Miss Peregrine la Casa dei Bambini Speciali recensione

Basato sull’omonimo romanzo di Ransom Riggs, arriva in sala Miss Peregrine la Casa dei Bambini Speciali, nuova opera cinematografica di Tim Burton che trova nei bambini particolari della storia originale un habitat perfetto che si sposa alla perfezione con il suo immaginario visivo, macabro e giocoso.

 

Jake si sente sempre fuori posto, tranne che quando è con suo nonno, un ex avventuriero e eroe di guerra che gli ha sempre raccontati storie fantastiche di personaggi magici. Quando il povero nonno viene uccise in circostanze misteriose, Jake scopre che la sue sensazioni, le sue emozioni, sono condivise da altri, bambini speciali di un’altra epoca.

Miss Peregrine la Casa dei Bambini Speciali – la recensione

Scheletrini, teneri freak, mostri mangia-occhi, magie e giovani eroi, gli elementi per parlare di “un film di Tim Burton ci sono tutti e il regista di Edward mani di forbice non delude affatto. L’impianto visivo di Miss Peregrine è il perfetto connubio tra i macabri toni burtoniani dei primi anni dell’autore e la “deriva” estetizzante del suo ultimo contestato periodo. Complici scenografia e costumi (firmati da Coleen Atwood), Burton realizza un mondo, all’interno della casa, completamente coerente con le sue stranezze, perfettamente intonato al piccolo circo dei freak protagonista. E dentro a tutto questo apparire, il regista inserisce l’incredibile tenerezza, l’amore appassionato che nutre per questi bambini speciali, strambi e emarginati. Hanno tutti dei super-poteri (invisibilità, manipolazione del fuoco, superforza), ma in un mondo dove chiunque abbia un’abilità decide di usarla per il bene o per il male, loro si limitano a essere quello che sono, bambini, normalissimi nella loro peculiarità. Giocano, si fanno i dispetti e si spaventano quando un uomo cattivo bussa alla loro porta. Costude e protettrice di questi bambini è la Miss Peregrine del titolo, Eva Green, che insieme a bellezza e carisma impersona alla perfezione la fierezza di una leonessa che vuole a ogni costo difendere i suoi cuccioli.

miss-peregrineTim Burton, bambino speciale, racconta Miss Peregrine

Tutta la tenerezza che Burton ha sempre dedicato ai suoi personaggi originali, la infonde in questi piccoli freak conferendo a Miss Peregrine una profondità toccante e dolce. Peccato che la rappresentazione dei piccoli protagonisti non sia ricambiata da un impianto narrativo ugualmente solido. La sceneggiatura di Jane Goldman non riesce a dare coerenza al racconto, arrampicandosi e scivolando tra anelli temporali, passato, presente e trasformazioni magiche e mostruose e lasciando il regista in balia di se stesso mentre prova a costruire una storia coerente non attraverso i mezzi della narrazione ma attraverso quelli della spettacolarizzazione.

Miss Peregrine la Casa dei Bambini Speciali ci consente, di nuovo, di affacciarci nella mente visionaria di Tim Burton, nella sua forma più romantica e genuina ma allo stesso tempo ci pone davanti ai limiti di un’avventura prima di coerenza narrativa.Miss Peregrine

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