Disponibile su Netflix dal 3 Novembre, The Harder They Fall costituisce il debutto alla regia di Jeymes Samuel, cantautore e musicista britannico. Western dalle tinte tarantiniane e inserito in un’ottica del sempre più imperante revisionismo storico, presenta un cast ottimamente assemblato, in cui figurano Jonathan Majors, Idris Elba, Zazie Beetz, Regina King, Delroy Lindo, Lakeith Stanfield, RJ Cyler, Danielle Deadwyler, Edi Gathegi e Deon Cole.

 

The Harder They Fall: revisionismo delle leggende del vecchio West

Quando il fuorilegge Nat Love viene a sapere dell’uscita di prigione del nemico Rufus Buck, riunisce la sua gang per rintracciarlo e vendicarsi. Ad affiancarlo in questo western tanto innovativo quanto fedele alla tradizione sono l’ex amata Stagecoach Mary, i suoi fidati bracci destri (l’irascibile Bill Pickett e il lesto Jim Beckwourth) e un avversario trasformato inaspettatamente in alleato. Da parte sua, Rufus Buck ha una temibile banda che non accetta sconfitte e include la traditrice Trudy Smith e Cherokee Bill.

La presenza di personaggi afroamericani in storyline western è stata normalmente per lo più giustificata dai richiami alla piaga dello schiavismo, seppur si sappia con accuratezza che di cow-boy africani ce ne furono eccome: ecco infatti che Samuel si focalizza in The Harder They Fall sulle vicende di uno dei più celebri eroi afroamericani del West, Nat Love, cowboy americano ed ex schiavo nel periodo successivo alla guerra civile americana, le cui imprese lo hanno reso uno degli eroi più famosi del Vecchio West.

Samuel rinfresca i familiari tropi western, le situazioni e i dialoghi tipici del genere con un senso dell’umorismo tagliente e una sensibilità attuale. The Harder They Fall mette sotto i riflettori le leggende nere del vecchio West: non solo quella di Buck e Love, ma anche le storie di Sally, Picket, Beckwourth e Cherokee Bill. La narrazione delle loro gesta si serve di pezzi hip hop, reggae e funk alimentato da ottoni per conferire al film un’energia galoppante, trainata da un Samuel impegnato pedissequamente in ogni aspetto dello spettacolo western, dagli aspetti tecnici fino agli accattivanti costumi.

The Harder They Fall riuscirà a distinguersi all’interno di un genere affollato, grazie alla miscela di musica innovativa ed elementi visivi che in qualche modo riescono a far sentire il film sorprendentemente fresco e allo stesso tempo appropriato al tono dell’epoca. La colonna sonora del film, che ondeggia tra gli spirituals dell’epoca della schiavitù e il moderno e potente hip-hop, trascinandoci più a fondo nel suo grintoso mondo di pistoleri e fuorilegge, e la direzione stilistica precisa di Samuel riempiono ogni scena di simbolismo e inquadrature memorabili e fortemente stilizzate.

Come regista, Jeymes Samuel si preoccupa innanzitutto di rendere giustizia a queste figure della vita reale e di dare vita alle loro personalità con una variazione moderna. Oltre a spingere a riconoscere l’esistenza di queste personalità, The Harder They Fall prende meno la via della serietà, giocando piuttosto con violenza e sequenze truculente. È un rappresentazione di orgogliosa cultura pop nera che si eleva con tecnica registica, recitazione magnetica e schizzi di sangue tarantiniani, che entusiasmeranno il pubblico. I fondamenti sono così ben eseguiti che l’intreccio narrativo risulta anche un po’ emotivo durante il suo climax.

The Harder They Fall

The Harder They Fall: un cast di tutto punto

The Harder They Fall trabocca di personaggi e colpi di scena piuttosto memorabili nel corso dei suoi 137 minuti di durata. Major si conferma tra i nuovi protagonisti più accattivanti di Hollywood e The Harder They Fall ne è la prova definitiva, dopo la ottima prestazione in Lovecraft Country della HBO. Questa performance si aggiunge al suo crescente curriculum, regalandoci una prestazione ottimale nel ruolo di Nat, un fuorilegge che ruba ai fuorilegge, mascherato da un sorriso che nasconde la sua rabbia interiore e la ricerca di vendetta contro Buck. Come gli dice Mary, “Finché quell’uomo respira, il tuo spirito sarà maledetto e selvaggio come non mai“.

Elba è sicuramente in grado di interpretare il suo opposto, portando la sua usuale ferocia teatrale ma anche conferendo al suo cattivo una senile, persino saggia pensosità. Anche il cast di supporto intorno al duo di duellanti è solido, specialmente King come antagonista senza fronzoli con un iconico cappello a bombetta; Stanfield che dà al western la canaglia più imprevedibile e particolare dai tempi del Doc Holliday di Val Kilmer in Tombstone; e Lindo che interpreta Reeves, lo sceriffo degli Stati Uniti che in alcuni frangenti può essere considerato un’ispirazione per il Lone Ranger.

Tra il resto della banda di Nat, Zazie Beetz si getta nel ruolo dell’ex amante di Nat, Stagecoach Mary, e mantiene il personaggio prominente e convincente nonostante un arco che la mette in disparte per gran parte della storia. RJ Cyler e Edi Gathegi ritraggono rispettivamente il presuntuoso esperto di tiro al volo Bill Pickett e il tiratore scelto Jim Beckwourth, e le scene che gli vengono concesse – sia insieme che individualmente – aiutano a rilassare l’atmosfera di un film meticolosamente realizzato e attentamente strutturato con alcuni scambi di dialogo veramente divertenti.

“L’infida” Trudy Smith è il tipo di killer freddo e calcolatore che un attore può divertirsi a interpretare, e l’attrice di Watchmen Regina King lo fa chiaramente. Anche stando accanto allo spietato e aspirante signore del crimine di Elba, la King rende chiaro in ogni momento che è lei la persona più pericolosa nella stanza – uomo o donna – in più di un’occasione, e vende efficacemente questa minaccia più e più volte nel corso del film.

D’altra parte, la performance del candidato all’Oscar Lakeith Stanfield rende l’imprevedibile pistolero Cherokee Bill uno dei personaggi più imperscrutabili del film, con una morale confusa, abilità letali e una linea di dialogo brillantemente proclamata. Le sue motivazioni sono tanto confuse quanto lo è l’impressione che lo spettatore ha del personaggio e l’affezione nei suoi confronti oscilla tra il voler vedere un futuro intero film sul suo personaggio e il volerlo vedere sconfitto quanto prima.

Dato che Jeymes Samuel sembra amorevolmente attratto dal genere western, speriamo che gli vengano concesse ulteriore possibilità per illuminare il panorama Netflix e intrattenerci con altre storie dinamiche di fuorilegge non celebrati, che meritano di essere raccontate.

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RASSEGNA PANORAMICA
Voto di Agnese Albertini
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