The Square: recensione del film di Ruben Östlund  

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Dopo aver entusiasmato a Cannes, aggiudicandosi la Palma d’Oro 2017, giunge ora in Italia The Square del regista svedese Ruben Östlund, già apprezzato al festival francese per altri suoi lavori come Forza Maggiore – Premio della Giuria nella sezione Un Certain Regard 2014.

 

Christian (Claes Bang) è il curatore di un noto museo d’arte contemporanea a Stoccolma. È alla vigilia del lancio di una nuova installazione e vuole promuoverla al meglio. Si tratta di The Square, che invita alla fiducia e all’altruismo in nome dell’uguaglianza tra gli esseri umani, principî di cui Christian sembra convinto. Una mattina, però, in strada viene derubato del cellulare e del portafogli e non tarda a rivelare la sua indole individualista e cinica, le sue debolezze, la sua superficialità, mettendosi in situazioni sempre più assurde e difficili, attorniato da un’umanità che, nel suo complesso, non sembra essere da meno.

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The Square – la recensione

Quanto è distante ciò che dici di essere da ciò che in realtà sei? Le tue convinzioni resistono alla prova dei fatti? Cosa sei disposto a fare per raggiungere i tuoi obiettivi e difendere ciò che è tuo?

Ecco alcuni degli interrogativi che pone The Square. I temi che mette sul tavolo sono molti e ci riguardano: la mancanza di fiducia nel prossimo, ma soprattutto ciò che siamo diventati, egoisti, cinici, disposti a tutto pur di ottenere ciò che vogliamo, insensibili al punto che quasi non ce ne rendiamo conto. I personaggi del film sono così, apparentemente normali, ma in realtà senza umanità. E dunque tra una scimmia, un uomo-scimmia e tanti rispettabili cittadini  – per di più della civilissima Svezia – chi è più umano? Chi è più bestiale? La risposta non è così scontata. È più spregevole chi propone di impostare una campagna pubblicitaria sulla (falsa) tragedia  di un bambino, chi decide di avallarla, o chi, fingendo di informare, fa da megafono all’idiozia per creare dibattito, vendere copie e accumulare click?

The SquareIl mondo tratteggiato da Östlund è agghiacciante, distopico ed è frutto di un’abile costruzione: tanti piccoli tasselli restituiscono lo scenario complessivo, diversi filoni narrativi, elementi mostrati ed elementi nascosti – il regista cela all’occhio della macchina da presa le conseguenze più estreme di alcune azioni. Tutti i personaggi danno il loro contributo, aggiungendo un po’ di cattiveria, ipocrisia, indifferenza, agendo  – o non agendo – in nome dell’individualismo.

Per ravvedersi sembra davvero troppo tardi. Ma è anche il mondo attuale che ben conosciamo, siamo, per molti versi, noi nella nostra routine quotidiana. È  proprio questa coesistenza di normalità e orrore – perfettamente rappresentata dal protagonista, uomo qualunque, padre amorevole, forse inadeguato e senza particolari doti, ma non volutamente cattivo, capace di accettare le critiche e farsi da parte, ma anche di  reagire in modo assurdo e sproporzionato se in difficoltà –  che rende il film inquietante e fa riflettere ben oltre l’uscita dalla sala.

Il regista spiazza ulteriormente lo spettatore raccontando il tutto con leggerezza, sarcasmo, ironia: chi guarda è portato a confronto con la parte peggiore di sé senza quasi accorgersene, attraverso scene anche comiche ed esilaranti, vi arriva sorridendo, ma è un sorriso destinato a mutare in smorfia di disgusto.

Al tempo stesso, però, esasperando provocatoriamente le situazioni, portandole alle estreme conseguenze, Östlund offre una facile scappatoia a quanti, tra il pubblico, sono meno inclini a mettersi in discussione e rischia di legittimarli a prenderne le distanze, a proclamarsi estranei. Inoltre, è innegabile che l’estremizzazione e l’uso del politicamente scorretto siano armi facili per catturare l’attenzione, suscitare dibattito e stupire, ma il successo del film non dipende certo solo da questo.

The Square sarà nelle sale dal 9 novembre, distribuito da Teodora Film.

Sommario

Il regista spiazza ulteriormente lo spettatore raccontando il tutto con leggerezza, sarcasmo, ironia: chi guarda è portato a confronto con la parte peggiore di sé senza quasi accorgersene, attraverso scene anche comiche ed esilaranti, vi arriva sorridendo, ma è un sorriso destinato a mutare in smorfia di disgusto.
Scilla Santoro
Scilla Santoro
Giornalista pubblicista e insegnate, collabora con Cinefilos.it dal 2010. E' appassionata di cinema, soprattutto italiano ed europeo. Ha scritto anche di cronaca, ambiente, sport, musica. Tra le sue altre passioni c'è proprio la musica (rock e pop), assieme alla pittura e all'arte in genere.

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Il regista spiazza ulteriormente lo spettatore raccontando il tutto con leggerezza, sarcasmo, ironia: chi guarda è portato a confronto con la parte peggiore di sé senza quasi accorgersene, attraverso scene anche comiche ed esilaranti, vi arriva sorridendo, ma è un sorriso destinato a mutare in smorfia di disgusto.The Square: recensione del film di Ruben Östlund