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Mothers’ Instinct, recensione del film con Jessica Chastain e Anne Hathaway

Il film è il remake del film belga Doppio Sospetto.

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Distribuito in sala da Vertice360 dal 9 maggio, Mothers’ Instinct è il remake del film belga Doppio sospetto che l’affermato direttore della fotografia Benoit Delhomme ha scelto per il suo esordio dietro alla macchina da presa. Ad accompagnarlo in questo grande passo due muse d’eccezione: i premi Oscar Jessica Chastain e Anne Hathaway che si prestano a interpretare Alice e Celine, due amiche che si troveranno a confrontarsi con la parte più oscura del loro essere madri.

Mothers’ Instinct, la trama

La storia è essenziale e si concentra sulla relazione tra due famiglie e sulla trasformazione della loro amicizia quando il film di Celine muore a seguito di un incidente. Alice, che si incolpa per non essere riuscita a intervenire per salvare il bimbo, entra presto in una voragine di inquietudine e sospetto, quando si rende conto che nel suo intimo, Celine la incolpa per l’incidente. La relazione tra le donne si incrinerà e le conseguenze saranno inaspettate.

Mothers’ Instinct ha una natura mutevole. Sebbene da subito sia evidente la natura thriller del film, per determinate scelte di regia e di ambientazione, il film cambia tono e intenzione. Inizia con un segmento in cui ci vengono presentate le due coppie protagoniste, potrebbe essere quasi un thriller erotico, ma vengono seminati molti indizi, molti dettagli apparentemente inutili vengono raccontati con estrema dedizione, come se il regista volesse predisporre tutti i pezzi in campo per poi permettere alle due protagoniste di spostarli, portandosi dietro l’attenzione e la comprensione dello spettatore.

Un thriller mutevole

E il gioco a scacchi funziona benissimo, almeno nella prima parte. Il thriller cede il passo a un dramma sull’elaborazione del lutto, che cerca di riflette anche cosa diventano dei genitori che perdono un figlio, in che modo la loro vita può andare avanti e come si gestisce non solo la perdita, ma anche il sospetto, il senso di colpa e il desiderio di vendetta. Di questo invece racconta la parte centrale del film, quella più riuscita, in cui l’istinto materno del titolo non è quello amorevole e di cura che viene raccontato e tramandato dalla tradizione, ma un pozzo di dolore e vendetta che spinge i personaggi a percorrere sentieri oscuri.

Ed è altrettanto interessante come, nel rincorrersi di cacciatore e preda, al centro delle supposizioni e delle mezze verità, le due protagoniste siano entrambe messe in discussione e il loro punto di vista non sia mai lucido e oggettivo. Questo elemento della storia è il cuore del racconto che, una volta svelato e chiarito agli occhi dello spettatore, fa perdere al film il suo fascino derivante dal dubbio. Così Mothers’ Instinct si trasforma ancora una volta nell’ultima parte e diventa, purtroppo, la peggiore declinazione di sé, camminando sul filo del grottesco.

Una regia cauta

Forse per il suo retaggio da DOP, Delhomme è più interessato a mettere bene in luce location e attori piuttosto che destreggiarsi a dare un punto di vista particolare alla storia. Si limita a costruire diligentemente una suburbia dai colori pastello in un’America in cui si facevano strada Kennedy e Signora, davanti agli occhi di una popolazione che si limitava a seguire gli schemi della società patriarcale, apparentemente con appagamento e felicità di tutti.

Jessica Chastain e Anne Hathaway si prestano molto bene ai ruoli drammatici e mutevoli che vengono loro affidati, anche se corrono il rischio di strafare, e rappresentare dubbio, dolore, paura e cattiveria in eccesso, riducendo le loro interpretazioni a macchiette poco ispirate.

Mothers’ Instinct è un remake diligente, un compito svolto bene, che però rinuncia ad avere un’anima propria senza approfondire il contesto e la contemporaneità in cui la storia è calata.

Sommario

Mother’s Instinct è un remake diligente, un compito svolto bene, che però rinuncia ad avere un’anima propria senza approfondire il contesto e la contemporaneità in cui la storia è calata.
Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.

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