Dopo A silence, Joachim Lafosse ritorna alla festa del cinema di Roma con Six Jours ce printemps-là, un dramma che affronta i temi delle disparità economiche e dei disagi familiari. Il film ha avuto la sua premiere alla 73esima edizione del San Sebastián Film Festival lo scorso settembre, dove ha vinto due premi come miglior regia e miglior sceneggiatura, per poi essere presentato all’Odesa International Film Festival e alla Festa del cinema di Roma. Il cast è formato principalmente da figure note prevalentemente nel panorama cinematografico nazionale: Eye Haïdara (Patriot) qui interpreta Sana, una madre divorziata che cerca di conciliare la propria vita privata con la necessità di crescere e mantenere al meglio i suoi due figli. Al suo fianco ritroviamo Jules Waring (Colonia) nei panni di Jules, nuovo compagno di Sana ed ex allenatore di calcio dei suoi due bambini.
Six jours ce printemps-là: delle vacanze felici
Il film ha inizio in un tetro e squallido appartamento di città: qui vivono Sana con i suoi due figli. Sana è una madre single, e fa due lavori per poter far quadrare tutto, un lavoro da ufficio durante il giorno e la cameriera la sera. Sono in arrivo però le vacanze e l’idea è proprio di riposarsi insieme a Jules, nuovo compagno ancora segreto di Sana.
Non potendosi permettere un albergo e non potendo stare da Jules, tutti e quattro si recano a Saint-Tropez: qui entrano in una magnifica villa, appartenente ai nonni dei due bambini, dal lato paterno. Sana, avendo divorziato dal marito, non potrebbe più recarsi in tale casa, ma lo fa ugualmente, pur rischiando una denuncia e soprattutto la perdita della custodia dei figli. Tutto pur di regalare dei meritati momenti di gioia e spensieratezza ai bambini e a sé stessa.
Sana e i suoi figli, insieme a Jules, trascorrono degli splendidi giorni al mare, ma, nonostante tutte le precauzioni prese da Sana, la loro presenza non passerà totalmente indisturbata.
Six jours ce printemps-là: le ingiustizie economiche
Tema focale di Six jours ce printemps-là è certamente la disparità economica che pone a confronto, da un lato, Sana, e dall’altro l’ex marito e la sua famiglia. Mentre Sana ha difficoltà a garantire il minimo indispensabile per sé stessa e i propri figli, i suoceri vivono nel lusso più sfrenato; ed è proprio perché anche lei sente propria questa ingiustizia, che è disposta a rischiare anche tanto pur di permettere ai bambini di avere le vacanze che meritano.
I motivi per cui la donna si addossa un tale rischio sono quindi principalmente per l’amore dei figli e, certamente, per un sentimento di risentimento nei confronti dei suoceri che l’hanno totalmente tagliata fuori dalla propria famiglia nel momento della separazione dall’ex marito.
Un divorzio silenzioso
Altro elemento interessante in Six jours ce printemps-là è proprio il fatto che non vengono spiegate in alcun modo le ragioni o le dinamiche della separazione tra Sana e l’ex marito. Anzi, è interessante notare come le informazioni sul legame tra la donna, i bambini e la lussuosa vita di Saint-Tropez si rivelino pian piano allo spettatore.
Molto però è lasciato in Six jours ce printemps-là alla libera interpretazione del pubblico: è probabile che l’unione tra Sana e l’ex marito sia stata osteggiata dalla famiglia di lui, proprio perché chiaramente la donna non proveniva da una condizione sociale ed economica agiata come la loro. È oltretutto possibile che la separazione sia stata burrascosa per motivi legati a tradimenti: Sana potrebbe aver intrapreso una relazione con Jules già prima di lasciare il marito. Tutto sembra poter essere possibile; ciò che però è chiaro nel finale è un forte classismo e risentimento che anima i suoceri, tanto da dare un finale drammatico e ingiusto a questa storia.
Non è neanche possibile se oltre all’elemento del classismo vi sia anche una forma di razzismo, in quanto l’ex marito e i suoceri non sono mai propriamente mostrati nel film: restano delle persistenti voci da fuori campo.
Six jours ce printemps-là è un dramma abbastanza potente, che sottolinea l’importanza per tutti di un po’ di meritata spensieratezza, nonostante le difficoltà della vita quotidiana.
Six jours ce printemps-là
Sommario
Six jours ce printeps-là è certamente un dramma emozionante, che però lascia fin troppo alla libera interpretazione del pubblico.