La ragazza più fortunata del mondo: recensione del film con Mila Kunis

Dramma dai toni dark, questa nuova pellicola targata Netflix porta sul grande schermo il trauma di una vittima di stupro.

La ragazza più fortunata del mondo

Uscito in anteprima in alcune sale cinematografiche in anteprima il 30 settembre, ed il 7 ottobre sulla piattaforma streaming, La ragazza più fortunata del mondo (Luckiest girl alive) è una pellicola che affronta una delle piaghe silenziose della società contemporanea: gli abusi sessuali. Il film, diretto da Mike Barker (The Hadmaid’s tale) e scritto da Jessica Knoll, è tratto dal romanzo del 2015 di quest’ultima. Nel cast ritroviamo note figure del cinema Hollywoodiano come l’attrice ucraina Mila Kunis nel ruolo della protagonista Tiffani (Ani) Fanelli, e Finn Wittrock (La grande scommessa) come Luke Harrison.

 

La ragazza più fortunata del mondo: l’oscurità dietro il velo di perfezione

Ani ha 28 anni, lavora in una nota rivista per donne a New York, si sta per sposare con Luke, giovane ricco ed affascinante: la sua vita sembra perfetta, ma non lo è. Dietro ad un’armatura di sorrisi e di frasi di circostanza, Ani ha seppellito un grande trauma della sua adolescenza: uno stupro di gruppo da parte di tre suoi compagni di scuola e poi una sparatoria proprio all’interno del rinomato liceo privato. Il passato sembra voler ribussare alla sua porta quando un giovane regista la contatta per realizzare un documentario della tragedia. Nel rivivere nuovamente il trauma, Ani perde il controllo della se che aveva costruito, di questo suo alter ego, e decide di voler portare dei cambiamenti nella sua vita.

La ragazza più fortunata del mondo
Tiffani Fanelli da adolescente

Ani Fanelli e Jessica Knoll in parallelo

“A volte mi sento come una bambola a molle: gira la chiave e ti dirò esattamente quello che vuoi sentire”

Ani è il personaggio attorno al quale ruotano tutte le vicende di La ragazza più fortunata del mondo: tramite questo film (e libro) le è stata data finalmente una voce. Ma ad un qualsiasi spettatore o lettore viene spontanea una semplice domanda: quanto c’è di verità in questa storia? In diverse occasioni, Knoll ha negato qualsiasi esperienza personale di violenza sessuale, affermando che tra i parallelismi tra il suo personaggio e lei stessa (La scrittrice aveva 28 quando scrisse il libro e trascorse parte della sua carriera scrivendo per la rivista Cosmopolitan) non rientra l’intera vicenda. Poi, nel 2017, arriva la rivelazione nel settimanale Lenny: una lettera dettagliata in cui la scrittrice racconta la sua storia.

Ani elabora questo trauma in maniera molto singolare: finisce per ignorarlo; per fare ciò, si distacca il più possibile da quella che era la se adolescente per ricrearsi e realizzarsi a pieno. Già dalle prime scene, risulta essere un personaggio molto ambizioso: lei sa cosa vuole e come ottenerlo. Ma questo suo successo ha una doppia valenza per lei: solo nel momento in cui avrà raggiunto tutti i suoi obbiettivi si sentirà abbastanza forte da affrontare la sua tragedia e l’unico suo aggressore ancora in vita, Dean Barton. Per Ani il suo successo è così importante perché crede di poter essere veramente ascoltata solo nel momento in cui non sarà più una ragazzina povera in una scuola per ricchi, come se la  sua  credibilità dipendesse dalla sua classe sociale. Ma, con l’ansia per il documentario ed il dolore di vecchie ferite che tornano a riaprirsi, per Ani diventa sempre più difficile indossare quella maschera che si era creata con tanta cura negli anni.

La ragazza più  fortunata del mondo: l’empatia dello spettatore

Il grande merito di film come La ragazza più fortunata del mondo è proprio di riuscire, non solo a raccontare una storia, ma a trasmettere così tanto allo spettatore da fargli provare un forte senso di empatia. In questo modo porta il pubblico ad un profondo stato di riflessione, in maniera quasi catartica; nel cinema contemporaneo sono sempre più numerosi gli esempi di pellicole del genere. Basti pensare a Una donna promettente, scritto e diretto da Emerald Fennell, thriller candidato a cinque Oscar e vincitore del premio per la miglior sceneggiatura originale.

Un’altra tematica interessante nel film è la differenza tra l’io nello spazio dell’apparenza e l’io in privato; seguendo le vicende di Ani, è possibile per lo spettatore sapere i suoi pensieri, oltre a ciò che la protagonista dice e fa realmente, e quindi notarne la quasi paradossale differenza.

La violenza sessuale: dal grande schermo alla realtà

La ragazza più fortunata del mondo tende a rappresentare alcune figure, alcune situazioni che sembrano quasi surreali ed irrealistiche, ma così non sono. Molte frasi, molte scusanti per gli stupratori ed affermazioni screditanti la versione della sopravvissuta sono ripetute ogni giorno a tutte le vittime di violenza sessuale.  Tra gli esempi più palesi si pensi al preside della scuola che considera la versione di Tiffani poco veritiera perché lei aveva bevuto (come se l’incoscienza della ragazza potesse in qualche modo dimostrare consenso); la madre, che non dimostra un briciolo di affetto o empatia nei confronti della figlia. E per finire Luke, il fidanzato, che per tutto il film sembra comunque essere una figura di supporto per Ani, alla fine la colpevolizza per voler agire in maniera pubblica contro il suo aggressore.

Per quanto questo possa sembrare solo un film, vicende simili sono la realtà di molte, in Italia e nel mondo.

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