Il convegno: recensione del nuovo film Netflix

Horror, anche se non molto pauroso, disponibile in piattaforma dal 13 ottobre.

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Per entrare al meglio nella Spooky season, le settimane che precedono Halloween, cosa guardare di meglio se non un film dell’orrore! Netflix ha aggiunto per l’occasione nuovi contenuti ad hoc: oltre alla miniserie La caduta della Casa degli Usher vi è anche Il convegno. La pellicola svedese, diretta da Patrik Eklund e tratta dall’omonimo romanzo dello scrittore Mats Strandberg, riprende alcuni degli elementi classici degli horror slasher: un gruppo di persone in mezzo al bosco, un assassino psicopatico che cerca di ammazzare più persone possibili, un clima vagamente di suspense. Nel cast ritroviamo principalmente figure note nel solo panorama nazionale: Adam Lundgren è nei panni di Jonas, mentre Katia Winter (The boys) interpreta Lina.

 

Il convegno: la riunione che diventa massacro

Il film ha per protagonista un gruppo di impiegati pubblici intento a trascorrere alcuni giorni in una struttura nei boschi, con l’obiettivo di rafforzare il rapporto tra colleghi e migliorare la loro produttività. In particolare, il posto dove alloggiano si trova nella cittadina dove il team dovrebbe far costruire un enorme centro commerciale. Durante la prima parte de Il convegno emergono però le prime discordanze sulla creazione dell’opera ed all’interno dello stesso gruppo: per ottenere il terreno necessario alla costruzione, è stata espropriata una fattoria ed il proprietario si è suicidato poco dopo, delle firme sono state falsificate e molti dei cittadini locali si oppongono al centro commerciale.

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Le cose però peggiorano drasticamente quando un misterioso killer si inizia ad aggirare nella struttura: i primi ad essere colpiti sono i soggetti dello staff del posto. Pian piano però anche gli ospiti verranno presi come bersaglio dall’assassino travestito. Con il sopraggiungere della notte, ha inizio la corsa per la sopravvivenza.

Il convegno Netflix
Courtesy of Netflix / Robert Eldrim

Un horror che non fa paura

Il genere dell’orrore risulta talvolta essere molto settoriale: o si ama o si odia. Chi è amante dell’horror adora il sentimento di continua tensione ed adrenalina che si percepisce guardandone uno. Un film come Il convegno non può di conseguenza essere apprezzato dai veri cultori di questo genere cinematografico.

Pur essendo presenti alcuni degli elementi tipici delle pellicole horror, come una certa musica di tensione e tanto sangue, non trasmette allo spettatore la suspense e il terrore tipico di un film del genere. La trama risulta inoltre essere piuttosto banale, a tratti anche involontariamente ironica. Anche lo stesso travestimento del killer, che avrebbe lo scopo di creare una sorta di inquietudine sinistra, non ottiene l’effetto di spaventare il pubblico. L’unico reale fattore che resta di un horror è la presenza di tante uccisioni, ma non splatter quanto si potrebbe pensare.

Anche lo stesso svolgimento delle vicende sembra essere a tratti poco credibile: il killer, un normale essere umano, viene colpito più volte alla testa con molteplici armi da alcuni impiegati e membri dello staff. Per quanto la maschera possa agire da scudo, è improbabile che un essere umano sia ancora vivo ed abbastanza in forma da poter continuare indisturbato ad inseguire le sue vittime. Il punto focale degli slasher, horror come Il convegno, è proprio l’inseguimento delle persone da parte del maniaco omicida, ma è giusto dover mantenere una certa logica nello svolgimento delle vicende: la pellicola rischierebbe di perdere credibilità agli occhi del pubblico.

Un fattore interessante del film è tuttavia l’alternarsi di musica di suspense e di brani di musica classica: tra queste si ritrovano anche pezzi di musica da balletto, come delle tracce della Coppelia. Il risultato è un effetto talvolta straniante rispetto alle immagini che però ben racconta quanto avviene.

Il convegno
Courtesy of Netflix / Robert Eldrim

Un clima tossico di lavoro

Il clima all’interno del gruppo di lavoro de Il convegno si percepisce essere da subito molto teso: nonostante il capo e Jonas cerchino di comportarsi in maniera entusiasta, ottengono ben poco riscontro da parte degli altri.

Emergono da subito anche dei dissensi riguardo alla possibilità stessa di realizzare il centro commerciale: secondo alcuni, avrà un impatto negativo sull’ambiente, secondo altri potrebbe non dare i risultati sperati come riscontro economico. Il primo elemento attorno al quale si creano le prime tensioni è la presenza della firma di Lina, una delle dipendenti, su dei documenti che negavano alcun risarcimento al proprietario del terreno su cui verrà costruito il centro commerciale. La firma era stata falsificata, ma Jonas fa gaslighting nei confronti di Lina: le fa dubitare della sua stessa memoria, facendole credere che per via dello stress non ricordi come sono effettivamente andate le cose.

Durante il film, viene allora mostrata la reale natura di Jonas: un arrogante lupo senza scrupoli che si interessa solo della propria vita e dei propri obbiettivi. Anche nelle situazioni di maggiore pericolo, non esiterà ad abbandonare i propri colleghi per salvare sé stesso.

Come Jonas, in realtà è l’organizzazione stessa che si occupa della costruzione di quest’opera a non avere scrupoli: si impongono nella costruzione nonostante l’opposizione della gente del posto e strappando ogni avere ad un semplice fattore. Questo sembra essere il motivo per cui pagano con la vita. Ad ogni modo queste tematiche non vengono approfondite, restano in secondo piano e il film non trova una propria identità.

Sommario

Il Convegno, pur essendo un horror, non lascia nello spettatore alcun sentimento di paura. Alcuni elementi del film sembrano paradossali, altri invece non sono stati sviluppati a dovere.
Ilaria Denaro
Ilaria Denaro
Laureata in Scienze politiche e delle relazioni internazionali all'Università degli studi di Messina e studentessa di relazioni internazionali alla Sapienza, ha iniziato la propria attività da redattrice nella testata multiforme dell'Università di Messina, per poi entrare a far parte della redazione di Cinefilos nel 2022.

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