The Outrun: recensione del film con Saoirse Ronan #RoFF19

Presentato alla Berlinale, il film fa parte del programma della XXII edizione di Alice nella Città.

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Diretto dalla regista tedesca Nora Fingscheidt, The Outrun è un dramma che esplora i temi dell’alcolismo e della guarigione, attraverso il percorso di Rona, una giovane donna scozzese interpretata da Saoirse Ronan. Basato sul memoir del 2017 di Amy Liptrot, il film segue la protagonista mentre tenta di ricostruirsi, recuperando una vita spezzata dall’alcol e dall’isolamento, affrontando un percorso intimo, riflessivo e psicologicamente complesso.

 

The Outrun ci presenta una Rona a pezzi

Quando il pubblico incontra Rona, la protagonista è già ridotta a brandelli. Nora Fingscheidt ci mostra una giovane donna frammentata, che cerca di fuggire da sé stessa e dal caos interiore con cui è costretta a convivere. La scelta di ambientare buona parte del film nelle desolate isole Orcadi, un arcipelago remoto e austero nel nord della Scozia, è una metafora potente dello stato d’animo della protagonista. Le rocce scure, le onde sferzanti, e il paesaggio brullo diventano il riflesso della solitudine e della desolazione di Rona, rendendo l’ambiente stesso un personaggio che amplifica il senso di isolamento della protagonista. Le Orcadi diventano così luogo eletto per un atto di auto-riflessione e per un tentativo di rinascita, un luogo che invita al silenzio e alla contemplazione, ma che può anche mettere chi vi abita di fronte ai propri demoni.

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Una straordinaria Saoirse Ronan

Rona è interpretata in modo straordinario da Saoirse Ronan, che si immerge nel personaggio con una dedizione impeccabile. La sua Rona è una donna tormentata, persa tra un passato caotico e un presente instabile, in lotta costante per la propria sanità mentale e fisica. Ma anche una donna dotata di grande sensibilità e desiderosa di ricostruirsi. La performance di Ronan è autentica, e si muove nel tempo mostrando i vari stadi di disfacimento di Rona, anche grazie a un montaggio illuminato e all’espediente scenico dei colore dei capelli. Questo infatti sembra mutare a seconda dello stato emotivo della protagonista, per indicare i diversi momenti del suo percorso di vita: le tonalità blu e acquatiche rappresentano i periodi di autodistruzione, mentre un biondo naturale indica una ricerca di stabilità e un rosso brillante appare nel finale, nel suo tentativo di abbracciare la natura e la solitudine delle Orcadi.

The Outrun
Saoirse Ronan in The Outrun – immagine dal film

La dipendenza cliché narrativo sul quale è facile scivolare

Come molti film che trattano temi di dipendenza, The Outrun rischia talvolta di cadere nella ripetizione, come purtroppo è la vita di chi cerca di fuggire da questo tipo di mostri. Fingscheidt riesce a distinguersi grazie a uno stile visivo evocativo, che usa immagini suggestive, e punta tutto sull’immersione della protagonista nella natura incontaminata e selvaggia che la circonda. Le Orcadi rappresentano un rifugio, un santuario per la protagonista, che in cerca di isolamento, qui tenta di ricostruire sé stessa e trovare un equilibrio. La natura diviene culla di rinascita e simbolo di un’umanità perduta, che cerca di riallacciare le sue origini a quelle mitologiche di quei posti. In più di un’occasione fanno capolino le storie delle selkie, creature mitologiche metà foca e metà donna che incarnano l’idea di trasformazione e rinascita.

Il film lascia anche molto spazio alla rappresentazione dell’ambiente in cui Rona è cresciuta, non tanto per andare a ricercare il germe della sua debolezza, quanto per costruire intorno alla ragazza una rete di rapporti che in qualche modo ne hanno condizionato le scelte di vita.

The Outrun è un’opera intensa che si fonda totalmente sulla performance di Saoirse Ronan che con questa pellicola colleziona un altro ruolo spettacolare. delle interpretazioni e per la cura estetica della regia. Fingscheidt riesce a evitare la retorica, esplora la solitudine e la vulnerabilità di Rona senza pietismo, con uno sguardo empatico e onesto. Il film è un ritratto femminile di autodeterminazione, un racconto di sofferenza e di riscoperta di sé, in cui Saoirse Ronan brilla come protagonista in un ruolo che esalta la sua capacità di incarnare fragilità e forza di una donna in cerca di redenzione.

The Outrun
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Sommario

Attraverso uno sguardo empatico e onesto, la regista si avvale dello strepitoso talento di Saoirse Ronan e confezione un’opera intensa e emozionante.

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.

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