Matt and Mara: recensione del film di Kazik Radwanski

Tra mumblecore e ritratto esistenziale, il film di Radwanski disponibile su MUBI, è un dolce e vivace racconto di certe delicate dinamiche della vita.

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C’è un momento, quando siamo ancora all’inizio di Matt and Mara, in cui la macchina da presa perde per un istante il focus sulla protagonista, la Mara del titolo. Potrebbe sembrare un errore sfuggito durante la ripresa eppure, considerando la storia che Kazik Radwanski vuole raccontarci, è pressoché indubbio che sia uno stratagemma assolutamente voluto per sottolineare l’essere fuori fuoco rispetto alla sua vita di questa donna. Nel corso della sua durata di 80 minuti, il film della regista canadese si concentra proprio su questo e sulla ricerca di quella definizione di sé, che passa attraverso Matt.

 

Con Matt and Mara – disponibile su MUBI – Radwanski racconta infatti delle forme ambigue che può assumere l’amore e di come questo sentimento sia alla base di un percorso che porta a mettersi in discussione, riscoprire sé stessi e volersi più bene. Il suo è però anche un film su quel delicato confine tra amicizia e amore al centro di tante storie, similmente a come visto ad esempio nel recente Past Lives, a cui per ovvi motivi Matt and Mara è stato accostato. I due film sembrano però puntare verso obiettivi parzialmente diversi, con l’opera di Radwanski concentrata sul raccontare la riscoperta del proprio presente attraverso il passato.

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Deragh Campbell e Mounir Al Shami in Matt and Mara
Deragh Campbell e Mounir Al Shami in Matt and Mara

La trama di Matt and Mara

Protagonista del film è dunque l’insegnante di scrittura creativa Mara (Deragh Campbell), che incontra dopo tempo Matt (Matt Johnson), che ha conosciuto anni prima al college ed è ora diventato uno scrittore di discreto successo a New York. Uniti da interessi comuni, i due si riavvicinano, mentre Mara deve gestire lavoro, maternità e soprattutto un matrimonio con il musicista Samir (Mounir Al Shami) che non sembra più darle alcuno stimolo. Quando si ritrovano a dover partire insieme per un breve viaggio, per Matt e Mara sarà l’occasione per venire a capo di questa loro relazione indefinita.

L’incessante ragionare sulla caoticità della vita

Siamo, con Matt and Mara, dalle parti della commedia cervellotica, tra Woody Allen e Noah Baumbach, in quel genere chiamato mumblecore in cui i personaggi parlano di continuo ragionando su sé stessi, la propria vita e la propria visione del mondo. Ed è a punto quello che fanno i due protagonisti del film, che da quando si ritrovano nella prima scena del film non smettono mai di riflettere sul loro rapporto, su come questo li definisca e sugli sviluppi di esso non verificatisi. Un’intesa così forte che sembrava inevitabile diventasse il fondamento di una storia d’amore, solo che così non è stato.

Ed è anche per cercare di capire, senza dirselo, perché quello scarto in più non c’è stato che Matt e Mara passano dunque il tempo a parlare, parlare, parlare. Un parlare ricco però di spunti di riflessione, che riesce a non risultare noioso ma anzi a lasciar intravedere quella serie di spiragli di vita che sono poi ciò che al regista interessa catturare e restituirci. Si ha così un ritratto sincero e non idealizzato di questi due personaggi così umani in quanto prima di tutto imperfetti. E nel seguire il loro ragionare e il loro dubitare, ci si ritrova così a propria volta a riflettere sulle proprie tappe di vita e su quella che attualmente si ricopre.

Deragh Campbell e Matt Johnson in Matt and Mara
Deragh Campbell e Matt Johnson in Matt and Mara

Matt and Mara, due amabili protagonisti

Sta tutto qui Matt and Mara, nel suo far accadere (volutamente) ben poco di concreto ma trovando  per l’appunto il proprio valore in quella non eccezionalità della vita di tutti i giorni. È proprio da episodi quotidiani che, senza che venga gridato, viene raccontato tutto il disagio di Mara, il suo sentirsi fuori posto e con il peso di scelte sbagliate sulle spalle. Certo, per alcuni aspetti il racconto sembra rimanere anche troppo sull’astratto, lasciando forse al non detto quel più del necessario che frena un completo coinvolgimento e trasporto emotivo.

Di certo, la bravura dei due interpreti è sufficiente per trovare facilmente la voglia di arrivare fino in fondo alla visione. Deragh Campbell è particolarmente convincente nel raccontare con sguardi e gesti il disagio e i dubbi della sua Mara, mentre Matt Johnson è vulcanico nella sua interpretazione dell’irrefrenabile e narcisistico Matt. Con loro come protagonisti, la riflessione di Radwanski sulle nevrosi e le difficoltà emotive di una generazione sempre più smarrita e priva di punti di riferimento. Difficile non riconoscere un po’ di sé stessi in Matt and Mara, difficile non volere almeno un po’ di bene ai suoi protagonisti, specialmente quando sbagliano.

Matt and Mara
2.5

Sommario

Talvolta il film di Radwanski rimane anche troppo sull’astratto, lasciando forse al non detto quel più del necessario che frena un completo coinvolgimento e trasporto emotivo, ma nella sua natura di mumblecore Matt and Mara ci porta a confrontarci con una serie di riflessioni legate alla caoticità della vita, all’imprevedibilità dei rapporti e alla loro difficile gestione emotiva. Grazie anche ai due interpreti protagonisti, si assiste così ad un film verso il quale si sviluppa infine un certo legame.

  • Per saperne di più su:
  • MUBI
Gianmaria Cataldo
Gianmaria Cataldo
Laureato con lode in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza e iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio come giornalista pubblicista. Dal 2018 collabora con Cinefilos.it, assumendo nel 2023 il ruolo di Caporedattore. È autore di saggi critici sul cinema pubblicati dalla casa editrice Bakemono Lab.

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