Questione di Tempo: recensione del film di Richard Curtis

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La vita è Questione di Tempo, di attimi, di momenti propizi, di incontri che si susseguono e nella miriade di eventi che ogni giorno ci investono spetta a noi riuscire a cogliere l’attimo, a fermare il momento giusto, a capire che quel momento è e sarà per sempre passato, nel momento esatto in cui lo viviamo.

 

La stessa riflessione deve essere passata per la testa di Richard Curtis che ha pensato di scrivere una storia a riguardo, dando però la possibilità al suo protagonista di tornare indietro nel tempo, di rivivere i suoi giorni e di “aggiustare il tiro” ogni volta che ne aveva la possibilità.

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Quando Tim compie 21 anni il padre gli confessa che gli uomini della loro famiglia sanno viaggiare indietro nel tempo. Ma con questa confessione arriva anche il fardello della scelta: cosa cercherà di guadagnare Tim dalla vita grazie al suo dono? Come userà il suo potere? Per il giovane non ci sono dubbi, il suo “unico motore” è la ricerca del vero amore.

Quando i film parlano di viaggi nel tempo, è sempre dietro l’angolo il puntiglioso spettatore che addita paradossi temporali, problemi di consecutio, incongruenze e anelli deboli nella storia. Ovviamente il film di Curtis non è esente da questi difetti, ma quello spettatore puntiglioso può anche tornarsene da dove è venuto, perché Questione di Tempo è un film che si comincia a guardare comodamente seduti, e si finisce di guardare con i gomiti sulle ginocchia e la testa tra le mani, tirando su con il naso mentre gli occhi sono lucidi e la bocca è atteggiata ad un divertito sorriso. Perché Richard Curtis fa esattamente questo, ci racconta storie, d’amore e di vita, con una sincerità ed una poesia tali da coinvolgerci e assorbirci completamente.

Questione di Tempo recensione 2Principe assoluto del film è il giovane e talentuoso Domhnall Gleeson, “troppo alto, troppo magro e troppo rosso di capelli”, guardandolo è difficile non ripensare a tutti gli eroi del regista e sceneggiatore inglese: dolci, buoni, impacciati, sempre apparentemente in difficoltà ma capaci di affrontare una straordinariamente ordinaria vita a testa alta. Accanto a Gleeson, Curtis ha voluto la bellissima Rachel McAdams e il caro amico Bill Nighy, nei panni di un padre prezioso, disponibile, ironico. Il cast resta a tutti gli effetti un punto fortissimo del film, che gode anche di una delicata colonna sonora e di una sceneggiatura forse dilatata nella parte centrale, ma ricca di dialoghi brillanti permeati da uno humor persistente e sottile, marchio di fabbrica di Curtis stesso.

Questione di tempo ci ricorda con emozione il valore dei momenti, il valore di una storia d’amore e della vita che intorno ad essa si può costruire, soprattutto ci mostra con candida semplicità la bellezza dei legami, la sofferenza intrinseca nella condizione umana e l’unicità di una vita abbracciata con il sorriso.

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.

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