La diversità, l’amore
per se stessi, la difficoltà nel far bene il proprio lavoro, la
forza d’animo di chi non si arrende alle difficoltà. Questo e molto
altro racconta The Session ultimo film di
Ben Lewin che si avventura con tatto e timidezza
in un ambito poco trattato e forse un po’ scomodo.
Mark O’Brien è un 38enne costretto a vivere in un polmone artificiale, per tutta la sua vita una poliomielite contratta da piccolo lo ha costretto ad una esistenza a metà, condizione che non gli ha impedito di vivere secondo le sue regole. Mark infatti si è laureato ed è diventato un giornalista scrittore e poeta, ma la sua vita così piena nonostante la malattia è priva di amore, non quello emotivo ma quello fisico. Mark non ha mai avuto una relazione un po’ limitato sicuramente dalla sua condizione fisica, un po’ perché la sua formazione fortemente cattolica gli hanno creato dei limiti mentali che non riesce a valicare. Aiutato dal suo confessore e da una donna, terapista del sesso, Mark riuscirà non solo ad avere più coscienza del suo corpo martoriato, ma anche a scoprire una parte di se stesso che ancora non aveva mai visto.
The Session è un film che sorprende, delicato e brutale al tempo stesso, coinvolge soprattutto grazie alle straordinarie interpretazioni degli attori che riescono a trasmettere al pubblico tutte le sfumature emotive di due persone fragili ma desiderose di aiutare e aiutarsi. John Hawkes colleziona un’altra grandissima performance che si aggiunge a quelle di una intera carriera fatta di piccoli e grandi ruoli in cui il suo talento è sempre più esaltato. Accanto a lui una sempre bellissima Helen Hunt, che mostra il suo bel corpo con la freschezza di una adolescente e la naturalezza di una professionista di rango.
Il film è tratto da un
articolo scritto dal vero Mark O’Brien in cui lo scrittore racconta
la sua esperienza personale. Un’esperienza fatta di umiliazione e
dolore prima, ma anche di tanta forza e di consapevolezza dopo, in
cui i veri protagonisti, nonostante il tema prevalentemente
sessuale del film, non sono i corpi ma i sentimenti. Con
The Session la visione del sesso al
cinema diventa inedita: rappresentato sempre in maniera ora
straordinariamente sensuale o anche violenta, a volte come
patologia e altre invece come coronamento di un sogno d’amore, in
questo caso il sesso diventa un esercizio da imparare, un rapporto
da costruire sulle fragilissime basi di una malattia fisica alla
quale non ci si vuole arrendere. E straordinari fautori di questa
strana magia che si crea sullo schermo sono gli attori, Hawkes,
Hunt e anche William H. Macy, nei panni
dell’imbarazzato ma sincero e devoto prete confessore del
protagonista.
Il film è valso la nomination agli Oscar per Helen Hunt, nella categoria migliore attrice non protagonista, e anche se quella statuetta sembra già ipotecata dalla Hathaway, non c’è dubbio che la Hunt ha costruito e raccontato uno dei personaggi più belli della sua carriera.
The Session è un film tenero e romantico, che indaga il sesso in maniera inedita, coinvolgendo lo spettatore nel profondo, con tutta la carica emotiva di una storia vera.