La prima luce: recensione del film con Riccardo Scamarcio

La prima luce

La Prima Luce di Vincenzo Marra, vincitore del Premio Pasinetti Speciale come miglior Film delle Giornate degli Autori, ci avvicina a una problematica molto attuale: nel pieno della crisi economica e sociale che da anni attanaglia il nostro Paese, anche le relazioni si fanno più complicate, attaccate direttamente dall’interno e dall’esterno. In una società in cui è più facile “restare in contatto”, grazie all’evoluzione tecnologica della comunicazione, è paradossalmente più difficile essere fisicamente e spiritualmente vicini, troppe sono ancora le differenze culturali e forte è il senso di appartenenza alla terra natia.

In La prima luce Marco e Martina provengono da due paesi diversi, con le differenze culturali che ne conseguono. In comune hanno un figlio, una casa, una vita. Entriamo nella loro storia, quando l’amore tra di loro è ormai alla fine, sommerso dalle parole non dette e dalla solitudine che le differenze insormontabili ha creato. Stremata, Martina approfitta dell’assenza momentanea di Marco e decide di tornare in Sud America dalla sua famiglia, portando con sé il figlio Mateo. Per Marco inizia l’inferno fatto di avvocati e leggi difficili e a volte assurde che, quasi sempre, tendono a tutelare le madri, rendendo la vita di un padre molto dura.

La Prima LuceÈ impossibile però non sentire dei problemi di scrittura e di sviluppo dei personaggi: Marco e Martina sfuggono continuamente alla nostra comprensione, come se ci fosse un capitolo del film e della loro vita che non abbiamo visto, la cui assenza non è compensata dai riferimenti necessari per darci un’idea soddisfacente della loro personalità e dei loro trascorsi come coppia. Le loro azioni appaiono sconnesse e ingiustificate, i pilastri su cui hanno basato non solo la relazione, ma tutta la loro vita, sono evanescenti, tanto da rendere una storia così realistica, inverosimile.

I protagonisti, Riccardo Scamarcio e Daniela Ramirez fanno del loro meglio, ma non sono sostenuti dalla struttura solida necessaria a rendere credibili i loro personaggi. Lo spettatore si ritrova così trascinato in un’aula di tribunale in Sud America, dove un padre lotta per suo figlio, difendendosi da accuse di cui non si riesce a capire l’origine.

In uscita nelle sale il 24 settembre, La prima luce è un film che parla di una separazione forzata e straziante, che riesce a toccare la sensibilità di chi guarda, ma solo parzialmente poiché appare sconnesso. Si regge sulle spalle dei due protagonisti (deboli perché così concepiti in fase di scrittura), lasciando abbozzati gli altri personaggi che intervengono nella loro storia (compreso il piccolo Mateo) e i cui dettagli sembrano lasciati alla libera interpretazione dello spettatore.

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Dalila Orefice
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Dalila Orefice
Studentessa di Arti e Scienze dello Spettacolo con una passione per Harry Potter che sfiora i limiti del patologico. Il sogno di una vita? Carta, penna e un buon film.
la-prima-luce-recensione-del-film-con-riccardo-scamarcioLa prima luce è un film che parla di una separazione forzata e straziante, che riesce a toccare la sensibilità di chi guarda, ma solo parzialmente poiché appare sconnesso.