Nata per te: recensione del film di Fabio Mollo

Tratto dall'omonimo libro di Luca Trapanese e Luca Mercadante, dal 5 ottobre al cinema.

nata per te recensione
Set del film "Nata per te" di Fabio Mollo. Nella foto Pierluigi Gigante e Alessandro Piavani. Foto di Gianni Fiorito Questa fotografia è solo per uso editoriale, il diritto d'autore è della società cinematografica e del fotografo assegnato dalla società di produzione del film e può essere riprodotto solo da pubblicazioni in concomitanza con la promozione del film. E’ obbligatoria la menzione dell’autore- fotografo: Gianni Fiorito. Set of "Nata per te" by Fabio Mollo. in the picture Pierluigi Gigante and Alessandro Piavani. Photo by Gianni Fiorito This photograph is for editorial use only, the copyright is of the film company and the photographer assigned by the film production company and can only be reproduced by publications in conjunction with the promotion of the film. The mention of the author-photographer is mandatory: Gianni Fiorito.

Nata per te, il nuovo lavoro da regista di Fabio Mollo, arriva dopo diverse incursioni nel mondo della serialità televisiva e su piattaforma – tra queste, Tutto può succedere 3 (2018), Curon (2020) – e due film a cavallo tra 2021 e 2022, Anni da cane, My soul summer. Il film nasce dall’incontro con una storia che per Mollo è “la storia”, quella che ha sempre voluto raccontare. Nata per te è quindi, come ha affermato in conferenza stampa, il film che ha sempre voluto fare. Si ispira alla vera vicenda di Luca Trapanese, primo single ad adottare una bambina disabile in Italia. Al suo attivo, anni di lavoro con i disabili, oggi Trapanese è anche assessore alle politiche sociali del Comune di Napoli. É stato lui stesso a trasformare la propria storia in un libro, Nata per te, scritto con Luca Mercadante, da cui è stato tratto il film.

Nata per te, la trama

Quello tra Luca, Pierluigi Gigante, e Alba è un incontro del destino. Lui è un giovane operatore di una casa famiglia per ragazzi disabili, mite e gentile, con un grande desiderio di diventare padre. Lei è una neonata con sindrome di Down. Sua madre l’ha abbandonata in ospedale dopo il parto e Alba ha bisogno di una famiglia. Tutto potrebbe essere molto facile. Luca ha dato la sua disponibilità per diventare un genitore affidatario, anche di bambini disabili, vista la sua lunga esperienza in questo campo. Però, è un uomo, è single. Come single, non può adottare, ma solo avere in affido per un periodo transitorio. Inoltre, al colloquio con la giudice minorile, Barbora Bobulova, Luca decide di dichiarare la sua omosessualità. Inizia così un percorso lungo e tortuoso in cui Luca, con l’aiuto dell’avvocata, Teresa Saponangelo, e con il supporto della sua famiglia allargata – la madre, Iaia Forte, il fratello, i parenti, gli stessi utenti della comunità in cui lavora – cercherà di trasformare in realtà il suo sogno e di dare ad Alba tutto ciò di cui ha bisogno.

La poetica di Fabio Mollo e il ruolo del protagonista

Con Nata per te Fabio Mollo sembra voler riprendere il discorso interrotto nel 2017 con Il padre d’Italia. Il film inizia dove Il padre d’Italia si concludeva. Un uomo si trova tra le braccia un neonato, di cui è chiamato a prendersi cura. A rafforzare l’impressione di continuità non sono solo gli occhi chiari del protagonista Pierluigi Gigante, ma anche un trucco, un taglio di capelli simili a quelli scelti per Luca Marinelli nel precedente film. Seppure quella di Nata per te si presenti come una storia a sé, che traspone una vicenda reale, dunque, si inserisce perfettamente nel discorso filmico di Mollo. Si tratta di un racconto corale, in cui ci si sarebbe aspettati un protagonista più incisivo. Mollo lo scruta e cerca di carpirne le emozioni con ricorrenti primi piani del volto. L’interpretazione è minimale e trattenuta, forse troppo.

