Libera Uscita: recensione del film dei fratelli Farelly

Libera Uscita

La commedia demenziale è ormai un marchio di fabbrica per i fratelli Farelly, ed anche in questo ultimo lavoro, Libera Uscita, compiono il loro dovere. Rick (Owen Wilson) e Fred (Jason Sudeikis) sono legati da una viscerale amicizia, entrambi sposati da tempo non riescono però a controllare l’interesse sfrenato che nutrono per il gentil sesso.

 

Giunte al limite della sopportazione le rispettive mogli (Jenna Fischer e Christina Applegate) concedono ai due quello che sembrano tanto desiderare: sette giorni di totale libertà dal matrimonio svincolati da qualsiasi forma di fedeltà coniugale. La settimana inizia con le più rosee aspettative, ma Rick e Fred si scopriranno totalmente fuori allenamento e l’unica cosa in cui riescono bene è cacciarsi nei pasticci.

La comicità spudorata dei registi di Scemo & + Scemo, Tutti pazzi per Mary e Io, me & Irene torna al cinema ancora una volta grazie alle donne. L’ossessione dei due fratelli diventa così il motore di un’ironia all’apparenza banale, ma che in tutti questi anni non ci ha mai fatto smettere di ridere.

Libera Uscita è in totale raccordo con la storia cinematografica dei fratelli Farrelly, ma in questo caso, nonostante sia sempre presente la vena goliardica e l’irriverenza del linguaggio, Peter e Bobby sembrano aver abbandonato quella cattiveria che contraddistingueva le loro prime produzioni, lasciandosi scivolare verso un umorismo più leggero e politically correct, dove la poetica demenziale ed esasperata viene relegata in piccoli angoli del film.

Farsi delle grasse risate ogni tanto non fa mai male, e questo i due registi sembrano averlo capito perfettamente.

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