato il suo regista, senza nascondersi, senza sentire il bisogno di giustificare l’accumulo di livelli e di colpi di scena necessari a farci dubitare della realtà che di volta in volta ci viene ridefinita, ma non del canone di base. Sostanzialmente rispettato, nel bene e nel male, a partire dalla presentazione di premesse da accettare a meno di non rovinarsi lo show. Che gioca le carte migliori nella prima parte – soprattutto con l’entrata in scena del Lev Dellrayne di William Fichtner, volto perfetto per questo mix di Professor X e Magneto – per poi rimescolarle troppe volte solo per spiegarci che la follia è negli occhi di chi la vede, che i poteri forti si vestono (o sono?) tutti uguali e che solo l’amore – e dei forti principi morali – può/possono salvarci.

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RASSEGNA PANORAMICA
Mattia Pasquini
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hypnotic-robert-rodriguez"Un thriller di Hitchcock sotto steroidi" lo ha giustamente e giocosamente fotografato il suo regista, senza nascondersi, senza sentire il bisogno di giustificare l'accumulo di livelli e di colpi di scena necessari a farci dubitare della realtà che di volta in volta ci viene ridefinita, ma non del canone di base.