Mea maxima culpa: il silenzio nella casa di Dio è un film-documentario diretto dal regista americano Alex Gibney (premio Oscar nel 2007 con il suo Taxi to the dark side ) che uscirà nelle sale cinematografiche italiane il prossimo 20 marzo.

 

In Mea maxima culpa tutto ha inizio quando quattro ex allievi della St, John’s for the Deaf di Milwakee (un istituto cattolico per bambini sordo-muti) decidono di unire le loro forze e le loro terribili testimonianze per denunciare il direttore dell’istituto, padre Lawrence Murphy, che per anni aveva abusato impunemente di loro. Inizia una lunga battaglia legale che dovrà scontrarsi con la tenace opposizione delle istituzioni, sia civili che religiose. Partendo da questa terribile vicenda si dipana una documentatissima e fedelissima cronostoria dei casi più celebri di pedofilia che hanno coinvolto la Chiesa di Roma negli ultimi trent’anni. I silenzi, le omissioni, gli insabbiamenti che hanno coinvolto le gerarchie più alte del Vaticano; crimini mai puniti, una giustizia mai arrivata ma che oggi le centinaia di vittime, non solo americane, reclamano senza più vergognarsi.

Mea maxima culpa, il film

Mea maxima culpa è un film sconvolgente e incredibile, per la sua spietata e dettagliatissima ricostruzione storica, per la ricchezza impressionante di materiale archivistico e documentaristico edito ed inedito, per la forza emotiva e l’intensità drammatica delle testimonianze dirette. Un lavoro enorme svolto con solerzia e precisione che dipinge un quadro agghiacciante sul come le istituzioni vaticane abbiano taciuto e non agito di fronte alle centinaia di accuse susseguitesi nel tempo nei confronti di sacerdoti pedofili.

Inchieste e indagini che nel tempo hanno appurato come le più alte cariche del Vaticano siano perfettamente al corrente di ogni singolo caso, a partire da quel padre Murphy, al centro della prima parte del film, che pur ritenuto colpevole di oltre duecento casi di violenza ha potuto continuare ad “officiare” per oltre venti anni dopo le prime accuse.

Una spietata requisitoria che non risparmia nessuno a partire dagli ultimi due pontefici: papa Giovanni Paolo II, amico affezionatissimo di quel Marcial Maciel Degolado cui si appureranno innumerevoli e terrificanti reati, sino a papa Benedetto XVI che, sedendo a capo della Congregazione per la dottrina cattolica per oltre venticinque anni, ha studiato caso per caso ogni singola denuncia di ogni singolo prete finito sotto accusa.

Ed è proprio la figura dell’allora cardinale Joseph Ratzinger che suscita le più interessanti oltre che inquietanti riflessioni; grazie a varie testimonianze possiamo trarre un ritratto controverso quanto esemplificativo sia del cardinale che della Chiesa stessa. Ratzinger da uomo di teologia, da fine pensatore oltre che da uomo di fede, dimostrò più volte il desiderio di voler fare qualcosa di concreto in favore delle vittime, di voler agire in modo drastico per estirpare questa piaga, ma alla fine è anch’egli rimasto vittima di un millenario impianto inossidabile basato su leggi assurde, inattaccabili ed unicamente finalizzate alla difesa e alla sopravvivenza della Chiesa stessa.

Mea maxima culpa è un film forte, spietato e sconvolgente che mai come in questi giorni assume un’importanza particolare; oggi sul soglio di Pietro siede un nuovo pontefice, Francesco, che ha preso il posto di un vecchio e stanco ex cardinale tedesco che forse non ha più retto il peso dei misteri, dei segreti e delle colpe che era chiamato a difendere. Oggi sul soglio pontificio siede un papa che ha subito conquistato tutti per semplicità e umiltà dando la speranza di poter e voler aprire una breccia tra le secolari chiusure e contraddizioni di  una Chiesa da riformare.

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