Se da una parte Disney/Marvel e Warner Bros/Dc si sfidano a colpi di supereroi incassando cifre da capogiro, la Universal punta sulla saga fantasy, riportando in scena l’unico personaggio, quello del cacciatore, che si era salvato da quel pasticcio inutilmente complesso che era Biancaneve e il Cacciatore. La pellicola costituisce una sorta di prequel (nell’incipit esplicativo) e quindi di sequel del film del 2012, ma della favola dei fratelli Grimm non ha più nulla.

 

La storia è una fiaba d’amore che più classica di così non si può: ci sono i due innamorati (Chris Hemsworth e Jessica Chastain), una regina cattiva (Emily Blunt) e delle creature fantastiche ad aiutare od osteggiare i nostri eroi. Il cambio di regia, ceduta da Rupert Sanders a  Cedric Nicolas-Troyan – che nel film precedente era supervisore degli effetti speciali – sembra aver giovato all’integrità lineare del film. Diversamente dal prequel, qui la storia è semplice e coerente. Nessuna dietrologia forza la caratterizzazione dei personaggi, che vengono tratteggiati ricalcando i classici, ma sempre amati, stereotipi delle fiabe di sempre. Così il cacciatore Chris Hemsworth, qui decisamente più convincente rispetto al primo film, non è animato da un vissuto psicologicamente contorto nel compiere le sue gesta eroiche, e la sua bravura risiede anche nella capacità di non prendersi mai troppo sul serio.

Il Cacciatore e La Regina di GhiaccioLa sceneggiatura attinge a piene mani dalla grande mitologia fantasy della storia del cinema. Le due regine (tra le quali spicca una Charlize Theron, mai così bella), messaggere di un proto-femminismo che rinnega categoricamente il principe azzurro in quanto eroe e salvatore, richiamano le protagoniste del film Disney Frozen (si veda per l’appunto il potere magico di Freya di evocare il ghiaccio), così da strizzare l’occhio anche a un pubblico meno maturo. Similmente le peripezie del Cacciatore, e dei suoi amici nani (il cui numero non arriva a 7, segno di una scissione totale con la favola di Biancaneve) alla ricerca dello specchio delle brame rubato, rimandano la mente all’epopea del Signore degli Anelli, dove l’oggetto del contendere si fa carico di quella concezione di bene e di male che tende a influenzare pesantemente chi lo acquisisce.

Dalla fortezza della Regina di Ghiaccio, novella Città di Smeraldo del Mago di Oz, all’esercito di creature polari che richiama la Strega Bianca delle Cronache di Narnia, le citazioni che si susseguono sono un omaggio del regista a quel mondo favolistico che il cinema ha reso reale. Visivamente ineccepibile, Il Cacciatore e la Regina di Ghiaccio forse non brillerà per epicità, ma rientra di tutto diritto nel filone del cinema fantasy. E la leggerezza al film non va a suo detrimento anzi lo trasforma in una favola meno cupa e forse più consapevole di essere, in fondo, solo finzione.

Il Cacciatore e la Regina di Ghiaccio 2

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