La caduta della casa degli Usher: recensione della nuova serie Netflix

Intrigante ed avvincente, la serie è disponibile in piattaforma dal 12 ottobre.

La caduta della casa degli Usher recensione
The Fall of the House of Usher. Carl Lumbly as C. Auguste Dupin in episode 101 of The Fall of the House of Usher. Cr. Courtesy of Netflix © 2023

Ispirata all’omonimo racconto del noto scrittore americano Edgar Allan Poe, La caduta della casa degli Usher è una miniserie Netflix, formata da otto episodi ognuno da circa un’ora. L’atmosfera delle vicende presentate sullo schermo rispecchia l’orrore e la suspense di cui sono pervasi tutti i racconti di Poe. Nel cast ritroviamo figure già note nel panorama cinematografico internazionale: Carla Gugino (Una notte al museo) interpreta Verna, mentre l’attore Bruce Greenwood (Come un tuono, The post) è nel ruolo del protagonista Rodrick Usher, capostipite della famiglia. A questi si affiancano Carl Lumbly (Fuga da Alcatraz, La cura dal benessere) e Samantha Sloyan (Grey’s anatomy) rispettivamente nei panni di Auguste Dupin e di Tamerlane Usher.

 

La caduta della casa degli Usher: l’inizio della fine

Gli Usher sono una delle famiglie più influenti e conosciute, sia in positivo che in negativo, in tutto il mondo: il loro impero miliardario ha le sue radici nella Fortunato pharmaceutics, società di farmaci che distribuisce il ligodone in tutto il mondo. Il farmaco ha causato negli anni milioni e milioni di morti.

Ormai malato, è arrivato il momento per Rodrick, capostipite della famiglia, di fare i conti con il passato e di pagare il caro prezzo della sua ricchezza. Dopo la morte di tutti i suoi sei figli, Rodrick confessa al procuratore Dupin i suoi crimini e racconta la sua storia: come è avvenuta la sua ascesa sociale e come sono morti i suoi figli.

La narrazione di Rodrick parte dalle origini, dalla casa d’infanzia sua e di Madeline: la loro madre, segretaria del CEO della Fortunato, perse il senno quando i figli erano ancora molto giovani. L’ultimo atto che fece prima di morire fu uccidere proprio il suo capo: padre biologico di Rodrick e Madeline. Da allora i due cercano di riconquistare la società loro di diritto, riuscendoci poi con un piccolo aiuto; ma tutto ha un prezzo, e arriva il momento in cui bisogna saldare i debiti con la vita, o con la morte.

La caduta della casa degli Usher Carla Cugino
Cr. Eike Schroter/Netflix © 2023

Un racconto coinvolgente e orripilante

La caduta della casa degli Usher è caratterizzata da una narrazione che mantiene salda l’attenzione dello spettatore. La struttura stessa dell’intreccio è peculiare: la serie si apre nel presente, Rodrick Usher ha già visto morire tutti i suoi figli, la fine è ormai vicina. Le vicende vengono quindi presentate in un lungo flashback. Le linee temporali sono però in realtà più di due. Oltre al presente e ai flashback riguardanti la morte degli Usher, si uniscono gli avvenimenti del 1979 che culminano nel Capodanno del 1980: il momento in cui la sorte degli Usher cambiò irrimediabilmente. Questo continuo avanti e indietro nel tempo rende le vicende più intrigate e intriganti.

Alcuni elementi amplificano l’atmosfera di orrore e suspense: tra questi uno dei più inquietanti è la comparsa, talvolta in maniera improvvisa, dei figli morti durante il racconto di Rodrick. Si tratta di visioni che perseguitano il vecchio Usher.

Altra scena epocale che infonde inquietudine nel pubblico è la pioggia di corpi rappresentata nell’ultimo episodio: senza fare alcuno spoiler, Rodrick viene messo di fronte alla verità del numero di morti che ha causato con la sua avidità di denaro e di potere.

Gli Usher: la sete di potere ereditata

Tutti gli Usher sembrano avere qualcosa in comune: l’ambizione e l’avidità. Ognuno dei figli di Rodrick esplicita queste proprie caratteristiche in maniera diversa: Frederick manifesta il proprio dominio di potenza sulla moglie, Victorine desidera così tanto il successo del proprio progetto da falsarne i risultati, Tamerlane mette tutte le sue energie per il successo del suo progetto.

Ognuno di loro ambisce a distinguersi, a ergere le proprie idee come elementi indispensabili per cambiare il mondo. Ognuno di loro è disposto a tutto per raggiungere i propri obiettivi, e sarà proprio questo che li porterà alla morte.

Gli Usher sarebbero potuti morire in modi meno cruenti, meno dolorosi, ma le loro scelte, la loro cupidigia hanno finito per guidarli tutti verso una morte terrificante.

Verna e la critica all’umanità

Il personaggio che maggiormente si distingue in La caduta della casa degli Usher è Verna, la misteriosa donna incontrata da Madeline e Rodrick il Capodanno del 1980. Questa è una creatura extra terrena, non propriamente identificata: si tratta di una sorta di angelo della morte, che riesce a vedere l’umanità dall’esterno, per ciò che veramente è. Attraverso questa figura vengono presentati allo spettatore tanti spunti di riflessione sull’uomo e sul male che è capace di fare.

Le critiche mosse all’umanità sono diverse: la prima riguarda le torture inflitte agli animali per testare nuove cure, dispositivi medici e perfino cosmetici. Il riferimento in questo caso riguarda Victorine e i suoi raccapriccianti esperimenti sugli scimpanzè.

Altro momento di riflessione importante è presente verso la fine delle vicende: Arthur Pym, noto braccio destro della famiglia Usher, riesce a trovare la misteriosa donna che si cela dietro la morte dei giovani Usher. Questa, dopo avergli offerto la salvezza, riflette sui paradossi umani: sarebbe semplice risolvere i problemi globali con il denaro, che si tratti di inquinamento o di fame del mondo.  Eppure, l’umanità preferisce mandare razzi nello spazio e finanziare costose spedizioni a circumnavigare il mondo.

L’ultimo grande discorso di denuncia sociale viene affidato non a Verna, bensì a Madeline. Questa riflette sulla realtà del mondo, sul consumismo e capitalismo sfrenato che vige ovunque: “nemmeno i soldi sono più d’oro, sono solo uno e zero. Sono una bugia che abbiamo accettato”. Queste sono le parole con cui Madeline inizia la sua personale riflessione: mette in mostra i paradossi della nostra realtà, i controsensi delle persone che vivono e lavorano solo per comprare delle cose e che accusano loro di essere i mostri della società.

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