Priest: recensione del film con Paul Bettany

Priest film recensione

Priest é un guerriero, l’arma definitiva con cui l’umanità, grazie alla Chiesa, ha sconfitto i Vampiri. In un futuro remoto, in cui sopra alle città non si vede più il sole e i vampiri sono rinchiusi in riserve, i sacerdoti non hanno però più lavoro.

 

Fino a quando un avamposto nelle Wasteland viene attaccato proprio da un gruppo di vampiri, e a farne le spese, neanche a farlo apposta, sono il fratello, la ex moglie e la nipote di Priest che quindi dovrà ribellarsi alla Chiesa e partirà alla ricerca della ragazza e di una personale vendetta.

Priest, il film

Questo film è la trasposizione di un fumetto non Marvel, e già questo è un evento, inoltre si tratta di un manga, il che presuppone che ci sia una nicchia di appassionati che conosce perfettamente la storia del sacerdote ammazza-vampiri.

La sua provenienza esotica ci offre inoltre una storia che si discosta dalle più conosciute avventure di supereroi vendicatori. Priest è essenzialmente un western (con l’aggiunta dei vampiri), in cui il buono, che subisce un torto, parte cercando la rivalsa sul cattivo; sulla strada, incontra alcuni alleati che lo aiuteranno a portare a termine la missione. Segue duello finale su treno. L’ammiccamento al genere western non è l’unico riferimento che il film propone: l’estetica delle città ricorda Blade Runner, c’è una sovrabbondanza (ancora, verrebbe da dire) di bullet time á la Matrix, alcune scene “maestro-allievo” che ricordano un po’ Guerre Stellari, insomma molti riferimenti a cinema soprattutto di fantascienza.

I vampiri, invece, sono ben lontani dall’immaginario che ci ha creato Coppola o il più recente Twilight, sono assolutamente privi di fascino, essendo anche privi di occhi con una bocca troppo grande e un colorito assai pallido. Sono piuttosto animali la cui unica missione è nutrirsi, necessità che li porta a diventare assassini, ma allo stesso tempo, essere più puri degli uomini, in quanto probabilmente privi di anima corruttibile, come afferma ad un certo punto uno dei personaggi.

Priest si districa tra frasi ad effetto e combattimenti che non lasciano senza fiato. Sicuramente la storia ha una presa notevole, gli ambienti, la profondità  e gli spazi aperti sono stranamente valorizzati dal 3D, che ha il suo momento di gloria soprattutto nei carrelli abissali negli alveari dei vampiri, mentre il momento più bello della pellicola è l’introduzione realizzata in animazione 2D, a rivendicare l’origine della storia.

Interessante è anche il punto di vista sulla Chiesa, una dittatura militare che usa i sacerdoti come dei novelli crociati, e l’atmosfera post atomica e grigia della vita della città in cui il tempo è scandito, come in 1984, dalla voce del capo supremo (in questo caso della Chiesa) che invita a pregare e a rispettare ciecamente i dettami ecclesiastici.

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