Set del film “Nata per te” di Fabio Mollo.
Nella foto Pierluigi Gigante e Barbora Bobulova.
Foto di Gianni Fiorito
Questa fotografia è solo per uso editoriale, il diritto d’autore è della società cinematografica e del fotografo assegnato dalla società di produzione del film e può essere riprodotto solo da pubblicazioni in concomitanza con la promozione del film.
E’ obbligatoria la menzione dell’autore- fotografo: Gianni Fiorito.
Set of “Nata per te” by Fabio Mollo.
in the picture Pierluigi Gigante and Barbora Bobulova.
Photo by Gianni Fiorito
This photograph is for editorial use only, the copyright is of the film company and the photographer assigned by the film production company and can only be reproduced by publications in conjunction with the promotion of the film.
The mention of the author-photographer is mandatory: Gianni Fiorito.

Solo a tratti riesce ad essere davvero intensa. L’emozione passa soprattutto grazie alla regia, che sa creare i giusti contrappunti attraverso le inquadrature, l’uso della musica e delle canzoni, per portare lo spettatore a partecipare emotivamente. Il protagonista è l’uomo perfetto per il compito che si candida a svolgere: cattolico, ex seminarista, è stato volontario nel sud del mondo e lavora coi disabili, un ragazzo con un “curriculum” ineccepibile. Tanto che sembrerebbe una forzatura degli sceneggiatori, se non ricalcasse la vera biografia di Luca Trapanese. Mollo gli conferisce una sorta di umile sacralità, a tratti retorica, che può allontanare soprattutto il pubblico non credente. La sua è una visione cristiana della paternità.

I ruoli femminili in Nata per te

Altro passo hanno invece i ruoli femminili. Qui la scrittura a sei mani di Furio Andreotti, Giulia Calenda e Mollo stesso dà il suo meglio. Queste donne sono figure complesse, dalle molteplici sfaccettature. Colpisce, oltre alla bravura delle attrici che le interpretano, la capacità di raccontare interi mondi anche attraverso pochi particolari. Così, ci si può riconoscere nell’avvocata single, madre di due gemelli, ben interpretata da Teresa Saponangelo, che come tante donne, lotta ogni giorno per farcela da sola. Ma vi sono anche la giudice, cui dà vita Barbora Bobulova, stretta tra la rigidità delle norme e le difficoltà della realtà, o la madre di Luca, Iaia Forte. Una madre che forse non comprende del tutto il figlio, ma decide di stargli comunque accanto. C’è la pragmatica infermiera interpretata da Antonia Truppo, senza dimenticare parenti e amici, che insieme danno vita a una famiglia allargata, in efficaci scene corali colorate e chiassose.

Uno stile riconoscibile

Lo stile di Mollo è riconoscibile. Ha una capacità di guardare al dettaglio insolito. La sua Napoli è fatta di angoli nascosti, non turistica, ma quotidiana. Si caratterizza poi per l’uso emotivo della musica, con scelte adatte ad accompagnare i momenti più emotivamente coinvolgenti e di maggiore libertà, come la scena del ballo. Si va dalla canzone napoletana, usata per presentare il personaggio di Iaia Forte, ai Placebo, passando per Battisti. Vi è anche un buon uso del flashback, sempre contestuale, adatto a chiarire l’evoluzione esistenziale del protagonista, non esercizio di stile fine a sé stesso.

La famiglia, le famiglie, la disabilità in Nata per te

Nata per te è senz’altro un lavoro coeso e coerente, che pone delle domande e mostra delle possibilità, senza dare giudizi. Possibilità diverse e molteplici rispetto a un concetto di famiglia che oggi va indubbiamente allargato e adeguato alla società attuale, con una riflessione seria e senza pregiudizio sul tema degli affidi e delle adozioni. Possibilità e contraddizioni anche rispetto al tema della disabilità, che resta ancora al margine del dibattito pubblico e delle decisioni politiche, nonostante riguardi, in varie forme, un’ampia fetta della società. Prodotto da Cattleya e distribuito da Vision Distribution, Nata per te sarà nelle sale italiane dal 5 ottobre.

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