Edgar Wright torna a miscelare azione e ironia in The Running Man, dimostrando ancora una volta la sua straordinaria capacità di orchestrare sequenze action con ritmo perfetto e precisione stilistica. In questo adattamento liberamente tratto dal romanzo di Stephen King, Wright fonde la componente spettacolare della violenza cinematografica con la costruzione dei personaggi, dando vita a un film che diverte, emoziona e coinvolge senza mai prendersi troppo sul serio.
La vicenda si cala in un futuro distopico in cui il protagonista, Ben Richards, interpretato da Glen Powell, si trova a combattere per la sopravvivenza in uno show televisivo mortale. Wright riesce a trasportare la mitologia kinghiana sullo schermo senza snaturarla, mantenendo gli elementi essenziali del romanzo originale e reinterpretandoli per il pubblico contemporaneo. La sua regia crea un ritmo serrato, con inquadrature dinamiche che enfatizzano sia l’azione che l’ironia dei momenti più leggeri, evitando qualsiasi appesantimento della narrazione.
Glen Powell: un eroe
muscolare e ironico
Glen Powell emerge nella sua capacità di incarnare l’eroe action con la giusta dose di vulnerabilità. La sua prestanza fisica domina lo schermo: i pettorali e la muscolatura quasi mitologica dell’attore sono esposti in tutta la loro imponenza, spesso fini a se stessi. Powell, però, non è solo un corpo in movimento; la sua interpretazione è permeata di ironia, quella leggerezza che permette al pubblico di sorridere anche nei momenti più tesi.
Questa combinazione di forza fisica e autoironia rende Richards un personaggio più umano rispetto al film originale con Arnold Schwarzenegger, e al tempo stesso mantiene la spettacolarità necessaria a un action movie contemporaneo. Powell sa alternare scene di combattimento e inseguimenti mozzafiato a momenti di introspezione, in cui la sua emotività traspare con naturalezza. Il risultato è un protagonista credibile e carismatico, capace di coinvolgere lo spettatore su più livelli.
Wright, in questa versione, dà ampio spazio all’umanità di Richards. Il personaggio diventa più empatico, più vicino alla sensibilità odierna: non è solo un eroe muscolare che affronta i pericoli, ma un uomo che lotta per motivi profondi e universali: la sua famiglia. Questo approccio rende il film più “gradevole”, pur conservando l’adrenalina e il ritmo che ci si aspetta da un action moderno.
Libertà narrativa e
omaggi al passato
Uno degli aspetti più interessanti di The Running Man è la capacità di Wright di prendere libertà rispetto al materiale originale senza tradirlo. I personaggi vengono approfonditi, le loro emozioni enfatizzate e le motivazioni rese più credibili, così da stabilire un legame più forte con il pubblico contemporaneo. L’eroe non è più soltanto un simbolo di forza, ma anche un individuo con cui il pubblico può identificarsi.
Non mancano, però, gli omaggi al passato. La versione di Arnold Schwarzenegger rimane un punto di riferimento chiaro: la cornice distopica, la dinamica dello show televisivo mortale, l’eroe muscoloso che affronta sfide impossibili. Wright riesce a inserirli senza cadere nella nostalgia sterile, reinterpretandoli in chiave moderna e intelligente. La mitologia action anni Ottanta viene così celebrata, ma aggiornata con ironia, emotività e una maggiore profondità dei personaggi.
Questa scelta permette di creare un film che è al contempo rispettoso del passato e audace nella contemporaneità. La fusione di action, ironia e riflessione sui personaggi rende The Running Man un’opera più stratificata rispetto a un semplice remake. Ogni scena di azione ha un peso narrativo, e ogni momento ironico o leggero contribuisce a costruire la personalità dei protagonisti.
The Running
Man mette l’azione al servizio della
storia
Wright sfrutta la fisicità di Powell come vero e proprio strumento narrativo. Le scene di inseguimento, combattimento e fuga non sono mai fini a se stesse: servono a raccontare la determinazione e la resilienza del protagonista, a mostrare la sua capacità di adattarsi alle difficoltà e, al tempo stesso, a divertire lo spettatore. L’azione diventa così un mezzo per esprimere l’emotività dei personaggi e la tensione della trama. Powell diventa così l’eroe contemporaneo che unisce corpo, carisma e ironia, rendendo The Running Man una celebrazione dell’action in chiave moderna.
Il ritmo del film è sostenuto, con momenti di leggerezza che bilanciano la spettacolarità della violenza e delle acrobazie fisiche. Questo equilibrio tra azione e ironia è uno dei punti di forza della regia di Wright: ogni scena, anche la più spettacolare, contribuisce a delineare il carattere dei protagonisti e il contesto distopico in cui si muovono.
Un action moderno e consapevole
The Running Man sa combinare spettacolarità, ironia e introspezione dei personaggi. L’accoppiata Glen Powell / Edgar Wright promette di non far prigionieri e forse potrebbe replicarsi in futuro per altre avventure.
Il film celebra il passato degli action anni Ottanta e rende omaggio alla versione Schwarzenegger, reinterpretandolo con modernità e leggerezza. Ogni scena di azione, ogni sequenza comica e ogni momento emotivo contribuiscono a costruire un’esperienza cinematografica coerente e coinvolgente. The Running Man non è solo un omaggio a un’icona del genere, ma un’opera autonoma, capace di intrattenere, emozionare, che ripercorre tutti gli step del film di rivolta, in cui l’eroe, partito per la sua missione per difendere la propria famiglia diventa poi simbolo di rivolta e si mette a capo della Rivoluzione. Una visione che per quanto già vista non mancherà di infuocare gli animi in un momento storico in cui la società sembra disperatamente bisognosa di una guida.
Questo reboot offre uno spettacolo visivamente spettacolare e narrativamente appassionante. Glen Powell si afferma come un protagonista moderno, pronto a raccogliere l’eredità degli eroi action del passato, ma con una sensibilità contemporanea che lo rende credibile e umano. Per chi cerca un action movie che sappia unire ritmo, fisicità e ironia, The Running Man è una visione imperdibile.
The Running Man
Sommario
Per chi cerca un action movie che sappia unire ritmo, fisicità e ironia, The Running Man è una visione imperdibile.


Glen Powell: un eroe
muscolare e ironico
Libertà narrativa e
omaggi al passato