Magic in the Moonlight
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Arriva al cinema Magic in the Moonlight, il nuovo film diretto e scritto dal regista Woody Allen, con protagonisti nel cast Colin Firthe Emma Stone.

Magic in the Moonlight, la trama: 1928, Sud della Francia. Il celebre smascheratore di falsi sensitivi, Stanley Crawford, viene incaricato da un amico di scoprire gli inganni della giovane Sophie, una avvenente americana, sedicente sensitiva, che è in procinto di far sborsare alla ricca famiglia Catledge una grossa somma di denaro in cambio di presunti servigi spiritici. Nella romantica e bellissima cornice della Provenza, Sophie e Stanley cominciano a passare del tempo insieme, e da subito i due caratteri si scontrano con forza: lei è apparentemente molto ingenua e genuina, lui un misantropo senza speranza, pessimista, burbero, razionale e caustico. Riuscirà la bella Sophie a scalfire la corazza di pregiudizio di Stanley e fargli ammettere che esiste il mondo degli spiriti e soprattutto quello dell’amore?

Trattandosi di un film di Woody Allen, conosciamo bene la risposta alla domanda e sappiamo quale sarà il finale di Magic in the Moonlight, o meglio possiamo intuirlo. Il buon regista newyorkese ci accompagna per mano, attraverso sentieri verdeggianti e vedute panoramiche della Costa Azzurra, fino all’aspettato, prevedibile e non per questo meno romantico epilogo.

Magic in the moonlight

Magic in the Moonlight appartiene a quel filone pseudo magico del cinema di Allen, che partendo da un pretesto di ciarlataneria (i poteri extrasensoriali di Sophie) raggiunge poi il suo scopo nel mettee in scena l’unica vera nota di magia che può esistere in questa (unica) vita: l’amore. Allen si perde nei suoi arzigogolati dialoghi carichi di sprezzante cinismo e tagliente ironia, prendendosi in giro e facendosi beffe anche dello spettatore che ascolta incantato i giri di parole dei protagonisti. Colin Firth e Emma Stone sono ovviamente straordinari e l’alchimia che si crea sullo schermo è dovuta non solo alla brillante (come al solito) scrittura di Allen, ma anche alla loro naturale propensione per la commedia. In particolare Emma Stone offre una delle sue migliori performance, aiutata anche da una regia e da una fotografia che sembrano avere come unico scopo quello di renderla ancora più incantevole.

Woody Allen realizza una perfetta commedia anni ’30: le luci, i costumi, la musica, tutto contribuisce a creare la giusta atmosfera e a impacchettare un ottimo prodotto che segna uno dei momenti più alti da un punto di vista tecnico della carriera del produttivo regista. Certo manca il guizzo di novità, l’ispirazione e la volontà di raccontare il nuovo, ma ormai lo sappiamo, Woody Allen è una tradizione, per gli argomenti che racconta, per i personaggi e le nevrosi che mette in scena. Ma chi ha detto che la tradizione sia per forza una brutta cosa?

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