I Mercen4ri: recensione del film con Sylvester Stallone

Sylvester Stallone e Jason Statham sono sempre loro, ma è l'impianto a mostrare i segni del passare del tempo.

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A quasi dieci anni dall’ultimo capitolo del franchise, tornano Sylvester Stallone, Jason Statham e i protagonisti del quarto I mercen4ri – Expendables. Una nuova missione che si stacca dalle precedenti e che arriva dopo le note turbolenze produttive, poi superate, per la gioia dei fan del supergruppo storicamente composto dagli eroi degli action movie moderni. Che potranno assistere all’ennesimo salvataggio del mondo grazie alla Vertice360, che dal 21 settembre distribuisce il film nei cinema di tutta Italia, e scoprire la nuova generazione di “sangue fresco” chiamata ad affiancare Barney, Lee, Gunnar (Dolph Lundgren) e Toll Road (Randy Couture).

 

I mercen4ri salveranno il mondo

Che ritroviamo in Libia, in un vecchio impianto di armi chimiche di Gheddafi, dove sono nascosti dei pericolosi detonatori per missili nucleari obiettivo delle mire dello spietato  Suharato Rahmat e del suo esercito privato, lì per conto del misterioso Ocelot. Una vecchia conoscenza di Barney Ross decisa a mettere in pericolo il mondo e la pace tra le superpotenze, a meno che non ci pensino i nostri eroi. In formazione rinnovata, con una nuova guida dopo il fallimento della missione in Libia e la perdita di una pedina fondamentale, i mercenari “sacrificabili” inseguono Rahmat su una nave che trasporta l’arma definitiva, dove avrà luogo lo scontro finale e tutti i segreti verranno rivelati.

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Un poker poco (con)vincente

Intelligentemente, la comunicazione del film ha scelto di puntare sull’entusiasmo dei protagonisti – vecchi e nuovi – per presentare il quarto capitolo di un franchise che dopo il 2014 sembrava esser stato seppellito dalle beghe e discussioni tra le star. Una tensione e tanti ripensamenti che devono aver condizionato non poco la produzione e la scrittura di una storia piuttosto classica, ma carente proprio in quelli che erano sempre stati i marchi di fabbrica degli Expendables.

Molto ben costruito, intelligente, preciso e sempre con la giusta ironia e sfacciataggine” lo definisce Andy Garcia, “un flm fantastico, con un sacco di sorprese e grande intrattenimento” Dolph Lundgren (comunque uno dei migliori e più in linea col passato), ma pare più comprensibile il “una figata” di 50 Cent, tra le new entry della missione, che – mestamente – sembra ormai buona – solo? – per andare al cinema, bere una coca e mangiare popcorn“, rubando le parole al regista Scott Waugh (Project X-Traction, con Jackie Chan e John Cena), che sicuramente le intendeva in senso più positivo.

Megan Fox as Gina, Andy Garcia as Marsh and Jacob Scipio as Galan in The Expendables 4. Photo Credit: Yana Blajeva

Un B-movie incredibile

Purtroppo c’è anche lui sul banco degli ‘imputati’ del fallimento di questo capitolo, che anche considerato il peso dell’assenza dallo schermo di un colosso come Sly avrebbe potuto trarre vantaggio da una diversa regia, limitando l’eccesso di primi piani poco coerenti con la narrazione e di effetti digitali da B-movie, che oltre a non migliorare la messa in scena non fanno che aumentare la delusione per un action troppo finto per essere almeno “incredibile” come ai bei tempi.

Con tutto il rispetto per i nuovi, difficile competere con i cast di una volta, anche se con una diversa caratterizzazione persino il figlio del Galgo di Antonio Banderas avrebbe fatto miglior figura. Un esempio emblematico di come anche loro risultino in definitiva ostaggi di dialoghi poveri (a qualcuno il duetto ‘aereo’ tra Christmas e Barney potrebbe ricordare i Piloti Tortora e Bertolino), di una sequela di coreografie di combattimento e di acrobazie fini a se stesse, colorate solo da uno splatter da videogioco che speriamo non sia stato il motivo principale del divieto ai minori di 14 anni che la censura italiana ha regalato al film.

Tentativi vani di riempire il vuoto lasciato dagli ormai Expended (in questo caso più “consumati” che – definitivamente – “sacrificati“) e dall’assenza di un vero twist o di un vero cattivo. E chissà se sfruttando diversamente l’accenno a una rinnovata centralità della presenza femminile, rimasta poco più di una citazione (e non solo per una Megan Fox sempre sopra le righe), non si sarebbe evitata almeno la sensazione di star assistendo a uno delle decine di film da seconda serata in tv con Jason Statham novello Steven Seagal, contro tutti.

Sommario

Tentativi vani di riempire il vuoto lasciato dagli ormai Expended e dall'assenza di un vero twist o di un vero cattivo.
Mattia Pasquini
Mattia Pasquini
Nato sullo scioglimento dei Beatles e la sconfitta messicana nella finale di Coppa del Mondo, ha fortunosamente trovato uno sfogo intellettuale e creativo al trauma tenendosi in equilibrio tra scienza e umanismo. Appassionato di matematica, dopo gli studi in Letterature Comparate finisce a parlare di cinema per professione e a girare le sale di mezzo mondo. Direttore della prima rivista di cinema online in Italia, autore televisivo, giornalista On Air e sul web sin dal 1996 con scritti, discettazioni e cortometraggi animati (anche in concorso al Festival di Cannes), dopo aver vissuto a New York e a Madrid oggi vive a Roma. Almeno fino a che la sua passione per la streetart, la subacquea, animali, natura e ogni manifestazione dell'ingegno umano non lo trascinerà altrove.

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